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La guerra è sempre sconfitta
«Alla radice dei conflitti c'è sempre ingratitudine e pensieri avidi, l'ingratitudine alimenta l'avidità, l'ingratitudine genera violenza, mentre un semplice 'grazie' può riportare la pace!». «Quando l'uomo si illude di farsi da sé e dimentica la gratitudine, dimentica la realtà fondamentale della vita: che il bene viene dalla grazia di Dio, dal suo dono gratuito».

Del tempo con San Giuseppe

Trasmissione radio - marzo 2022

Trasmissione radio - marzo 2022 Trasmissione radio - marzo 2022
Ascolta! Un ben trovati a tutti i radioascoltaori. Care sorelle e fratelli, ben trovati sintonizzati sulle onde di Radio Mater per trascorre...
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Percorso pedagogico

La guerra: stoltezza e malvagità 

di Ezio Aceti

«L’uomo molte volte è una bestia, altre un angelo»; con queste parole il grande filosofo cristiano Blaise Pascal riassume in maniera chiara e sintetica la condizione dell’essere umano come persona, in continua lotta dentro di sé fra il bene e il male, fra la cattiveria e la bontà.

Amoris Laetitia

  • Una pastorale “misericordiosa e incoraggiante” +

    del Card. Ennio Antonelli

    Amoris Laetitia ha avuto interpretazioni opposte tra i pastori, tra i teologi, tra gli operatori della comunicazione sociale. Viene spontanea la domanda: rispetto alla dottrina e alla prassi tradizionale (in particolare rispetto alla Familiaris Consortio di san Giovanni Paolo II) c’è continuità, rottura, o novità nella continuità?



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  • Accanto alla fragilità +

    Un suggerimento prudente e autorevole per comprendere e attuare le aperture verso le coppie in situazione irregolare

    del card. Ennio Antonelli

    Tenendo ferma la distinzione tra verità morale oggettiva e responsabilità soggettiva delle persone, tra norme generali e casi singoli, ci si domanda quali potrebbero essere i momenti e la configurazione concreta di un percorso spirituale e pastorale da proporre alle persone in situazione di fragilità, in modo da rispettare le coscienze e nello stesso tempo testimoniare fedelmente la verità, senza confondere il bene imperfetto con il male. 



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Vita di Maria di Rilke

  • La nascita di Maria +

    di Rainer Maria Rilke

    Guardate in alto, uomini. Uomini là, vicino al fuoco, voi che il cielo stellato conoscete e le stelle comprendete - qui, qui! Guardate: sono una nuova già nascente stella. Tutto il mio essere arde - e con forza tale risplende, così indicibilmente è luce piena, che il profondo firmamento non è più per me abbastanza. Lasciate ch'entri il mio splendore nella vostra esistenza: oh, gli oscuri sguardi, i cuori oscuri - notturni destini che vi colmano. Pastori, come sola sono io dentro di voi. Per me uno spazio all'improvviso esiste. Non stupite: il grande albero del pane lasciò cadere un'ombra. Sì, l'opera fu mia. Voi coraggiosi, oh, se sapeste come sul vostro contemplante volto il futuro ora risplende. In questa forte luce molte cose potranno accadere. A voi lo confido, perché siete discreti: a voi che con intensità credete tutto parla in questo luogo. La calura parla, la pioggia, la migrante schiera degli uccelli, il vento e ciò che siete, nulla predomina né cresce intorno a un vano scopo, nutrendosi di sé soltanto. Non trattenete voi le cose dentro il petto, in chiuso spazio, per tormentarle. Come trova il Suo desiderio attraverso un angelo lo sbocco, così urge in voi ciò che è terrestre. E se un roveto ha dato fiamme all'improvviso, ancora potrebbe da esso l'Eterno chiamarvi - i Cherubini,quando vollero accanto al vostro gregge andare oltre, non riuscirono a meravigliarvi: sul vostro stesso viso vi prostraste, pregaste e diceste che questa era la terra.E così era. Ed ora accadrà una cosa nuova, e per essa il cerchio della terra crescerà lottando. Ma per noi, cos'è un roseto: Dio nel grembo d'una vergine se stesso riconosce. Io sono il chiarore dall'intimo di lei che vi accompagna.

    La Natività di Maria, opera iniziata da Baccio Bandinelli e terminata da Raffaello da Montelupo, è uno degli otto rilievi illustranti la Vita di Maria che, unitamente al rilievo con il Trasporto della Santa Casa, arricchiscono la parte esterna della Santa Casa, sotto la grande cupola del Santuario di Loreto. Tale prezioso rivestimento di marmo bianco, ideato da Donato Bramante, fu realizzato nel corso del 1500 e vi lavorarono i più importanti scultori dell’epoca. 

    Oltre a questi grandi rilievi, l’insieme è completato da 20 statue, entro nicchie, e decorazioni con putti, festoni, stemmi e teste di leone. Le quattro porte bronzee che immettono all’interno sono ornate da bassorilievi bronzei, anch’essi del 1500 e di pregevolissima fattura. 

