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La canonizzazione di Paolo VI

di Gabriele Cantaluppi

Quando fu nominato Patriarca a Venezia, il cardinal Roncalli scherzava dicendo: «ora mi resterebbe solo il papato, ma il prossimo papa sarà l'arcivescovo di Milano» e, alla vigilia del conclave che lo avrebbe eletto, «se ci fosse stato Montini, non avrei avuto una sola esitazione, il mio voto sarebbe stato per lui». Sarà il primo nella lista dei cardinali da lui creati il 15 dicembre 1958. Tra le ipotesi sull’allontanamento di Montini dalla Curia vaticana da parte di Pio XII, c’è anche quella di averlo inviato a Milano, la diocesi più grande e prestigiosa del mondo, consapevole che quel passaggio lo avrebbe messo sul candelabro e ne avrebbe preparato il pontificato.

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Esortazione apostolica Gaudete et exsultate

di Angelo Forti

Papa Francesco, come in un’ouverture musicale, ritorna costantemente sul tema della gioia dell’essere cristiani. Le tre esortazioni apostoliche del suo magistero pontificio sono intonate sulla melodia della gioia. La prima esortazione l’ha iniziata con l’Evangelii gaudium, nella seconda esortazione al gaudio si era aggiunta la letizia come fioritura dell’amore, Amoris laetitia e, ora, nella terza esortazione, ritorna la nota del gaudio con il rallegrarsi che sfocia nell’esultanza Gaudete et exsultate.   

Queste note gioiose si fanno giubilo, percorrendo lo spartito musicale delle beatitudini, pagina evangelica che il poeta indiano  Gandhi chiamava: «Le più alte  parole del pensiero umano».

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A ottobre canonizzazione di Paolo VI

di Gabriele Cantaluppi

Il fedele «oggi va al cinema, e tutto gli appare chiaro; va a teatro e avviene altrettanto; apre la radio e la televisione e tutto gli riesce comprensibile», poi «finalmente va alla messa, e di tutto quello che gli si svolge davanti non capisce niente». Basterebbero queste parole, scritte nella lettera sull’educazione liturgica della Quaresima del 1958, a quattro anni dal suo ingresso in diocesi, per avere un saggio dell’animo con cui Giovanni Battista Montini accolse l’impegno di arcivescovo di Milano. Egli riconobbe la specificità di Milano nel panorama nazionale italiano, città lanciata a folle velocità verso la modernità e lo sviluppo economico, in un momento storico difficilissimo, in cui emergevano i problemi economici della ricostruzione, l’immigrazione dal sud, il diffondersi dell’ateismo e del marxismo all’interno del mondo del lavoro. 

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