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Armonia di linee

di Mario Carrera

L’arte non è una cosa puramente individuale, è un’istituzione sociale come la lingua,
l’architettura, la musica. è lo sviluppo di una tradizione che si modifica e cerca linguaggi
nuovi per offrire sempre un messaggio di bellezza, in particolare nell’arte sacra

Siamo quasi alla conclusione di questi «inserti» in cui abbiamo raccontato il pellegrinaggio storico della basilica di San Giuseppe al Trionfale. Abbiamo scritto le vicende del passato che hanno creato le condizioni favorevoli per l’inizio dei lavori.
Pur avendo solo cento anni la chiesa del Trionfale si presenta con dignità, raffinatezza e grazia come sintesi di un’opera d’arte che abilita e favorisce la preghiera. In questa fase conclusiva, dobbiamo condividere l’affermazione che «l’architettura è essenzialmente un’arte cooperativa»: infatti, l’ingegner Aristide Leonori è stato il tecnico e don Guanella è stato il mentore di alcune caratteristiche. Non dimentichiamo che è di don Guanella l’idea delle colonne marmoree delle cave di Baveno, sua l’iniziativa nel recuperare le porte smesse del duomo di Milano. L’arte, la pastorale e le esigenze dell’ambiente hanno consegnato alla storia una chiesa, ma soprattutto un’anima al popolo. Ammirando la basilica di San Giuseppe abbiamo la registrazione di un frammento importante della storia di questo Quartiere. L’uomo dimenticando ed escludendo Dio dalla sua vita non può fare altro che  nutrire sentimenti di malvagia rivalità. Nella progettazione dell’ingegner Leonori emergono due elementi costitutivi: la lode a Dio e la dignità restituita agli abitanti poveri del Quartiere. Nell’armonia delle linee architettoniche, nelle artistiche vetrate istoriate in cui si narra la vita di San Giuseppe e dei santi, nelle imponenti e austere colonne, nella sobria e delicata composizione dei colori dei mosaici, gli occhi dei poveri, in queste raffigurazioni, riescono a vedere il riflesso della stessa onnipotenza del Padre-creatore che scrive la storia della salvezza negli avvenimenti umani.
Mi è rimasta impressa un’affermazione di un antico scrittore il quale sosteneva che «l’arte esprime “ciò che è” e “ciò che ha”» e così esprime una vita interiore coltivata e vissuta. è fuori dubbio che l’ingegner Leonori era un uomo di ricca interiorità e ha espresso la ricchezza della sua vita sia nella costruzione di edifici di culto come nell’attività educativa a favore dei giovani studenti presenti nella città di Roma.
In questa attività caritativa coinvolse anche le sorelle che aiutarono le suore guanelliane in partenza per gli Stati Uniti d’America ad apprendere la lingua inglese.
Don Guanella ha voluto che lavorasse anche nel santuario del Sacro Cuore a Como, facendo eseguire in misure perfettamente corrispondenti una copia del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Aristide Leonori dopo aver lavorato in tante parte del mondo con opere prestigiose si è spento a Roma in concetto di santità il 30 luglio 1928. Nel 1933 venne avviata la sua causa di beatificazione.

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