Matteo o Levi, come anche viene chiamato nei Vangeli, era un pubblicano, un esattore delle imposte a Cafarnao. Alla chiamata di Gesù si alza di colpo, lascia tutto e lo segue. Della sua vita si sa pochissimo. Viene citato negli Atti degli Apostoli, subito dopo l’Ascensione al cielo di Gesù, e nel momento dell’elezione di Mattia al posto di Giuda Iscariota.
«Gli uomini preghino alzando mani pure». Queste parole di san Paolo fissano l’immagine del cristiano in preghiera tra il III e il VI secolo.
Il gesto universale, che nella sua spontaneità ed espressività esprime il rapporto intenso tra l’uomo e la divinità, è l’expansis manibus: la preghiera con le mani levate e gli occhi rivolti al cielo. Questo atteggiamento identificherà l’immagine dell’Orante. Nel mondo orientale antico è il gesto del fedele devoto, ma anche segno della divinità, e questo particolare ha indotto a pensare che nei gesti della preghiera si rivelasse anche la volontà del credente di imitare la divinità.
Giacomo il Minore, cugino di Gesù e capo della comunità di Gerusalemme, subì il martirio nella Città santa. È venerato insieme all’apostolo Filippo.
Sono verosimilmente la stessa persona il Giacomo, fratello dell’apostolo Giuda Taddeo, che i Vangeli e gli Atti elencano tra gli apostoli chiamandolo figlio di Alfeo, e il Giacomo che altrove gli stessi Vangeli chiamano “fratello” (cioè cugino, secondo la corretta interpretazione dell'ebraico) del Signore,