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Lunedì, 16 Giugno 2014 12:00

Lettere di Giugno 2014

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La santità feriale delle mamme

Reverendo don Mario Carrera, ho inviato l’offerta per una borsa di studio destinata a un vostro aspirante al sacerdozio. Con essa, desidero ricordare i miei defunti e, in particolare, la mia cara mamma, Bruna, che è salita al cielo il 6 luglio scorso a 93 anni. La mamma è stata una persona eccezionale; mi è sempre stata vicina nella sua lunga e laboriosa esistenza, nei momenti lieti e tristi, si è sacrificata in mille modi, non avendo un reddito proprio si è privata di molte cose; è stata per me più di una sorella e di un’amica, nell’adolescenza e anche dopo; mi ha spesso aiutata ad appianare i contrasti con mio padre, uomo molto onesto e corretto, ottimo genitore ma autoritario e poco espansivo, che non sempre le ha dimostrato l’affetto e la considerazione che avrebbe meritato. Rimasta vedova, la mamma è vissuta con noi in famiglia, fino a cinque mesi prima della morte, offrendoci sempre il sostegno affettivo ed economico, anche nell’educazione di nostro figlio, senza mai chiedere nulla in cambio, sempre in maniera silenziosa e discreta. Per questi motivi la sua presenza manca moltissimo a me e a noi tutti. Mi consola la grande fiducia che San Giuseppe l’abbia adeguatamente assistita nell’ora suprema del passaggio dal tempo all’eternità. Ringrazio san Giuseppe e la sacra Famiglia per aver goduto a lungo di una mamma così preziosa e per la costante intercessione che sempre sperimento nel momento del bisogno. Chiedo la grazia di poter con mio marito essere utile, se Dio vorrà, alla famiglia di mio figlio, per molti anni ancora, sull’esempio di mia madre. Ringrazio lei e la Pia Unione per le preghiere.
B.A.G.T., Voghera (Pavia)
 
Cara e gentile Amica,
i santi che nella nostra vita abbiamo conosciuto non avevano sul capo l’aureola dorata, ma negli occhi il riflesso luminoso dell’anima e nelle mani un’energia divina nell’aiutare le persone a camminare in serenità e gioia di vivere.
Pensando a tanta bontà silenziosa e assai diffusa, mi viene alla mente l’esperienza del profeta Elia sul Monte Horeb. Egli si era rifugiato nel deserto con l’animo amareggiato e sconfortato alla ricerca del volto di Dio per essere consolato. Lo cercava in fenomeni sconvolgenti e straordinari: il terremoto, i fulmini, il vento impetuoso e tagliente del deserto, ci fu il fuoco, ma il Signore non era in questi elementi.  Dopo il fuoco il profeta Elia uscì dalla caverna e «ci fu il mormorio di un vento leggero». Quel vento leggero ricorda la presenza dei nostri cari che con il loro affetto e lo spirito di servizio rendono presente la santità di Dio nella nostra vita. Una folla di santi anonimi (mamme, papà, zie, parenti e amici) sta davanti a Dio e ancora con le loro preghiere intercedono per noi affinché il tesoro della nostra vita abbia il suo peso specifico nell’amore e nella bontà.
Quando leggo le parole del profeta Isaia che afferma solennemente che nessuna mamma può dimenticare il frutto del suo grembo, penso che al momento della nostra nascita solo materialmente è spezzato il cordone ombelicale, ma permane un infrangibile legame che fornisce un costante flusso di energie vitali per un’esistenza onesta e dignitosa.
 

L’efficacia della preghiera

Reverendo Don Mario Carrera,
nel gennaio 2012 le avevo scritto una lettera dove esponevo tutti i gravi problemi che ci assillavano.
Finalmente, riesco a prendere il tempo per rendere la mia testimonianza in onore di San Giuseppe.
Voglio con tutto il mio cuore ringraziare il “mio” grandissimo protettore ed avvocato ed amico San Giuseppe.
Abbiamo ricevuto le grazie richieste una delle quali  proprio in extremis: la vendita della casa senza la quale non si poteva comprare l’altra: la proposta di acquisto dell’alloggio, subito accettata, arrivò il venerdi e il contratto per l’acquisto dell’altra scadeva il sabato, il giorno seguente... dopo più di un anno di attesa. Ringraziamo anche per il lavoro trovato proprio in zona, il tutto nel 2013.
Nel frattempo, è arrivata anche una bella bambina, Lucia nata il 20 di marzo 2014  a completare e rallegrare la bella famiglia dove vivono già Sofia di 4 anni e Pietro di quasi 3 anni.
Desidero mettere sotto al Manto di San Giuseppe questi nostri nipotini: Sofia, Pietro e Lucia Giovannini.
Da allora, io come nonna non ho più smesso di recitare il Sacro Manto e anche la novena per la mia famiglia e le famiglie  dei nostri figli, per ottenere una guarigione psicologica e  soprattutto una profonda e vera conversione per tutti. Prego anche perché conservino il loro lavoro in questi tempi difficili. Inoltre chiedo aiuto a San Giuseppe per tutti quelli che chiedono sostegno come ho fatto io. C’è tanto bisogno di aiuto in questo mondo…
Come promesso al momento della mia supplica a San Giuseppe, continuo a mandarvi la mia offerta ogni volta che ricevo la rivista per dilatare la carità verso i poveri.
Con tanta riconoscenza, Vi ringrazio tutti per le vostre preghiere.           
Nonna Franca
 


