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Luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli

di Angelo Sceppacerca

 
Sulla sfida pastorale rappresentata dai divorziati e risposati, Papa Francesco, ai vescovi della conferenza episcopale polacca in visita ad limina ha ricordato come sia necessario cercare i modi per aiutare le coppie in difficoltà a non abbandonare la fede e la Chiesa, interrogarsi su come assisterli per non farli sentire esclusi dalla misericordia di Dio. Questo il passaggio significativo del discorso del Papa.
“Vorrei focalizzare la vostra attenzione sulla famiglia, «cellula fondamentale della società», «luogo dove si impara a convivere nella differenza e ad appartenere ad altri e dove i genitori trasmettono la fede ai figli».
Monday, 12 May 2014 13:11

Le domeniche di Maggio 2014

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III DOMENICA DI PASQUA
Anno A - 4 maggio 
Salterio: III sett. 
Lezionario: At 2,14a.22-33; Sal 15; 1Pt 1,17-21; Lc 24,13-35
 
Lo riconobbero dal pane dato
Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero; ma egli scomparve alla loro vista.
Monday, 12 May 2014 13:08

Una bella umanità rivestita di luce

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di Andrea Ciucci

Quando un allenatore  manda in campo un giocatore, gli appoggia la mano sulla spalla e gli dà gli ultimi consigli; così è per la cresima: il vescovo  impone le mani e lo fa entrare nel campo della vita.

Il secondo sacramento dell’Iniziazione Cristiana è la… Cresima. Così infatti recita la lista dei sette sacramenti che abbiamo studiato a catechismo (Battesimo, Confermazione, Eucaristia, Penitenza…) e così spiegano tutti i testi di teologia. Eppure, se chiediamo ai nostri figli o nipoti qual è il secondo sacramento che hanno ricevuto tutti risponderanno la Confessione, e poi la Comunione e infine la Cresima. Come mai? Senza perdersi in dettagli complessi, possiamo dire che l’inversione tra Cresima e Eucaristia si è realizzata non per motivi teologici, bensì per questioni di ordine pratico, legate alla presenza saltuaria del Vescovo che doveva amministrare tale sacramento, ed è diventata prassi ordinaria in Italia soltanto nel secondo dopoguerra.

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di Paolo Antoci

 
Cosa c’entra san Giuseppe con Lourdes? In effetti, ciò che maggiormente colpisce dei fatti della grotta di Massabielle circa le apparizioni dell’Immacolata a Bernadette Soubirous nel 1858, non è proprio san Giuseppe. Eppure anche lui, come è solito fare col suo stile discreto, opera insieme alla sua Sposa Maria e al suo Figlio Gesù per la salvezza universale. Lo ha fatto più di duemila anni fa mettendosi a servizio dell’umanità del Verbo incarnato e continua a farlo tutt’oggi servendo il suo corpo sacramentale che è la Chiesa e di cui è Patrono. Nessuna stranezza nell’affermare che dove c’è Maria, c’è anche il suo Sposo Giuseppe, seppur in maniera “silenziosa” ma non per questo meno importante.

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di Tarcisio Stramare

Insieme alla paternità di san Giuseppe la Redemptoris Custos tratta l’argomento del matrimonio, non più visto come principio fondamentale della teologia di san Giuseppe, ma considerato ugualmente importante, perché “la paternità di Giuseppe passa attraverso il matrimonio con Maria, cioè attraverso la famiglia” (n.7). Di questo matrimonio è messo in evidenza innanzi tutto l’aspetto giuridico, per poi passare alla sua natura, al suo significato salvifico (mistero) e alla conseguente dignità di san Giuseppe.

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di Gianni Gennari

Eccoci ancora… Il lungo cammino ci ha condotto alla Chiesa: “Credo la Chiesa, una, santa, cattolica ed apostolica”. La Chiesa, istituzione e mistero. Nella realtà istituzionale una variazione di accenti, l’arricchimento e talora l’appesantimento di culture del passato, ma con la garanzia – che ci è data direttamente dal Signore: “io sarò con voi fino alla fine dei secoli” – che nessun tradimento, nessun peccato degli uomini, anche di Chiesa – e sono stati tanti, lo sappiamo – potrà annullare questa promessa di futuro e di presente continuo. Chiesa “una”, anche se oggi apparirebbe “divisa”.

Monday, 12 May 2014 12:52

I fratelli e le sorelle di Gesù

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Sull’ultimo numero della nostra rivista ho letto con interesse la rubrica «Il problema del mese»: I Vangeli apocrifi, e subito mi è sorta la curiosità di conoscere l’interpretazione della meraviglia degli abitanti di Nazareth quando Gesù nella sinagoga parla della sua identità e i suoi compaesani si domandano da dove venisse quella sapienza per questo giovanotto di professione «carpentiere, figlio di Maria, fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». La famiglia di Gesù era una famiglia numerosa?

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Primo mistero gaudioso

di Ottavio De Bertolis

Maria è immagine di tutti noi: in lei vediamo quel che accade a ogni credente. Lei, come noi, siamo parti di un mistero: abbiamo percepito, nella fede, che Dio entra nella nostra vita. Lo Spirito Santo è disceso anche su noi, come su Maria, e ci ha fatto concepire: Maria concepisce nel grembo, noi concepiamo nel cuore, ma sia lei che noi concepiamo lo stesso Gesù, da noi creduto, da lei generato.
Monday, 12 May 2014 12:15

Lettere di Maggio 2014

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Ricordo di uno strenuo difensore della vita

Le scrivo per invitarla a inserire nelle vostre preghiere del «Suffragio Perpetuo» il prof. Mario Palmaro che come un faro nella notte si è spento ancora molto giovane.

Monday, 12 May 2014 12:08

Dacci oggi il nostro pane quotidiano

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La preghiera del povero, del figlio, del bambino

di Madre Anna Maria Cánopi

«Padre nostro... dacci oggi il nostro pane... ». Ecco la preghiera del povero, la preghiera del figlio, del bambino che non sa ancora procurarsi il pane e perciò lo chiede al suo padre, per sé e anche per i suoi fratelli. Gesù, infatti, ci fa dire: dacci  – non dammi  – il nostro  – non il mio  – pane quotidiano.
Tutta la sacra Scrittura parla del pane, di questo alimento elementare che Dio stesso provvede alle sue creature sia gratuitamente, sia anche chiamandole a guadagnarselo un poco, lavorando nel suo campo.
Prima del peccato, lavorare sotto lo sguardo di Dio, nell’Eden, doveva essere per l’uomo un diletto anziché un peso, ma dopo il peccato originale, dopo che l’uomo, facendosi disobbediente, ebbe preso per sé, egoisticamente, il cibo dell’albero della vita, Dio disse all’uomo:
«Maledetto il suolo per causa tua!
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