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a cura della Redazione

Sorpresa e gioia lungo le strade per la ritrovata processione di san Giuseppe. Numerosi gli appuntamenti della Festa Patronale, con la presenza del vescovo Baldo Reina vicegerente della Diocesi di Roma. Non mancano le domande su come proseguire validamente nella tradizione.

Dopo tre anni di restrizioni abbiam potuto riavere la festa di san Giuseppe come la tradizione ce l’aveva trasmessa e come era registrata nella nostra memoria. Ne ringraziamo Dio e affidiamo al nostro patrono san Giuseppe gioia e preghiere.

I lettori de La Santa Crociata sul fascicolo dello scorso marzo avranno avuto modo di visionare il fitto programma della Festa Patronale 2023, preparato dalla Parrocchia. Avevamo però pubblicato soltanto una parte delle proposte, senza dare adeguato spazio ai festeggiamenti in Oratorio, altrettanto  ricchi di iniziative. Ora, al termine della Festa, dobbiamo constatare con soddisfazione, che la stasi, imposta dalla pandemia e durata tre anni, è stata superata bene. Abbiamo celebrato la novena di preparazione, con la predicazione del guanelliano padre Fabio Pallotta gli ultimi tre giorni. Soprattutto abbiamo avuto la presenza in chiesa di molta gente domenica 19 marzo. Tutte le sante Messe, ma specialmente quelle alle 10.30 e alle 12.00, hanno visto un’ampia partecipazione. 

Il momento più commovente è stata certamente al pomeriggio la processione del simulacro di san Giuseppe lungo le strade del quartiere. Una lunga fila di fedeli precedeva e seguiva la statua. Molte persone stavano ai lati della strada, aspettando di vedere l’immagine del Santo, mentre molti anziani erano affacciati alle finestre, sorpresi e commossi nel rivedere che san Giuseppe tornava a passare per la parrocchia. Certamente il giorno domenicale ha favorito la partecipazione degli abitanti di Roma.

Al termine della processione vi è stata la solenne Concelebrazione, presieduta da
mons. Baldo Reina, vicegente della Diocesi di Roma e vescovo ausiliare del Settore ovest dell’Urbe. Attorno all’altare vi erano una decina di giovani sacerdoti proveniente da varie parti del mondo, insieme agli studenti guanelliani del Seminario Mons. Bacciarini, e la basilica era stracolma di fedeli.

Il vescovo Reina ha condotto l’assemblea a riflettere sulla luce di fede e di amore che ha illuminato la vita di san Giuseppe e che dobbiamo invocare dalla sua intercessione (vedi box) . 

Anche la festa in oratorio, iniziata venerdì sera con il falò di san Giuseppe, ha avuto momenti aggregativi per i ragazzi e le loro famiglie, con il culmine nello spettacolo pirotecnico domenica sera.

Dunque, dopo le chiusure e i timori degli scorsi anni, abbiamo ritrovato un po’ del vecchio movimento popolare, presente nei decenni scorsi attorno alla festa di san Giuseppe, anche se altre manifestazioni coincidenti nel medesimo giorno hanno reso difficile una maggiore aggregazione. 

Certo, rimane tutto da svolgere il compito di riscoprire la radice di religiosità popolare, che abbiamo ereditato da epoche molto diverse dalla nostra e che subisce inevitabilmente le sfide e anche il logoramento dei nostri tempi, tanto lontani dal passato. Suscita poi profondi interrogativi il come ricostruire un rapporto tra una devozione, che sia veramente ancorata nella fede, e i tempi attuali che richiedono una nuova evangelizzazione, non ancora apparsa anzi neanche intravvista.

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