La più grande tra le chiese sarde dedicate a san Giuseppe si trova a Sassari, seconda città dell’isola, ed è un’inaspettata sorpresa, quasi sospesa tra il centro storico medioevale e i nuovi quartieri umbertini nati a metà ottocento. La chiesa costituisce un simbolo non solo storico e architettonico, ma anche sociale e politico. “La chiesa dei presidenti”, viene infatti familiarmente chiamata dai sassaresi; dove per “presidenti” non si intendono quelli di una associazione o di un comitato, ma identificano la figura del “presidente” per eccellenza, ovvero quello della Repubblica italiana. Sì, perché questa parrocchia ha l’onore di essere stata quella della crescita, della formazione e della abituale frequentazione di due fedeli molto importanti: i capi di Stato Antonio Segni e Francesco Cossiga.
Sul monte Zvir, a circa tre chilometri da Litmanová, un villaggio all'estremità nord orientale della Slovacchia, lungo il confine polacco, dal 5 agosto 1990 al 6 agosto 1995 la Vergine Maria è apparsa a tre bambini, Miťko Češelka, Ivetka Korčáková e Katka Češelková, che agli inizi dell’avvenimento avevano rispettivamente nove, undici e dodici anni.
È la Basilica del Sacro Cuore a Lugano il luogo delle memorie del vescovo Aurelio Bacciarini. Lì è il suo sepolcro in cui le sante spoglie attendono l’ora della risurrezione; lì sembra risuonare la sua parola, incisa in un mosaico: «Per te, Crux benedicta, expecto resurrectionem vitae» (Per mezzo tuo, o Croce benedetta, aspetto la risurrezione di vita). Dunque a Lugano sabato 13 settembre c’è stata una concelebrazione in sua memoria e per invocarne da Dio la beatificazione.
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