    La scena della Natività di Maria è ambientata in un interno signorile. Sul lato sinistro, dominato da un grande caminetto nel fondo, una donna con in braccio Maria si sta accingendo a lavarla entro un bacile, assistita da due donne. San Gioacchino è in parte celato da un tramezzo che divide la scena da quella successiva: la camera da letto con un grande giaciglio a baldacchino. Sant’Anna è sul letto, sdraiata ma con il busto sollevato, attorniata da tre donne, una delle quale ha in braccio un bambino. Un altro bimbo gioca ai piedi del letto con un cagnolino. 

    Le vesti, i panneggi, la nudità dei bambini, l’ambientazione, i gesti misurati ed eleganti: tutto corrisponde ad una visione  artistica di nobile classicismo.


    Rainer Maria Rilke (Praga, 1875 – Les Planches in Svizzera, 1926), è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo di lingua tedesca, infatti all’epoca Praga era parte nell’Impero Austro-Ungarico. Seguire la  sua biografia è complicato, infatti, se ci si immagina un poeta e scrittore chiuso a meditare nelle sue stanze, la vita di Rilke suggerisce l’opposto. La sua vita è stata un continuo andare e venire per l’Europa, senza contare i viaggi in Africa. Ha studiato  - seguendo studi prima all’accademia militare poi in economia e commercio, giurisprudenza, filosofia, storia dell’arte e lettere - a Praga, a Linz in Austria, a Monaco di Baviera e a Berlino in Germania ed in altre località. Le sue prime poesie risalgono al 1884, quando aveva solo 9 anni, sui banchi di scuola. Nel 1893 furono pubblicate sia la sua prima opera in prosa, Feder und Schwert. Ein Dialog (Penna e spada. Un dialogo), sia la prima raccolta poetica, Lautenlieder I-IV (Canzoni del Liuto). Rilke iniziava così a farsi conoscere ed è a questo punto che sono iniziati i suoi numerosissimi viaggi soggiorno, che non ebbero tregua neppure quando si sposò ed ebbe una bambina. Spesso la moglie lo seguiva, altre volte lasciava che egli peregrinasse solitario. Non c’è da meravigliarsi se i due si siano consensualmente separati nel 1911.  

    Saltando innumerevoli “passaggi” ricordiamo solo alcune tappe salienti del suo vagabondare, sottolineando che quasi sempre i soggiorni si ripetevano negli anni. Viveva dei diritti d’autore e di emolumenti per conferenze e per traduzioni, conosceva infatti perfettamente anche il francese. Spesso era ospite di famiglie nobili. 

    È stato in Russia  dove ha conosciuto Lev Tolstoj e Leonid Pasternak. È vissuto in Francia, in particolare Parigi, dove divenne molto amico del grande scultore Auguste Rodin, sulla cui opera scrisse una monografia,  e ne fu anche segretario. In Svezia, Danimarca e Spagna fu per brevi periodi. In Germania soggiornò a Berlino, Monaco di Baviera, Lipsia ed altre località. In Austria fu soprattutto a Vienna.

    In Italia fu per brevi periodi a Venezia, Firenze, Milano e Napoli. Nel 1903 giunse a Roma, dove rimase per 9 mesi, alloggiando a Villa Stroll-Fern e scrisse alcune liriche in endecasillabi sciolti. A Capri, per circa 6 mesi (dicembre 1906-maggio 1907) abitò in una casa del parco di Villa Discopoli. Tra l'ottobre 1911 e il maggio 1912 venne ospitato al Castello di Duino, presso Trieste, da Maria Augusta di Thurn und Taxis, dove scrisse il suo capolavoro poetico, le Elegie Duinesi.

    Dichiarato nel 1919 “apolide”, in seguito alla dissoluzione dell’Impero Austro-Ungarico, trascorse gli ultimi anni in Svizzera, dove morì a 51 anni in seguito di una dolorosa malattia. 

    Rielke è considerato uno dei più importanti poeti di lingua tedesca del XX secolo, insuperabile per la musicalità del verso e per l’alto virtuosismo linguistico, ma più legato alle poetiche ottocentesche che a quelle del Novecento. 

    Di formazione cattolica, si diresse ben presto verso forme simboliste ed espressioniste, accogliendo le nuove istanze di una ricerca scientifica della verità e giungendo all’amara constatazione che la realtà è senza consolazione. 

    Ma nell’ultimo sviluppo del suo pensiero, come dimostrano le Elegie Duinesi, egli torna ad una visione sacrale della vita, sia pure in termini panteistici. 

    Das Marien-Leben (La vita di Maria) fu scritta da Rilke nel 1912, ma va sottolineato che la tematica religiosa –teologica già compare nelle giovanili Christus-Visionen del 1894, che non fu pubblicato durante la vita del poeta, ma che affronta la vita di Cristo fuori dai contesti tradizionali.

    Nel corso di quest’anno saremo accompagnati con i suoi scritti sulle vicende della vita di Maria. 