Il sacramento del Matrimonio è per l’eternità

Molto reverendo don Mario, sono associata alla Pia Unione del Transito da più di venti anni insieme a mio marito Angelo che il 24 gennaio scorso è ritornato alla Casa del Padre. Credo che San Giuseppe, grazie alle preghiere di tutti gli associati, gli sia stato vicino al momento del passaggio da questa vita alla Vita eterna, avvenuto con grande serenità. Il nostro matrimonio è durato 54 anni più sei anni di fidanzamento (non avevamo i mezzi per sposarci prima) nel rispetto e nell’amore reciproco e frutto del nostro matrimonio sono stati i nostri quattro figli (uno dei quali è un angioletto in Paradiso). Angelo ha dedicato la sua vita alla famiglia con tanto amore. Circa quarant’anni fa abbiamo avuto la fortuna di fare insieme un cammino di conversione. Entrò a far parte della Caritas Diocesana dove collaborò e s’impegnò nei Centri d’Ascolto fino a pochi giorni prima di morire. Il prossimo 28 maggio avrebbe compiuto 89 anni.

Anche se a volte con le lacrime agli occhi, ringrazio il Signore per tutti questi anni che ci ha donato nella condivisione di ogni cosa. Tutte le sere recitavamo insieme il Santo Rosario; ora lo recito da sola ma lui è spiritualmente vicino a me e, come mi aveva promesso, lo sarà sempre. La prego trascrivere il nome di mio marito all’Unione Suffragi, grata se vorrà celebrare per lui una Santa Messa il prossimo 24 giugno. Ringrazio San Luigi Guanella (che prego ogni sera) per aver fondato questa grande Opera in onore di San Giuseppe e per tutto il bene che ne deriva per i vivi e per i defunti. Unisco anche la mia povera preghiera per gli agonizzanti e una modesta offerta che andrà a sollievo dei vostri poveri che sono anche i nostri.

Lettera firmata

Carissima Abbonata, la sua lettera è un mezzogiorno di luce per la gioia della sua esistenza spesa nell’amore e per amore. Nelle sue parole si sentono la fragranza del Cantico dei Cantici, lo stupore immutato degli anni giovanili e il patrocinio di ricchezza d’animo che avete acquisito in oltre sessant’anni di scambi reciproci di doni. In questa stagione di amori fragili e «stagionali», queste testimonianze forti ci danno la certezza che Dio semina la storia di amore e vuole che sia lievito per trasformare la storia in amorosa eternità. Un amore rinnovato per continuare, in eterno, nella pienezza della risurrezione.


 

Tutti i bambini sotto la protezione di san Giuseppe

Caro e amato San Giuseppe, tu sei stato custode di Gesù e per questo alla tua protezione vorrei affidare tutti i bambini del mondo e in particolare mio nipote Matteo, stupenda creatura, in occasione del suo primo compleanno. Come di ogni bambino in una famiglia la sua presenza dà gioia e felicità, moltiplica le energie, rende lievi le fatiche, interpella sul cammino, mai concluso, dell’essere pienamente persone.

Quando giochiamo insieme a un bambino è come se ci trovassimo per «strada» e celebrassimo il nostro incontro tra quello che il bambino è e quel che siamo noi, in modo che si compongano come accordo di una suonata e rifulgano come goccia di rugiada.

Quando ci rallegriamo l’un l’altro è come se ci comprendessimo misteriosamente e per magia diventassimo leggeri come acrobati sul trapezio: ci libriamo nel cielo e ci immergiamo nelle profondità degli abissi marini per scoprire tanti mondi, così siamo orgogliosi, a vicenda, delle nostre magnifiche vite.

Questi sentimenti sono nel mio animo e prego e sogno che possano cantare nell’animo di tanti genitori così da crescere in armonia di sentimenti e di amore sotto la vigile protezione di san Giuseppe custode affettuoso della santa Famiglia di Nazareth.

Milva

Gentile e cara professoressa, è nobile il suo gesto di aver affidato alle mani affettuose di san Giuseppe oltre che il suo nipote Matteo anche i bambini del mondo. È un luogo comune dire che ai bambini appartiene il mondo di domani, ma noi che crediamo alla bontà misericordiosa di Dio sappiamo che ogni creatura umana che entra in questo mondo è una stella che si accendo nel cielo dell’umanità, ma soprattutto è la certezza che Dio non si è stancato di noi e che, nonostante noi, ancora ci sorride e investe sul nostro futuro. A Matteo e ai bambini è affidato l’avvenire del mondo e noi con fede lo affidiamo alla custodia di san Giuseppe; egli che con Gesù, il nuovo Adamo della creazione rinnovata, ha sognato e sperato in un mondo rinnovato, lo possa proteggere e portare a maturazione i semi di creatività, fantasia e santità che Dio affida a chi entra nella storia umana.

Con Matteo le assicuro che tutti i bambini ogni mattina nella messa sono davanti al volto di Dio con una preghiera di intercessione affinché tutti possa realizzare il sogno che Dio ha sognato per le loro vite.

 
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