La Pia Unione del Transito di San Giuseppe è un'associazione di fedeli cristiani che pregano per i morenti e li aiutano spiritualmente con le opere buone.

L'anima e il cuore del Beato Luigi Guanella

Luigi Guanella, negli anni 1905-1908, passando per il Quartiere Trionfale, per recarsi alla Colonia agricola san Giuseppe, aperta da lui a Monte Mario, pensò di costruire una chiesa che fosse un centro di fede e di elevazione morale in quel rione popolare, allora tanto povero. Fece costruire una grande chiesa dedicata al Transito di san Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono delle famiglie e dei lavoratori.

San Giuseppe, dopo una vita di lavoro e sacrificio dedicata alla Santa Famiglia, morì confortato da Gesù e da Maria: fu una morte la sua veramente beata, che lo ha consacrato come il pietoso Patrono dei morenti. In molte chiese si trova un altare o un quadro dedicato al pio Transito di S. Giuseppe. Siccome Don Guanella si era preoccupato delle sofferenze fisiche degli handicappati, degli orfani e degli anziani, volle pensare anche agli agonizzanti e dedicò la nuova chiesa al Transito di san Giuseppe, per mantenere nei fedeli il pensiero e la preghiera in favore dei morenti di ogni giorno.

Gesto di carità per chi compie l'ultimo passo nella vita

L'opera che esprime la preoccupazione del nostro santo Fondatore per la salvezza delle anime è dunque la Pia Unione del Transito di S. Giuseppe per la salvezza dei morenti. È significativa l'aggiunta  «per la salvezza dei morenti»: è una precisazione che dice molto!

Ora, fra tutti gli istanti della vita, quello dell'agonia decide della salvezza eterna: se l'uomo muore nell'amicizia di Dio, tutto è guadagnato per sempre; se invece, in quell'istante supremo, non vuole la pace con Dio, tutto è perduto per sempre. La Misericordia divina è certamente infinita e infiniti sono meriti di Cristo Salvatore, ma la salvezza dell'anima è frutto anche della scelta libera dell'uomo e allora c'è ampio spazio per la preghiera. Don Guanella, considerando che nel mondo ogni giorno muoiono miriadi di persone, e conoscendo la potenza della preghiera presso il Cuore di Dio, pensò di organizzare una "crociata" santa di preghiere da parte dei fedeli per implorare da lui, tramite l'intercessione di san Giuseppe, patrono dei morenti, la salvezza delle anime in pericolo. Fu così che, incoraggiato dal papa san Pio X, diede vita alla Pia Unione del Transito di san Giuseppe, approvata con Decreto del cardinale Pietro Respighi il 17 febbraio 1913 ed elevata poi da Pio X alla dignità di Primaria, con la facoltà di erigere Filiali presso altre Nazioni e chiese nel mondo (Breve Apostolico del 12 febbraio 1914).

Da quell'anno 1914 si ebbe una grande diffusione di questa Opera di spirituale carità, perché il pensiero di soccorrere i morenti con la preghiera era sentito dal popolo cristiano, che viveva il dramma sanguinoso della prima guerra mondiale. Ma è un'opera che mantiene la sua attualità in ogni tempo