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Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:11

"Mah! Andate. A me non resta che benedirvi"

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Quando fu sicuro che i fondi per il finanziamento della prima Opera di don Guanella erano garantiti, il vescovo di Como, Monsignor. Valfré, fu ben lieto di dare il suo consenso e la sua benedizione all'inizio dell'impresa, anche se precedentemente non si era mostrato entusiasta della cosa. Tuttavia, conoscendo il suo uomo, si raccomandò che, per il momento, non si desse più luogo all'apertura di nuove Case della carità.
Certa prudenza e certa pazienza non erano caratteristiche di don Guanella, per cui, passato non molto tempo, si presentò al vescovo dicendogli candidamente:
- Eccellenza, mi perdoni se non ho dato ascolto alla sua raccomandazione, ma c'era un'occasione davvero provvidenziale e non potevo lasciarmela scappare... Quindi ho comprato un vasto fabbricato, chiamato « La Binda », che l'Eccellenza Vostra certamente conosce, ed ora ho un debito di 40.000 lire... Ma non è il caso di preoccuparsi perché certamente la Provvidenza ci aiuterà... Sono sicuro.
Il vescovo non la mandò giù: fece un sorriso amarognolo, farfugliò qualcosa e, tentennando la testa, passò ai saluti congedando il suo prete piuttosto bruscamente.
Qualche tempo dopo don Guanella si ripresentò al vescovo che immaginò che gli venisse a portare i suoi guai, derivanti dall'imprudenza commessa e si preparò a una sfuriata in piena regola.
Don Guanella con grande naturalezza disse invece:
- Eccellenza, la Provvidenza ci ha pensato: mi è stata donata una villa su un'altura sovrastante Menaggio, a specchio del centro-lago di Como, con un bellissimo chalet svizzero e più di 50.000 lire in contanti...
Il vescovo lo guardò per qualche istante a bocca aperta, disarmato e impotente, con gli occhi sgranati dalla meraviglia e non gli rimase che dire rassegnato:
- Andate pure tranquillo, don Luigi, e fate quello che avete da fare perché vedo che la Provvidenza è dalla vostra parte. A me non resta che benedirvi! Le vie di Dio non sempre passano accanto a quelle tracciate dagli uomini.

Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:09

La cronaca di una vita

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Come "fioretti" con i colori della santità

di Carlo Lapucci

I frammenti, le diverse testimonianze filtrate da sensibilità eterogenee, sono diventate in questa pubblicazione di Parabole di un buon samaritano pietre diverse di un mosaico in cui appare questa immagine di straordinaria ed intensa umanità, tale da offrire quasi naturalmente la connessione della dimensione umana con il divino, del tempo con l'eternità.
I fatti non forzano mai la mano al miracolo: sono eventi umani che narrano cose del tempo viste però in un'altra dimensione: dicono che l'uomo può superare i suoi limiti di egoismo e di grettezza, può infrangere l'involucro della logica d'individualismo e d'indifferenza e, come un germe esce dalla terra, sollevarsi nella dimensione dell'amore, della carità nella luce di Cristo.

Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:08

La giornata di don Guanella

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Nei suoi scritti morali, don Gua­nella ha più volte insistito sul buon orientamento della giornata cristiana, volendo specialmente raccomandare di riferire ogni azione a Dio. Si tratta, cioè, dell'ordinamento interiore di ogni nostra attività; ma questa presuppone una certa regolarità ed esattezza di azioni esterne.
La regolarità esterna di programmi giornalieri è attestata da un ricordo di don Guanella stesso per gli anni trascorsi a Pianello e dai ricordi d'un nipote sacerdote che, nel tempo di seminario, usava trascorrere parte delle sue vacanze estive con lo zio a Savogno.
Questo secondo documento ha più interesse del primo, non solo perché è più minuzioso nei particolari, ma perché dimostra che, per don Guanella, l'orario giornaliero non era solo un proposito o uno scritto dimenticato, ma un fatto abituale, sia pure con le non rare eccezioni imposte dal suo ministero:
«Al mattino dopo le lunghe occupazioni di chiesa, rincasato e sorseggiato un po' di caffè, apriva una o due porte che si fronteggiavano, creando così un deambulatorio, lo percorreva, a lunghi passi, mentre recitava il breviario.
Finita la preghiera, una capatina al pollaio, ai conigli, all'arnia delle api, all'orto sempre accuratissimo e remunerativo, lieto di viali dai bordi policromi per svariati, abbondanti fiori, che man mano passavano ad ornare e profumare le cappelle della Chiesa, impreziosito da numerose piante fruttifere e da ombrosi chiostri; indi al tavolo di studio; poi alla refezione meridiana affrettata; cogliendo il pretesto di una passeggiata, si soffermava a conversare con un uomo, a salutare una vecchia, a visitare un ammalato, a confortare i miserelli, finché, raggiunta una delle cappelle, da lui costruite, recitata una breve preghiera e fatta una breve pausa per riposare, si rifaceva sui suoi passi e così ritornava alla penna e ai libri, alla preghiera e alla chiesa».

Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:07

Prima Messa di don Guanella

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di Piero Pellegrini

Prosto, piccolo paese al piede di montagne altissime dal bel nome come Pizzo del Grillo o dal nome oscuro e minaccioso come Monte Gruf, appena fuori di Chiavenna, sulla strada di Saint Moritz, accolse don Guanella neosacerdote che veniva a celebrare la sua prima Messa il 31 maggio 1866.
Il parroco don Del Curto gli aveva fatto un posticino nella sua casa parrocchiale rimessa a nuovo con una mano di calce ( aveva speso lire 3 e 75 centesimi, come aveva segnato verso fine aprile su un vecchio libro dei conti, per questo lavoro); aveva messo fuori le cose più belle della sua Chiesa che raccoglieva lavori pregiati dell'antica Piuro sepolta da una frana, e aveva preparato materialmente e spiritualmente il suo popolo per ricevere il sacerdote novello.

 

Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:05

Si fa presto a dire santo

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di Angelo Sceppacerca

Una maestra di una scuola materna aveva portato la sua classe a visitare una chiesa con le figure dei santi sulle vetrate luminose. Ritornati dalla visita, il parroco domandò ai bambini: Sapete chi sono i santi? Un bambino rispose: Sì, sono quelli che fanno passare la luce! I santi fanno passare la luce di Dio che continua ad illuminare la terra. Ora siamo qui a far festa per un nuovo santo, Luigi Guanella. Se i santi si potessero misurare a metri quadri, don Guanella sarebbe una grande finestra di luce, ma non possiamo dimenticare che tutti i cristiani con il battesimo sono stati uniti a Cristo: in questo senso tutti sono già santi, cioè consacrati. D’altra parte il dono ricevuto deve essere accolto, vissuto, fatto fruttificare.

Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:04

Il santo è colui che aderisce a Dio

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di Angelo Forti

«Il santo è colui che aderisce a Dio nella fede e nell’amore, percorrendo un’esistenza giusta». E’ una definizione dove ogni persona santa si sente descritta, poiché il santo è un riflesso della luce divina nella sua persona, un’energia che muove la volontà e dà sostanza evangelica al suo agire.
Nella preghiera del «Padre nostro», quando chiediamo a Dio di santificare il Suo nome chiediamo a Dio di svelare il mistero della Sua presenza luminosa nella vita delle persone attraverso la Sua volontà come strada garantita di benessere. L’apostolo Pietro nella sua prima lettera scrive al popolo di Dio: «Voi siete stirpe eletta, sacerdozio regale, la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato». Il sigillo della santità è impresso come garanzia di un’esistenza innestata nella stessa vita divina.

