Attendere impazienti la pensione e poi non sapere come spendere il tempo. Ammazzare il tempo, che tristezza! Sempre, proprio fino all’ultimo si è mossi da una esigenza interiore di vivere bene. Vuol dire spendere energie vitali e tempo in un modo, non necessariamente e subito gratificante, ma che ha comunque un senso per sé, una buona ragione che motiva a coinvolgersi e fare. Così lo spendersi bene diventa un fattore che rinnova vitalità e voglia di vivere, sempre e comunque bene.
Sembra ovvio, non se ne può fare a meno. Gli anni si accumulano e, magari un po’ troppo in fretta, ci si trova anziani, vecchi. Il rendersi conto non sempre porta a un giudizioso accettare l’età avanzata, così da viverla con dignità e gusto. E, tra le fasi dell’esistenza, la vecchiaia può risultare la più delicata a volerla vivere bene.
Quando penso a san Giuseppe vado a leggermi il vangelo che racconta i primi anni della vita di Gesù e nei quali san Giuseppe ha una presenza particolare.
Ma da un poco di tempo a questa parte, mi sono accorto che san Giuseppe è presente anche in altri passi del vangelo, ben oltre il tempo dell’infanzia e della giovinezza di Gesù, oltre la vita della santa Famiglia in Nazareth.
«Al vedere la stella (i Magi) provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra (…).