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Giovedì, 05 Settembre 2013 12:46

La fede è un affidarsi a Lui in dialogo Featured

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Come sempre un nuovo anno sociale inizia con della rinnovata energia. I tempi non sono tra i più gioiosi, ma la volontà e la fiducia in Dio daranno speranza ai nostri propositi di bene. Stiamo percorrendo gli ultimi tornanti dell’Anno della Fede nella fervorosa ricerca del volto luminoso di Dio. Fra un paio di mesi si concluderà la tappa di questo itinerario con la festa di Cristo Re, re dei cuori, principe di pace e di fraternità. Tra gli strumenti per vivere il nuovo anno sociale molti dei nostri associati, per il centenario della Primaria Pia Unione del Transito di San Giuseppe, hanno ricevuto in omaggio un Vangelo, miniera di saggezza per percorrere gli itinerari della vita con le indicazioni di marcia dettate dal messaggio di Gesù. In questo «tascabile» è descritta l’esperienza della chiesa di Gerusalemme ed è narrata la vita delle primitive comunità cristiane disseminate nelle principali città dell’Impero romano.

In quelle cronache la Parola di Dio si è intrecciata con le parole degli uomini e le testimonianze eroiche dei martiri, in prima fila San Pietro e San Paolo. La predicazione di quella Parola ha dato un volto nuovo alle leggi degli imperatori romani. Benedetto XVI ha ricordato che la «rivoluzione cristiana è la più grande mutazione della storia dell’umanità» e Papa Francesco ha aggiunto che nessuna rivoluzione politica o economica ha cambiato il cuore, solo la rivoluzione cristiana ha costruito sulla grazia divina prospettive davvero rivoluzionarie. Nel viaggio di ricognizione del Concilio Vaticano II, madre Cánopi, in questo numero della rivista (a pag. 6) dice che il documento conciliare sulla Parola di Dio è il «frutto maturo», la «perla preziosa» nascosta in tutti i documenti conciliari.

Il pittore Chagall diceva che le parole della Bibbia sono l’alfabeto colorato per disegnare la vita di Dio nella storia dell’uomo. In effetti la Parola di Dio è un filo con il quale noi intessiamo l’arazzo della nostra vita. Dio è sempre una ricerca che affascina, innamora, a volte sconvolge ma sempre fa spuntare sulla superficie del nostro quotidiano un frammento di rivelazione per dare fiato alla nostra fede. Per rendere produttivo il laboratorio dei talenti, per scrivere una vita buona è necessario frequentare la scuola di Gesù. Una scuola fatta di ascolto, riflessione, silenzio e dialogo. Un grande merito del Concilio Vaticano è stato quello di far uscire dall’«esilio» la Parola di Dio.

È stato scritto che noi cattolici avevamo una tale venerazione della Bibbia da custodirla più come una reliquia che una lettera che Dio ha voluto inviare alle persone. Il vescovo assistente nazionale dell’Azione Cattolica, mons. Sigalini, in un convegno ha immaginato una lettera scritta da un fedele che dopo un periodo di lontananza ha ripreso a frequentare la Chiesa perché affascinato dalla Sacra Scrittura. «Questo Dio – scrive questo ipotetico fedele –, che non pensavo esistesse, ho scoperto che parla, che comunica, che dialoga, che si rivolge a me come se fossi suo amico. Mi ha incuriosito, l’ho ascoltato finché ho capito che la sua parola più affascinante era Gesù; una parola definitiva che mi sconvolge, mi attira, a volte mi fa paura, perché è esigente, mi destabilizza, ma ho capito che mi ama alla grande, così come sono [...]. È finito per me l’esilio dalla Parola di Dio. Non voglio solo leggerla, ma ascoltarla. So che c’è e Lui mi parla».

Il vescovo faceva concludere la lettera con l’interrogativo dello scrivente: «c’è qualcuno che mi accompagna?». I collaboratori della nostra rivista con i loro interventi sono già compagni di viaggio per aiutarci ad intessere un dialogo esistenziale con Gesù.

Read 977 times Last modified on Mercoledì, 05 Febbraio 2014 15:23

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