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Reverendo Don Mario,

desideravo tanto scriverle e finalmente mi sono decisa. [...]

Sono una signora ottantenne per nulla telematica e così eccomi qui con penna e carta. Sono stata ospite della casa di Don Guanella a Lora, parlo degli anni 50. Orfana di padre, la mamma mi collocò lì. Devo riconoscere che ho trascorso degli anni bellissimi. Certo i tempi erano difficili. [...]

Ho conosciuto tante suore e le ricordo tutte con riconoscenza. Cresciuta, ho lasciato il collegio e ho iniziato a lavorare, mi sono sposata e trasferita a Varese dove risiedo tutt’ora, e così ho perso i contatti. Poi una compagna di camera della mamma (rico­verata per 14 anni in ospedale) molto devota a san Giuseppe mi fece conoscere la Pia Unione e ci iscrisse tutti parlo di oltre 50 anni fa. [...]

Ora sono sola mio marito non c’è più da 17 anni e i miei figli hanno la loro vita e anche se sono abbastanza presenti, hanno i loro impegni. Io grazie al Signore sono abbastanza indipendente.Prego tanto san Giuseppe e sono certa che il suo aiuto non mi manca mai.

Preghi per me e per tutti i miei cari. Grazie

Anna Maria Isacco Perelli 
(Varese)

Gentilissima Anna Maria,

lei non mi ha “annoiata”, come teme concludendo la sua lettera, ma mi ha addirittura portato una boccata d’aria di serenità con le sue parole piene di ottimismo e di equilibrio d’animo.

I suoi ricordi dei tempi in cui era ospite nella Casa delle nostre Suore a Santa Maria di Lora le hanno permesso, come lei stessa riconosce, di avere avuto contatto con alcune di loro che hanno vissuto l’esperienza concreta con don Guanella, avendolo conosciuto ancora vivente.

I nomi da lei ricordati riportano ai tempi eroici della Congregazione delle Suore, quando tutto il lavoro gravava sulle loro spalle, senza l’aiuto del personale ausiliario, come è in uso oggi.  Certamente, come lei stessa riconosce, erano altri tempi, attualmente improponibili: però restano per noi esempio di sacrificio e di fede. Alcune Suore da lei ricordate, come suor Apollonia, sono state pietre fondamentali nello sviluppo dell’Opera di don Guanella negli anni successivi alla sua morte. Ma anche quelle che hanno svolto compiti più ”silenziosi”, come le educatrici e le assistenti di voi bimbe, hanno avuto il loro ruolo nel prepararvi alla vita.

Suor Antonietta ha veramente speso la sua vita come maestra: trasferita qui a Roma, dopo anni di insegnamento, ormai anziana si è dedicata all’opera che la nostra parrocchia di San Giuseppe, gestiva in favore dei poveri, la Caritas parrocchiale e altre iniziative in questo campo. è deceduta tre anni fa qui da noi, in modo quasi improvviso, lasciando molto rimpianto.

Anche don Giulio Noseda, mio predecessore, ha raggiunto il Cielo quattordici anni fa: qualcuno l’ha definito “un buon papà” per il suo tratto cordiale nell’accostarsi alla gente.

Sono contento che “Frammenti di un eloquente silenzio” le sia di aiuto nella devozione al nostro grande Santo e non mancherò certamente di inviarle, appena sarà pronto, il cofanetto “un Papà per tutti”.

La sua grande devozione a san Giuseppe le permetterà certamente di continuare a essere presente con la preghiera accanto ai suoi figli e alle loro famiglie che, mi auguro, pur nella diversità di generazione, seguano il suo esempio nella fede in Dio e nella devozione a san Giuseppe.

Le assicuro il mio ricordo nella preghiera, soprattutto nella Santa Messa che quotidianamente celebro all’altare di san Giuseppe nella nostra Basilica per tutti i nostri Associati.

Non mancherò di ricordare anche suo marito, ormai nella luce di Dio. E di cuore  invoco su di Lei e sui suoi Cari figli e sulle loro famiglie le più belle benedizioni del Signore.

 

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