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Un secolo è un arco di tempo meritevole di ricordo. A raggiungere questa bella meta è stato l'Istituto Pontificio S. Giuseppe al Trionfale, che  ha la sua sede nei locali sovrastanti la Pia Unione. Infatti ricevette l'autorizzazione il 19 dicembre 1921, quasi agli inizi della vita parrocchiale nel Quartiere Trionfale. Erano anni difficili per tutta l'Italia e anni faticosi specialmente per la città di Roma e per questo quartiere, sorto di recente e sprovvisto delle elementari strutture del vivere civile.

La popolazione della Parrocchia era fatta prevalentemente da poveri che sbarcavano il lunario con i precari mezzi che la vita urbana poteva loro offrire. Anche la Pia Unione era negli anni iniziali, ma l'aiuto che proveniva dagli iscritti, sempre più numerosi, sostenne la Scuola in modo da diventare un polo di aggregazione educativa.

L'edificio scolastico fu realizzato nel 1928 sotto la guida dell'architetto Luigi Crociani e l'animazione pastorale ed educativa di quegli anni fu del parroco don Luigi Previtali, a cui venne in soccorso anche un aiuto economico da parte del Vaticano.

Ben presto gli alunni raggiunsero la quota di duecento e dal 1925 si aggiunse anche la sezione femminile, ubicata a destra della Basilica e retta dalla suore guanelliane, con pari numero di bambine. In quegli stessi anni il quartiere assumeva la fisionomia attuale, con i palazzi costruiti per iniziativa della Banca d'Italia e il grande autoparco della Polizia di Stato.

Un ispettore scolastico nel 1934 così scriveva in un rapporto: «Nelle Scuole Pontificie San Giuseppe  domina, oltre un profondo sentimento religioso, anche un alto spirito patriottico ed intorno ad esse vivono e prosperano organizzazioni giovanili e sportive [...] Ciò torna ad onore dei reverendi padri Servi della Carità addetti alla Parrocchia San Giuseppe, i seguaci di don Guanella nella opere di bontà e di carità».

Fu un momento drammatico per la Scuola il periodo della Seconda Guerra Mondiale, quando i guanelliani, oltre a svolgere l'attività scolastica, dovevano soccorrere i bisogni più elementari degli alunni. Scriveva don Severino Pellanda sul diario di classe il 10 gennaio 1944: «[Ad un alunno] chiedo che cosa avesse e piangendo, sottovoce perché gli altri non lo sentissero, mi disse che era dal giorno prima che non mangiava perché papà "era stato portato via" e mamma dal dolore era a letto. Lo portai con me in cucina e, consolandolo, gli feci prendere qualcosa». Dietro a questo gesto concreto di carità vi erano i generosi aiuti che giungevano dagli iscritti alla Pia Unione e la loro "pioggerella", fatta di tantissime gocce di bontà, formava un fiume di carità.

Dopo la guerra e dopo il "miracolo" italiano, la scuola acquistò la fisionomia didattica che ha mantenuto fino ad oggi. Negli anni dello sviluppo urbanistico e demografico (1960-1990) aggiunse anche una sezione di Scuola Media  e il Biennio ginnasiale, sotto la guida dell'indimenticabile preside don Angelo Jannaccio.

Ora si è stabilita in una fisionomia consona al momento che viviamo. I bambini pur diminuiti raggiungono le due centinaia nelle sezioni della Scuola dell'Infanzia e della Scuola Primaria. Il direttore don Salvatore Alletto continua a garantire la linea pedagogica cristiana e lo stile guanelliano; attraverso la scuola la Parrocchia può entrare in un rapporto molto stretto con quasi duecento giovani famiglie e ciò consente un'azione evangelizzatrice importante.

Guardando indietro a questi cento anni di vita scolastica, dobbiamo essere contenti e anche fieri del tanto bene seminato, mentre speriamo che sia possibile mantenere accesa, nella Roma di oggi tanto diversa da quella del 1921, la lampada dell'educazione dei bambini, in cui trasmettere anche le parole del Vangelo. E di ciò l'Opera Don Guanella e anche la Pia Unione di san Giuseppe possono essere soddisfatte.

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