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Culto di San Giuseppe

  • La Redemptoris Custos compie 25 anni +
    Il 15 agosto 1989 papa Giovanni Paolo II ha fatto dono alla Chiesa intera di un’Esortazione apostolica su san Giuseppe: la Redemptoris custos. Non si tratta semplicemente di una raccomandazione a tenere in conto il santo Carpentiere, ma di un’umile “Summa teologica” sulla figura e la missione del santo Patriarca nella vita di Cristo e della Chiesa.
    L’Esortazione apostolica giuseppina si affianca in modo particolare alle encicliche Redemptor hominis e Redemptoris mater, dove l’accento è posto, insieme, sui misteri dell’Incarnazione e della Redenzione. Ricordando, infatti, che il disegno redentivo ha il suo fondamento nel mistero dell’Incarnazione, papa Giovanni Paolo II abbozza su questo fondamento i lineamenti di una nuova ermeneutica giosefologica.

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Preghiere a San Giuseppe

  • Preghiere +

     

    Preghiera della Pia Unione per i morenti


    Come impegno c’è la preghiera per i Morenti, da recitarsi devotamente anche più volte al giorno. La preghiera è la seguente:


    “O San Giuseppe,
    padre putativo
    di Gesù Cristo
    e vero sposo di Maria Vergine,
    prega per noi
    e per gli agonizzanti
    di questo giorno (o di questa notte)”



    L’“Ave” a San Giuseppe


    Rallegrati, o Giuseppe,
    pieno di grazia,
    Dio Padre è sempre con te.
    Tu sei benedetto tra tutti gli uomini,
    sposo santo della Vergine Maria,
    scelto per accogliere
    il Salvatore del mondo, Gesù.

    San Giuseppe,
    protettore del Popolo di Dio,
    guida i nostri passi
    sulla via della croce
    fino all’ora della nostra
    morte felice.

    Amen.




    Preghiera a San Giuseppe lavoratore


    Caro san Giuseppe,
    Sei stato lavoratore come noi
    e hai conosciuto la fatica e il sudore.
    Aiutaci ad assicurare lavoro per tutti.

    Sei stato un uomo giusto che ha condotto,
    nella bottega e nella comunità, una vita integra
    nel servizio a Dio e agli altri.
    Fai che anche noi siamo integri nel lavoro
    e attenti alle necessità del nostro prossimo.

    Sei stato sposo che ha portato in casa Maria già incinta
    per opera dello Spirito Santo.
    Fai che i nostri genitori accolgano le vite che Dio manda.

    Hai accettato di essere padre di Gesù
    e ti sei preso cura di lui contro chi lo voleva uccidere
    e lo hai protetto nella fuga in Egitto.
    Fa che i nostri genitori proteggano i loro figli e fìglie contro le droghe che corrompono e contro le malattie che uccidono.

    Sei stato educatore di Gesù, insegnandogli a leggere le Scritture e introducendolo alle tradizioni del suo popolo.
    Fa che conserviamo la pietà familiare
    e sempre ci ricordiamo di Dio in tutto ciò che facciamo.

    Caro san Giuseppe,
    nel tuo volto umano vediamo ritratto il volto del Padre divino.
    Che Egli ci dia rifugio, protezione
    e la certezza che siamo portati sul palmo della sua mano.
    Mostraci, san Giuseppe, la forza della tua paternità:
    Dacci determinazione di fronte ai problemi,
    coraggio di fronte ai rischi, senso del limite delle nostre forze
    e fiducia illimitata nel Padre celeste.

    Tutto questo ti chiediamo nella forza del Padre,
    nell'amore del Figlio e nell'entusiasmo dello Spirito Santo.
    Amen.



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Brevi ma ricchi di apostolato, gli anni in cui Aurelio Bacciarini fu parroco al Trionfale. Era dotato di fortezza e pazienza, per una valida “pastorale di strada” di Gabriele Cantaluppi M olte attitudini, acquisite nel periodo dell’infanzia, strutturano il carattere di una persona per tutta la sua vita e, sostenute dalla grazia di Dio, rendono perseveranti nella pratica del bene. Tra di esse vi è la fortezza, una delle quattro virtù cardinali che – ha ricordato papa Francesco in una delle sue prime catechesi – arricchisce il mondo di «persone semplici, che vivono una vita ordinaria con straordinario amore, compiendo nel silenzio quotidiani gesti eroici nelle piccole e grandi difficoltà dell’esistenza» (23 giugno 2013).
Lunedì, Giugno 19, 2023 , Super User
San Leonardo Murialdo con i suoi Giuseppini da centocinquant’anni educa generazioni di giovani operai. Al santo Patriarca affidò la sua vita e la sua opera, presente ora in sedici nazioni. di don Gabriele Cantaluppi Q uando Giosuè Carducci parlava della «regal Torino incoronata di vittorie» non pensava certamente a quelle dei grandi santi sociali del suo secolo, che nella capitale sabauda riportavano successi quotidiani, a prezzo di grandi sacrifici, nel campo dell’educazione e dell’assistenza ai più deboli della popolazione, numerosissimi in una città in crescita esplosiva. I nomi di questi santi sono conosciuti, anche se l’esponente più noto è san Giovanni Bosco.
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