Page 17 - Santa Crociata febbraio 2024
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 rio. Sulla modalità del martirio non c’è uniformità nelle noti- zie, tutte comunque risalenti ad autori tardi o medievali; così la Chiesa d’Oriente accetta la pena della crocifissione, men- tre in Occidente si seguono due diverse tradizioni: quella della decapitazione (ad esempio nel Martirologio di Rabano Mauro), e quella dello scuoiamento, so- stenuta da Isidoro di Siviglia e da Beda, che alla fine prevarrà sull’altra nel tardo Medioevo e si affermerà nell’iconografia.
Secondo fonti orientali le re- liquie di Bartolomeo sarebbero state traslate a opera dell’impe- ratore bizantino Anastasio I nel 507, poi se ne perdono
le tracce, finché nel 580 compaiono in Occiden- te, nell’isola di Lipari. La notizia della traslazione è riportata da Gregorio di Tours (538-594), descrit- ta con tratti miracolosi (la cassa di piombo con il cor- po di Bartolomeo, gettata in mare dai pagani dall’at- tuale costa turca sull’Egeo, avrebbe galleggiato fino a Lipari) tuttavia potrebbe non mancare di sostanzia- le validità.
e ancora sostiene, di possedere le reliquie dell’apostolo (o alme- no parte di esse): a Ottone III, infatti, sarebbe stato consegna- to un altro corpo, quello di san Paolino da Nola; sull’obiettività di questa notizia però vi sono molti dubbi. Dal XII secolo, co- munque, si è affermata la tradi- zione romana.
Gli scavi archeologici che nel 2006 a Roma hanno porta- to alla luce, al di sotto dell’at- tuale chiesa all’Isola Tiberina, strutture dell’originario edificio ottoniano, hanno anche eviden- ziato la presenza, sotto la zona dell’altare, di una profonda e larga cavità rettangolare deli-
tardi, al tempo di Alessandro III (1159-1181); forse già da allora esse si trovavano nella vasca di porfido rosso (la “concha porfiretica” che si nomina nelle fonti) che tuttora le contiene.
Un’altra ricognizione fu com- piuta nel 1574, e ne abbiamo la descrizione. Si ha infine notizia di un ulteriore temporaneo spo- stamento delle reliquie a Santa Maria in Trastevere dal 20 lu- glio 1798 al 24 agosto 1800, per preservarle dalle manomissio- ni delle truppe di occupazione francesi. Molta devozione per le reliquie di Bartolomeo ebbe- ro Pio IX, che nel 1852 restaurò la zona absidale della basilica
  Dopo le incursioni ara-
be che nell’838 devasta-
rono l’isola e profanaro-
no le reliquie, il principe longobardo Sicardo le raccolse e le trasferì a Benevento, nella chiesa cattedrale; e anche in questo caso il racconto evidenzia trat- ti miracolosi. Nel 999 (anche se comunemente si continua a indicare la data del 983) le re- liquie furono traslate a Roma per ordine di Ottone III, che le depose nella chiesa di san Bar- tolomeo all’Isola Tiberina, da lui edificata. La città di Benevento ha però continuato a sostenere,
e sostituì l’altare centrale sotto al quale tuttora è la vasca di porfido con le re- liquie, e più recentemen- te Giovanni XXIII. Sebbe- ne la ricerca storica sia generalmente orientata a riconoscere l’avvenu- ta traslazione a opera di Ottone III, reliquie di Bar- tolomeo continuano a ve- nerarsi allo stesso tempo anche a Benevento. Le si indicano in un’urna di por- fido sotto l’altare maggio- re della rinnovata Basilica di San Bartolomeo, dove furono traslate solenne- mente da una preceden-
te vicina sistemazione l’8 maggio 1729 da papa Be- nedetto XIII (Vincenzo Ma- ria Orsini), che da arcive-
Piatto di bronzo per il trasporto a Roma
delle reliquie dell’apostolo (manifattura araba, secolo X), Chiesa di san Bartolomeo all’Isola Tiberina, Roma.
mitata da pareti in laterizi, sicu- ramente un reliquiario. Quan- do papa Pasquale II, nel 1113, compì cospicui lavori di restau- ro, testimoniati da un’epigrafe coeva tuttora leggibile sull’ar- chitrave del portale, le reliquie dovettero certamente essere spostate dalla loro prima collo- cazione. Una loro ulteriore risi- stemazione avvenne poco più
scovo di Benevento nel 1698 ne aveva compiuto la ricognizione canonica. Una nuova ricogni- zione è stata compiuta recen- temente, il 27 marzo 2001, su disposizione dell’arcivescovo di Benevento monsignor Serafino Sprovieri: si è constatato che l’urna di porfido contiene nume- rosi piccoli frammenti ossei di- visi in ampolle.
 La Santa Crociata in onore di San Giuseppe | febbraio 2024 17

















































































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