 

Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:03

Carta d'identità

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Luigi Guanella nacque a Fraciscio di Campodolcino, in Valle Spluga, il 19 dicembre 1842. Divenne prete della diocesi di Como nel 1866, in momenti politicamente difficili ed economicamente drammatici per la vita sociale del nostro Paese. Dopo alcune esperienze, fallite per l'incomprensione dei contemporanei, nel 1886 Don Luigi Guanella iniziò a Como la sua prima grande opera al servizio dei poveri. Scelse di servire i più miseri e abbandonati, privi di qualsiasi assistenza. Predilesse le categorie dei vecchi, degli handicappati e dei ragazzi abbandonati. Lentamente da quella prima opera lievitarono altre istituzioni in diverse regioni italiane, nella Svizzera e poi negli USA.
Don Guanella fondò anche due congregazioni religiose: le Figlie di S. Maria della Provvidenza e i Servi della Carità, che continuano a offrire in ogni parte del mondo la solidarietà e ad aiutare chi soffre. Don Guanella è stato un uomo che ha fatto la carità, ma si può dire anche che la carità di Dio ha fatto lui e lo ha reso padre dei diseredati. Egli è riuscito a stare con loro con spirito di vera povertà evangelica.

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di Enrico Ghezzi

Nel cap. 15 del libro della Genesi, Dio promette ad Abramo una ‘ricompensa molto grande’ (v.1). Abramo comprende che si tratta di quello che gli stava fortemente a cuore, a lui e alla moglie Sara: non solo la promessa della ‘terra’, ma soprattutto, una ‘discen­denza’.
Il dialogo tra Dio e Abramo, secondo la tradizione jahvista, è sempre  descritto con semplicità scarna, ma non è privo di dramma: «Signore Dio, che cosa mi darai? Io me ne vado senza figli… Ecco, a me non hai dato discendenza e un mio domestico sarà il mio erede» (vv 2.3). Qui, per la prima volta, annota la Bibbia di Gersualemme, Abramo esprime la sua inquietudine, dal momento che le promesse di Dio sembrano irrealizzabili, date le condizioni fisiche di Abramo e della moglie Sara. Il Signore, allora, non si scompone davanti alle incertezze di Abramo; lo conduce fuori, sotto il cielo pieno di stelle, e gli dice: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci…e soggiunse: ‘Tale sarà la tua discendenza’» (v.5).

 

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di Madre Anna Maria Cánopi osb

Nulla nella nostra vita avviene a caso. Su ciascuno di noi c’è un disegno di Dio che egli stesso porta a compimento predisponendo i mezzi  e le circostanze favorevoli, richiedendo da parte nostra la docilità, la libera adesione – per fede – alla sua volontà.
Mi spiego così il fatto che i miei genitori – nonostante le difficoltà economiche – mi abbiano fatto continuare gli studi, mentre i miei fratelli e le mie sorelle, non meno intellettualmente dotati di me, furono avviati ben presto al lavoro. Forse c’era anche il motivo della mia gracile costituzione fisica. Per tutti i familiari, comunque, andava bene così e, senza ombra di gelosia, si compiacevano di quel che imparavo anche per loro.
Gli anni degli studi furono da me vissuti come in continuo e fiducioso esodo.

 

Mercoledì, 04 Maggio 2011 14:46

Maggio 2011

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Don Guanella e Conforti attendono il 23 ottobre


