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di Mazzieri Giorgio

La partenza del Giro d’Italia 2018 da Israele, le prime tre tappe, hanno favorito il nostro desiderio di un pellegrinaggio in Terra Santa. Insieme a Don Agostino (direttore Casa Don Guanella di Lecco) e Don Dando (Responsabile Economo della Provincia) e 14 amici, muniti delle rispettive bici da corsa, siamo partiti il 30 aprile per affrontare una nuova esperienza, un pellegrinaggio in bici tra Nazareth e Gerusalemme attraverso i luoghi nei quali Gesù ha vissuto fino alla crocifissione e resurrezione. 

Abbiamo seguito il criterio cronologico della vita di Gesù, partendo da Nazareth, dalla Galilea, per poi arrivare a Gerusalemme. 

Siamo partiti dalla lettura della Terra attraverso la visita dei luoghi per poi arrivare alla lettura dei Vangeli.

Attraversando in bici la Terra Santa e grazie all’aiuto di Don Nando abbiamo potuto attraversare secoli di storia e ricostruire attraverso l’immaginazione gli scenari dell’anno zero dando così valore ai luoghi di vita di Gesù e non solo alla Parola.

Vedere la casa di Maria, di Giuseppe, i resti dell’antica Nazareth, poterci camminare sopra, ti obbliga a contestualizzare, ti fa pensare che tra quei resti di case di pietra un ragazzo di nome Gesù giocava, correva insieme ai suoi amici, faceva arrabbiare i suoi genitori, ma ancora prima provi ad immaginare il turbamento di Maria alle parole dell’Angelo ed a quello successivo di Giuseppe. Ecco, sotto i nostri piedi, poco più di 2000 anni fa, stava succedendo qualcosa di eccezionale, l’incarnazione di Dio in uomo.

Da Nazareth quotidianamente, nei 4 giorni successivi, partendo da Casa don Guanella, dove eravamo ospiti, una casa che accoglie giornalmente 200 disabili, in bici raggiungevamo i luoghi che hanno contrassegnato la vita di Gesù:  Cana, il lago di Tiberiade, Magdala, Cafarnao, il monte delle Beatitudini, il monte Tabor (luogo della trasfigurazione), Haifa. Dopo averli collocati geograficamente pedalando per km sotto un sole cocente e con temperature che raggiungevano anche i 40° attraverso le lunghe vie di comunicazione, la lettura dei Vangeli rianimavano i nostri spiriti rispolverando e rianimando la parola.

Cana, luogo in cui è avvenuto il primo miracolo di Gesù, la tramutazione dell’acqua in vino durante un matrimonio; lago di Tiberiade, un vasto specchio d’acqua, chiamato anche mare, ove vi è la casa di Pietro, Gesù qui ha vissuto (Cafarnao), ha incontrato e si è  manifestato: sulle sponde di questo lago, nonché il lago stesso, si colloca la maggior parte dell’attività di Gesù. Poco distante vi è il Monte delle Beatitudini che sovrasta il lago.

Un giorno abbiamo oltrepassato il confine e siamo andati in bici in Palestina, attraversando Jenin fino a raggiungere Bourqin ove vi è una delle chiese più antiche del mondo, forse la più antica,  la chiesa greco-ortodossa di San Giorgio, conosciuta anche come “la Chiesa dei dieci lebbrosi”, costruita in epoca bizantina. Nell’antichità, questa zona lontana dalla città, accoglieva i malati contagiosi che dovevano vivere in quarantena per evitare di infettare altre persone; qui, Gesù, incontra e guarisce dieci lebbrosi (capitolo 17 del Vangelo di Luca). 

Questa è stata una delle occasioni, oltre che la visita della città di Gerusalemme,  di incontro con l’oggi di questa Terra: la complessità dei rapporti israelo-palestinesi, la difficile convivenza di tante religioni, la faticosa nonché straordinaria testimonianza dei cristiani, una minoranza silenziosa.

Al quinto giorno siamo partiti per raggiungere Tel Aviv, luogo di arrivo di una delle tre tappe del Giro d’Italia. Durante il percorso ci siamo fermati a Cesarea dove sorgono i resti di un imponente acquedotto romano lungo le rive del mare Mediterraneo. Da lì siamo arrivati a Tel Aviv, la più grande e popolosa città di Israele, situata sul mar Mediterraneo ove Viviani ha vinto la sua prima tappa al Giro del 2018.

Alla fine della manifestazione ciclistica siamo partiti in pullman verso Gerusalemme dove il giorno seguente abbiamo visitato l’intera città, entrando nella città vecchia dalla porta di Damasco,  percorrendo le stazioni della via Crucis fino a raggiungere la Basilica del “Santo Sepolcro”, un’esperienza indicibile, una sensazione incredibile. Al suo interno la lastra della deposizione,  la cima del Golgota, luogo della crocifissione e il luogo della sepoltura.  

Visitare ciò che rimane delle mura occidentali dell’antico tempio di Erode (il cosiddetto “Muro del pianto” una piccola porzione), toccare gli enormi blocchi di pietra, un luogo di culto sontuoso,  osservare gli ebrei in preghiera3 suscita meraviglia.

Poco distante, aldilà del muro del pianto, si intravede la Cupola della Roccia, la parte alta della moschea, nota come “Spianata delle Moschee”, il terzo sito più sacro del mondo islamico.

Alla fine della giornata, dopo aver visitato altri luoghi, ci siamo incamminati, costeggiando le mura, verso l’orto dei getsemani nel quale Gesù si ritirò dopo l’Ultima Cena e prima di essere tradito da Giuda ed arrestato. E’ un luogo che ti incanta, ti lascia senza parole, sia per la bellezza dei suoi olivi secolari, sia per ciò che qui è avvenuto. L’ultimo giorno, a causa di un disguido con l’autista del bus, la prevista visita a Betlemme non è  stata possibile e quindi mestamente ma anche ricchi di quanto vissuto insieme, ci siamo recati in  aeroporto per il rientro in Italia.

Il pellegrinaggio in Terra Santa è stato come accendere una nuova luce su ciò che conoscevamo, alimentando una maggior curiosità ed una possibilità di leggere il Vangelo con nuovi strumenti di comprensione. Calpestare la terra dove lui è passato ci permette di poter leggere la sua parola con occhi più ricchi; i Vangeli acquistano un valore nuovo grazie a ciò che abbiamo visto, ai luoghi visitati, dettagli che a volte ci sfuggivano o ci apparivano insignificanti ora acquistano valore.

Chiudo questo breve racconto del pellegrinaggio in Terra Santa allegando una riflessione, una poesia scritta da me al termine del viaggio e regalata ai miei compagni, un pensiero che ha voluto racchiudere le emozioni vissute.   

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