Il secolo XVII vide in Europa il progressivo predominio della Francia in molti ambiti di civiltà e anche nella devozione a san Giuseppe. Si deve però subito precisare che il richiamo al santo Patriarca fu introdotto tra i francesi dagli spagnoli, quelli che portarono in quel paese la riforma carmelitana di santa Teresa. É sempre lei la maestra di devozione a san Giuseppe.
Nella seconda metà del secolo la Chiesa francese fu illuminata da un personaggio di prima grandezza che risponde al nome di Jacques-Bénigne Bossuet (1627-1704).
In prossimità della festa di san Giuseppe, esattamente il 18 marzo scorso, ci è giunta dalla Spagna la notizia che il Parlamento di quella nazione ha approvato la legge che consente e regola l'eutanasia e il suicidio assistito e abbiamo anche sentito i commenti soddisfatti dei leaders spagnoli per un traguardo di civiltà raggiunto. Questa legge, nell'intenzione dei legislatori e di una parte di società spagnola che l'ha sostenuta, vuole garantire la possibilità di una “buona morte”, al riparo dal dolore e come soluzione a situazioni sanitarie inguaribili.
Una festa patronale in piena pandemia nel rispetto di tutte le regole e le restrizioni anti Covid? Si può!
A maggior ragione se parliamo della festa di san Giuseppe al Trionfale nell’anno speciale dedicato al padre putativo di Gesù, voluto da papa Francesco. è vero! Sono state tante le occasioni per riscoprire la propria devozione al Santo Patrono della Chiesa Universale, anche se è mancata quella parte più “esterna” della festa con le classiche frittelle, i giochi per i bambini e i tanti momenti ricreativi.