Egregio direttore,
con grande gioia ho appreso che il giorno 23 ottobre Don Guanella sarà proclamato Santo insieme a Mons. Conforti, perchè sono legata ad entrambi.
Mons. Conforti perchè sono di Parma, mia mamma ha ricevuto la Cresima da Lui e si è sempre ritenuta una sua miracolata, perchè durante un'operazione effettuata in casa (era il 1947), senza anestesia, ha stretto tra le mani un guanto di Mons. Conforti che le aveva dato una suora e tutto è andato per il meglio.
Sono legata a Don Guanella perchè i miei nonni materni sono venuti da Campodolcino ad impiantare distillerie in pianura padana, di cui una a Parma e la mia bisnonna era una Bianchi parente della mamma di don Luigi.
Da sempre tutta la mia famiglia è legata alla famiglia guanelliana ed è stata iscritta alla "Pia unione del transito".Prima mia nonna Acquistapace Vener Maria, mia mamma Vener Nidi Rosa, mia sorella Nidi Mazzoli Irma, tutte decedute, ma assistite da San Giuseppe ed ora sono iscritta con mio marito: Valenti Maria e Marco.
Dopo la riunione del concistoro del 21 febbraio sono andata a parlare con il Vescovo di Parma Mons. Enrico Solmi e sono venuta  a sapere che conosceva poco Don Guanella. Allora gli ho  procurato una copia di una biografia del santo di Mario Sgarbossa, e i depliants del Santuario del Sacro Cuore di Como. E' stato molto contento, perciò, sono a chiederle di inviare la Santa Crociata sia a lui che alle suore carmelitane, perché molte di loro, anche se sono solo in 17, sono originarie di Lecco e Como e conoscono le opere di don Guanella.
Mi scusi per le chiacchiere e grazie di tutto.
Maria Nidi Valenti

Carissima Maria,
altro che chiacchiere, è una bella gioia sentire le sue notizie e anche godere della parentela con don Guanella. Si dice che i figli maschi prendono molto dalla mamma e allora la santità di don Guanella è il frutto della grazia divina e anche del DNA della sua antenata Maria Bianchi, la mamma di don Luigi.
Sarà mio dovere inviare al Vescovo la nostra rivista che, già dal numero di aprile contiene un inserto su don Guanella e delle splendide foto della sua terra natale. La ringrazio delle belle notizie, le auguro ogni bene e per l’intercessione del Santo Guanella e mons. Conforti Dio la benedica e le dia gioia di vivere.



Una bella notizia come incoraggiamento


Carissimo don Carrera, come promesso all’amato San Giuseppe, do testimonianza del Suo aiuto.
Dall’aprile del 2009 il mio fidanzato ed io eravamo disoccupati. Tranne qualche giornata di lavoro e decine di domande e curriculum spediti, non capitava nulla. All’inizio del 2010 pregai il Sacro Manto e la Novena all’amato Santo, ma ancora non succedeva nulla. Anzi! La situazione sembrava peggiorare, con momenti ancora più bui e tristi come la morte di mio suocero al quale il mio fidanzato era molto legato. Poi, quando meno ce l’aspettavamo, il 3 febbraio scorso è arrivata una telefonata dal comune di Cagliari ( dove viviamo ) e la bella notizia che il mio ragazzo era stato assunto per un anno! Non le posso descrivere la nostra felicità! Inoltre, dopo le visite mediche di routine, ha iniziato a lavorare il 19 febbraio, proprio un mese prima della festa di San Giuseppe! Vorremmo ringraziare di cuore il Signore e la Madonna per questa grazia e San Giuseppe che mai si dimentica dei suoi figli. Come segno di ringraziamento, col primo stipendio, intendiamo dare una piccola offerta per una giornata di pane. Se possibile gradirei che questa lettera sia pubblicata per dare speranza a tante persone che si trovano nella nostra stessa situazione. La saluto cordialmente e la ricordo nelle mie preghiere.
Angelica Comunale

 

 

