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L'ingegner Aristide Leonori

di Angelo Forti

Ha scritto il Beato Giovanni Paolo II che «l’arte è conoscenza tradotta in linee, immagini, suoni, simboli che il concetto sa riconoscere come proiezione del mistero della vita», che sa andare oltre le apparenze, aprendo il profondo dell’anima per innalzarlo verso l’alto. L’arte è un tentativo dell’uomo per offrire una risposta alla nostalgia di bellezza, alle inquietudini dell’anima, alla voglia di luce. L’artista non è mai appiattito sugli orizzonti bassi, ma è sempre un cercatore del divino.
Anche l’ingegner Aristide Leonori ha messo il genio del divino nelle sue progettazioni; un genio che fioriva dalla coltivazione di una forte interiorità. Per questo motivo chi ha la possibilità di salire alla chiesa dell’Ara Coeli a Roma, proprio accanto al Campidoglio e dietro all’altare della Patria in piazza Venezia, può andare a visitare la tomba del Servo di Dio l’ingegner Aristide Leonori, l’architetto romano che ha progettato la nostra chiesa di San Giuseppe al Trionfale.
La carriera professionale di Leonori, che va dalla fine del secolo 18° alla  vigilia della prima guerra mondiale, fu caratterizzata da una serie d’interventi connotati da quella maniera «tarda eclettica». Si deve  accennare che fu molto disponibile nell’accettare stili e caratteri richiesti dalla committenza, come è stato per don Guanella.
Seppe ottenere importanti occasioni di lavoro da diverse istituzioni religiose romane: dal 1890 fu architetto del capitolo di Santa Maria in Trastevere, dirigendo una serie di restauri nella basilica sino al 1923; e realizzò l'ospizio dell'Addolorata al Celio.
La fase decisiva e centrale della carriera professionale del Leonori, però, può essere identificata con la vasta e multiforme attività nel campo dell'architettura religiosa, sviluppata in buona parte all'estero, in particolare negli Stati Uniti d'America. Risale al 1898 il complesso del Mount Saint Sepulchre per i francescani di Washington, dove spicca la chiesa, di impianto bizantino con frequenti richiami neorinascimentali nei prospetti, che conserva all'interno i modelli in scala dei santuari della Terrasanta. Modelli che don Guanella fece ricostruire nel Santuario del Sacro Cuore a Como.
Ci piace rilevare che oltre all’intensa attività negli USA fu anche di notevole portata l'attività in Egitto, dove al Cairo realizzò la chiesa di S. Giuseppe (1904-09) e il campanile della chiesa del Mousky. Non solo in Africa settentrionale e gli USA, ma Leonori ebbe modo di esprimersi con delle commissioni da parte di congregazioni religiose anche a Buenos Aires, Lima, Sydney, in Honduras, India e Nuova Zelanda.
Lasciò interventi anche in Europa: disegnò il pulpito e diresse i lavori per il fonte battesimale, progettato da John Francis Bentley, nella cattedrale cattolica di Westminster a Londra. Progettò il pulpito, la cattedra episcopale e cinque altari nella cattedrale di S. Patrizio ad Armagh in Irlanda. Ebbe modo di lavorare pure a Praga e Varsavia.
La copiosa produzione all'estero rappresentò un trampolino di lancio per una serie di importanti opere in Italia, sempre nel campo dell'architettura sacra, che caratterizzarono i primi due decenni del XX secolo, il periodo più fervido della carriera professionale del Leonori.
In questo periodo spiccano quattro chiese di Roma, progettate e realizzate tra il 1908 e il 1916. La chiesa di San Patrizio in via Boncompagni, fu realizzata per gli agostiniani irlandesi (1908-11). Più vicina a schemi rinascimentali puristi, in parte assorbiti a fianco di Vespignani, è la nostra chiesa di S. Giuseppe al Trionfale (1909-12), polo di aggregazione socio-religioso nel periferico quartiere del Trionfale.
Dobbiamo annoverare anche la chiesa di Santa Croce in via G. Reni (1912-13) costruita per espressa volontà di papa Pio X in stile «romano basilicale», per celebrare il sedicesimo centenario dell'editto di Milano.
Vastissima fu l'attività prestata a istituti religiosi per edificazioni, ampliamenti e manutenzioni di cappelle, edifici residenziali, collegi e monasteri.
Da un punto di vista architettonico non possiamo dimenticare sia l'ampliamento del santuario del Sacro Cuore a Como (1912-15), su commissione di don Luigi Guanella, come il campanile del santuario del Santo Rosario a Pompei (1912-25).
Come si era accennato, alla professione di architetto univa un’intensa vita religiosa. Proprio nell’anno in cui don Guanella diveniva sacerdote – 1886 – era ammesso al Terz’Ordine francescano; iniziò così la sua opera di benefattore, fondando con L. Costantini e G. Salvadori un ricovero notturno per ragazzi abbandonati, poi ospizio S. Filippo.
Con convinto impegno religioso continuò nella sua attività, fornendo a titolo gratuito progetti per complessi religiosi in India, Africa e America del Sud.
Membro di diverse associazioni cattoliche, venne nominato da Pio X cameriere di cappa e spada; fu cavaliere di San Gregorio Magno, di San Silvestro e di San Giorgio.
Come si accennava nell’editoriale di questo inserto, l’ingegner Leonori morì a Roma il 30 luglio 1928. Nel 1933 fu avviata la causa di beatificazione.

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