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Mercoledì, 04 Maggio 2011 15:05

Si fa presto a dire santo

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di Angelo Sceppacerca

Una maestra di una scuola materna aveva portato la sua classe a visitare una chiesa con le figure dei santi sulle vetrate luminose. Ritornati dalla visita, il parroco domandò ai bambini: Sapete chi sono i santi? Un bambino rispose: Sì, sono quelli che fanno passare la luce! I santi fanno passare la luce di Dio che continua ad illuminare la terra. Ora siamo qui a far festa per un nuovo santo, Luigi Guanella. Se i santi si potessero misurare a metri quadri, don Guanella sarebbe una grande finestra di luce, ma non possiamo dimenticare che tutti i cristiani con il battesimo sono stati uniti a Cristo: in questo senso tutti sono già santi, cioè consacrati. D’altra parte il dono ricevuto deve essere accolto, vissuto, fatto fruttificare.

Tutti santi, è possibile

La santità è vocazione per tutti i cristiani di qualsiasi condizione. Non è riservata ad alcuni personaggi eccezionali o ad alcune categorie particolari (Preti, frati, suore, missionari); ma è per tutti i discepoli di Gesù, compresi i laici, donne e uomini che rimangono nelle condizioni ordinarie di vita. San Paolo chiama i cristiani “I santi”; ma nello stesso tempo li esorta: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione”. San Pietro li saluta con commozione “Voi siete la nazione santa, il popolo che Dio si è acquistato… chiamati dalle tenebre alla sua ammirabile luce”. Ma subito aggiunge: “La vostra condotta tra i pagani sia irreprensibile, perché al vedere le vostre opere buone giungano a glorificare Dio”. E Gesù ha detto ai discepoli che loro sono il sale della terra, la luce del mondo; sono stati scelti per essere il segno nella storia di Dio che viene ed è presente, per questo da loro si esige una santità superiore: “Fu detto agli antichi… ma io vi dico”. Dai cristiani si esige un di più di rispetto per la vita e la dignità dell’uomo; un di più di fedeltà coniugale e di stabilità nel matrimonio; un di più di sincerità e trasparenza, un di più di amore per gli altri, compresi i nemici. “Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste”.

Ma che cos’è la santità cristiana?

Non consiste in esperienze e fenomeni fuori del normale, che pure a volte possono accompagnarla: pratiche ardue di ascesi, fuga dal mondo, meditazione prolungata; guarigioni miracolose, visioni, profezie, scienza infusa; fenomeni di estasi, levitazione, bilocazione, stigmate, luminosità. La santità, pur assumendo modalità diverse secondo le diverse vocazioni particolari e secondo la storia e i doni propri di ogni singola persona, si identifica fondamentalmente con la fede, la speranza e la carità concretamente vissute ogni giorno in tutte le relazioni e attività. Dio ci chiama alla santità nel nostro vissuto ordinario, che può essere perfino più importante dei doni e dei fatti prodigiosi. Tutto è dono e compito. Ogni persona e ogni cosa, ogni evento e ogni situazione, ogni gioia e ogni sofferenza, famiglia e amicizia, scuola e lavoro, cultura e politica, tempo libero e divertimento: tutto è una possibilità di bene.

Sembra facile, ma c’è un cammino

A prima vista sembra perfino facile. Ma non è così. Occorre una dura lotta non solo contro i condizionamenti della società, ma contro noi stessi, le inclinazioni, l’interesse immediato. “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua”. Occorre perdere la vita per riaverla, morire ogni giorno per risorgere con Cristo.  Ognuno ha il suo cammino proprio, ma per tutti valgono le parole di Giovanni Paolo II: “Non abbiate paura di essere i santi del nuovo millennio! Siate contemplativi ed amanti della preghiera; coerenti con la vostra fede e generosi nel servizio ai fratelli, membra attive della Chiesa ed artefici di pace. Per realizzare questo impegnativo progetto di vita, rimanete nell’ascolto della sua Parola, attingete vigore dai Sacramenti, specialmente dall’Eucarestia e dalla Penitenza”. La prima cosa, dunque, è non aver paura della santità. Credere che diventare santi è bello e possibile.
E’ quasi passato un secolo dalla morte del figlio di Lorenzo e di Maria Bianchi, il nono di tredici fratelli. Eppure Luigi Guanella è più vivo ed attuale che mai. Lo è perché Santo – dunque nell’eterno presente di Dio – ma anche perché attualissimo è il suo esempio di uomo fatto amore. Siamo qui a festeggiarlo, ma anche per imparare da lui a somigliare a Gesù.

Sei tu, Gesù?

Un gruppo di giovani manager che avevano terminato una settimana di aggiornamento correva nei corridoi dell’aeroporto. Era venerdì sera e tutti volevano rientrare a casa per il week-end. Erano in ritardo. Il volo era già stato chiamato. Correndo, senza volerlo, due di essi inciamparono in una bancarella di frutta e urtarono un cesto di mele. Le mele caddero e si sparsero per terra. Senza trattenersi, continuarono a correre e riuscirono a salire sull’aereo. Tutti meno uno. Si fermò provando compassione per la padrona delle mele. Urlò agli amici di continuare senza di lui e avvertì la moglie che sarebbe arrivato con il volo successivo. Tornò al Terminal e vide che tutte le mele erano ancora sparse a terra. La padrona delle mele era una bambina cieca che ora piangeva, mentre china sul pavimento, cercava di raccogliere le mele, senza che nessuno si fermasse ad aiutarla. L’uomo, inginocchiatosi accanto a lei, mise le mele nella cesta e l’aiutò a montare di nuovo il banco. Mentre lo faceva, si rese conto che molte cadendo si erano rovinate. Le prese e le mise nella cesta. Poi disse alla bambina: «Tu stai bene?». Lei annuì con la testa. Le mise in mano una banconota: «Prendili, per favore. Sono per il danno che abbiamo fatto. Spero di non aver rovinato la tua giornata». Mentre si allontanava, la bambina gridò: «Signore ... ». Lui si fermò e si girò a guardarla. E lei: «Sei tu, Gesù?».
Santi di ogni tempo
Il Vangelo vissuto è quanto di più umano vi possa essere. Lo provano i mille testimoni sconosciuti e anonimi delle nostre comunità – singoli, famiglie e parrocchie – e in modo splendido la grande schiera dei santi che hanno attraversato i secoli e le nazioni dei ogni continente.
Basta ricordarne i nomi per intuirne immediatamente la ricaduta sociale e umanitaria: Benedetto da Norcia, Francesco e Chiara d’Assisi, Camillo de Lellis, Rita da Cascia, Giovanni Bosco, Francesca Cabrini, Daniele Comboni, Teresa di Calcutta, Luigi Guanella.
Tutta la rivelazione di Gesù è nella parola amore, che è anche il Suo comandamento. Senza il vero amore si sfaldano i matrimoni, fallisce la vita religiosa, la legge della violenza domina i rapporti, l’infelicità dilaga e i poveri hanno sempre più fame. Gesù non ci ha solo spiegato cos’è l’amore: vi ho dato l’esempio perché facciate quello che ho fatto io. La canonizzazione di Luigi Guanella è la riproposta della santità cristiana. L’evangelizzazione correrebbe se fossimo più santi. A chi cerca miracoli, il grande teologo Von Balthasar risponderebbe: “Il miracolo sarebbe la santità”.

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