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La logica del dominio che regola le relazioni internazionali e il suo esito: la guerra. Papa Francesco ne parla ricevendo stamane in Sala Clementina un gruppo di 200 donne appartenenti al Cif, Centro Italiano Femminile. E' una logica che va convertita, afferma, sostituendola con la logica del servizio e della cura. E le donne possono diventare le protagoniste di questo cambiamento.

Una terza guerra mondiale a pezzetti

Il Papa parla ancora della guerra in Ucraina confidando quanto sia insopportabile, per quanti appartengono alla sua generazione, vedere ciò che sta accadendo, esempio "della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica".

La storia degli ultimi settant’anni lo dimostra: guerre regionali non sono mai mancate, per questo io ho detto che eravamo nella terza guerra mondiale a pezzetti, no?, un po’ dappertutto, fino ad arrivare a questa, che ha una dimensione maggiore e minaccia il mondo intero. Ma il problema di base è lo stesso: si continua a governare il mondo come uno “scacchiere”, dove i potenti studiano le mosse per estendere il predominio a danno degli altri.

Occorre un'altra impostazione delle relazioni internazionali

"Non sono altre armi, altre sanzioni", la risposta a questa volontà di predominio, afferma il Papa, e a braccio aggiunge:

Io mi sono vergognato quando ho letto che non so, un gruppo di Stati si sono compromessi a spendere il due per cento, credo, o il due per mille del pil nell’acquisto di armi, come risposta a questo che sta [succedendo] adesso … la pazzia, eh? La vera risposta, come ho detto, non sono altre armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo, non facendo vedere i denti, come adesso, no?, un mondo ormai globalizzato, un modo diverso e di impostare le relazioni internazionali.

La guerra, frutto della logica di potere che va cambiata

La guerra in Ucraina è frutto "della vecchia logica di potere che ancora domina la cosiddetta geopolitica", sottolinea il Papa, logica che va sostituita con il modello della cura. E spiega che proprio per questo ne parla con le appartenenti al Centro Italiano Femminile, perchè è "un'associazione di donne e le donne sono le protagoniste di questo cambiamento di rotta, di questa conversione. Purché - precisa - non vengano omologate dal sistema di potere imperante".

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