Abituarsi alla lettura della rivista

Reverendo Don Mario,
ho ricevuto la sua lettera di ringraziamento per la mia offerta, e desidero farle sapere che il suo invito a leggere "La Santa Crociata" è puntualmente esaudito, da più di cinque anni, conseguentemente alla perdita tragica di mia sorella che era abbonata e della quale ho mantenuto l'impegno, portando al mio indirizzo la rivista. Le dirò di più, ritaglio ogni volta la preghiera particolare che vi si riporta, e molte di esse sono state proposte in occasione di incontri di ritiro con il nostro Arcivescovo. Sono la responsabile dell'Ufficio scuola della diocesi di Campobasso/Bojano per tutto ciò che riguarda gli insegnanti di religione di nomina diocesana e per quelli interni alla scuola (dell'infanzia e primaria) che sono disponibili ed idonei ad impartire tale insegnamento. Inoltre, leggo anche le traduzioni laterali ad ogni pagina, perché amo le lingue, e ne riporto anche utilissime indicazioni sul come effettuare una traduzione sintetica, che non tradisca l'interezza dell'articolo a cui si riferisce. Probabilmente, in occasione del prossimo Natale utilizzerò qualcuna delle immagini della rivista a corredo di alcune mie poesie, indicandone chiaramente la provenienza: sono molto significative sia sul piano artistico che del messaggio che portano.
Nella mia casa materna, mia nonna viveva ogni anno la festa di San Giuseppe con la tradizionale tavolata, in cui ospiti d'onore erano tre persone povere - un bambino, una donna ed un uomo - rappresentanti la Sacra Famiglia. E puntualmente, il 17 febbraio iniziava, sotto la direzione di mia madre, il mese di San Giuseppe, seguito dal mese di maggio, da quello del Sacro Cuore, poi del Preziosissimo Sangue e, a ottobre, ancora per Maria e a novembre per i morti. Partecipavano tante persone, in prevalenza del vicinato, e queste esperienze fanno parte della mia personale storia di formazione. Sono convinta che San Giuseppe, come si addice alla sua umiltà e al silenzio che ha connotato la sua vita, dovrebbe essere maggiormente conosciuto. Qualche anno fa, seguendo Radio Maria, ascoltai la presentazione di un libro su San Giuseppe, scritto da un medico, il Dr. Donna: attratta dalla poeticità del testo, lo comprai immediatamente e letteralmente lo divorai. Ne ho poi regalato una ventina di copie: a sacerdoti e a persone che portano il nome di questo Santo, in occasione dell'onomastico, ma anche a chi non si chiama Giuseppe, come il mio parroco di allora e il vicario del Vescovo.    
Linetta Mazzilli

Monumento al patrono dei lavoratori

Caro don Mario Carrera, sono iscritto alla Pia Unione da una decina di anni, leggo e ricevo volentieri la vostra rivista. Le scrivo per ringraziare San Giuseppe per la grazia ricevuta nel maggio scorso. Mi sono recato a un controllo medico, spinto da mia moglie, per la frequenza cardiaca elevata nonostante non avessi alcun malore. I medici mi hanno trattenuto per quattro giorni per accertamenti e visita coronarica a cui è seguito l’intervento chirurgico, andato benissimo, per l’applicazione di tre bypass. Mi sono affidato ovviamente a S. Giuseppe e anche il post operatorio e la riabilitazione necessaria è andato benissimo. Volevo comunicarle che il 1 maggio prossimo, ricorre il 10 anniversario del monumento a San Giuseppe da me realizzato nel 2001 e del quale la vostra testata aveva dato notizia a pag. 14 del numero di ottobre 2001. Ora accanto a questo farò realizzare una colonna con la dedica che non avevo potuto mettere dieci anni fa: “Dedicato a San Giuseppe che veglia sul mondo del lavoro”. Sarà mia premura inviarle una foto a colori dell’avvenimento. Mentre ringrazio S. Giuseppe le chiedo preghiere per un amico scomparso di recente e per un altro mio caro amico che due anni fa si era recato nell’ambulatorio per il vaccino antinfluenzale e i giorno successivo è entrato in coma e a tutt’oggi è ancora lì, steso sul letto, immobile. Vorrei che pregassimo per alleviare a lui, alla moglie e alla famiglia questa sofferenza.
Lettera firmata

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