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Scelgo di servire Te!

di Madre Anna Maria Cánopi osb

«Sceglietevi oggi chi servire… Quanto a me e alla mia casa, serviremo il Signore» (Gs 24,15). Al termine del lungo e faticoso cammino dell’esodo, quando il popolo di Israele è finalmente giunto alle soglie della terra promessa, in quel giorno – in quell’oggi – carico di speranza, Giosuè invita gli israeliti ad una scelta decisiva e responsabile per il Signore, per essere degni di vivere in quella terra raggiunta con tanta fatica. Unanime e deciso, il popolo risponde: «Noi serviremo il Signore » (v. 18).

Servire Dio, però, comporta una dedizione autentica e senza compromessi, perché Egli è il Santo. Per questo Giosuè vuole che il popolo sia ben consapevole della decisione che prende. Le scelte decisive non devono essere fatte sotto la spinta di un facile entusiamo o con la nascosta presunzione di essere capaci di compiere da soli grandi cose; tuttavia, non vanno neppure essere rinviate per paura; devono piuttosto essere prese davanti a Dio in tutta umiltà, chiedendo a Lui la grazia della fedeltà a tutta prova. 

Le indicazioni date da Giosuè al popolo eletto per manenersi fedele valgono anche per noi cristiani di oggi: non si può veramente servire il Signore, se non ci si libera dagli idoli, soprattutto quelli che sorgono dentro di noi: l’avidità delle ricchezze, la bramosia del successo, del potere, del prestigio…
Sappiamo che Lucifero era un angelo bellissimo. Come è caduto? Quando, davanti a Dio disse: Non serviam! Non servirò. Rifiutò la dipendenza da Dio e di conseguenza precipitò dal cielo, condannandosi da se stesso ad un’esistenza tenebrosa, lontano da Colui che è la Luce. Il Non serviam di Lucifero può verificarsi anche per noi, quando, in varie situazioni, diciamo: «Non accetto… Non mi piego…». Questo è orgoglio. È necessaria molta vigilanza per non sottrarsi alla volontà di Dio, rimanendo nella schiavitù del nostro “io” che vuole imporsi con presunzione. 
Per disegno misericordioso di Dio, al Non serviam di Lucifero si è contrapposta l’obbedienza di Cristo che, «entrando nel mondo, dice: Ecco, io vengo per fare, o Dio, la tua volontà» (Eb 10,5-7). Mettendosi al servizio del disegno salvifico del Padre, il Figlio di Dio è venuto come Servo sofferente e offrendosi in sacrificio per noi, con la sua morte di Croce, ha vinto il peccato e la morte. 
E Cristo è nato dalla Vergine Santissima che è diventata Madre di Dio perché ha risposto all’angelo: «Sì, eccomi sono la serva del Signore» (cf. Lc 1,26-38). Così il sì di Maria, donna tutta a disposizione di Dio nell’obbedienza della fede e nell’umiltà dell’amore, ha introdotto il Figlio di Dio nel mondo e il sì del Figlio di Dio, obbediente fino alla morte e alla morte di Croce, ha introdotto l’umanità nel regno dei  cieli. 
Se vogliamo essere cristiani, noi pure dobbiamo scegliere ogni giorno questo santo servizio, scegliendo di fare della propria vita un dono d’amore a Dio per la salvezza dei fratelli. Si tratta di una scelta impegnativa che abbraccia tutta la nostra esistenza, orientandola decisamente a Dio per compiere in tutto – momento per momento – la sua volontà. 
Oggi, va sempre più diffondendosi un grave male psicologico e, di conseguenza, anche spirituale: l’instabilità. Le scelte, anche quelle fondamentali, sono compiute senza la consapevolezza della definitività, lasciando spazio alla provvisorietà, al “finché mi piace, finché ne ho voglia”; in tal modo, però, ci si vota all’infelicità. La scelta del matrimonio, ad esempio, è una scelta intrinsecamente “per sempre”, ma troppo spesso oggi essa lascia il posto ad altre scelte che non sono secondo il volere di Dio e che non possono rendere felici. Ugualmente nell’ambito della vita consacrata: i voti sono emessi per sempre, ma non raramente accade che lungo il cammino non si viva più la forza e la bellezza della scelta… Questo dipende forse anche dal fatto che non si ha la vigilanza e la diligenza di rinnovare in ogni oggi feriale la scelta solennemente fatta per sempre nel giorno festivo delle nozze o della consacrazione. 
Quante scelte nella nostra vita forse sono compiute con la mentalità del provvisorio e dell’aleatorio e non sotto lo sguardo di Dio, nella purezza della fede, nella chiarezza della verità e nella forza dell’amore! 
L’amore vero fa scelte definitive e rimane fermo, non viene meno, anche se dovesse costare – e sempre lo comporta – il sacrificio della propria vita. Per essere tale, l’amore che ci spine deve essere un amore oblativo, ossia non una ricerca di sé che tende ad impossessarsi dell’altro, ma un dono gratuito di sé all’altro e un’accoglienza grata dell’altro come dono. 
È importante formarsi una personalità capace fare le scelte con responsabilità, perché non si tratta di avere uno slancio di coraggio improvvisato, ma di coltivare una capacità di dono senza riserve, nella consapevolezza che le scelte definitive sono esigenti, sì, ma ci aprono davanti una via che porta alla pienezza della vita, liberandoci dal frammentario e dall’inconsistente. 
Quando il popolo d’Israele fece la sua solenne promessa di voler servire il Signore, disse: «Noi serviremo il Signore, e ascolteremo la sua voce». C’è qui un’indicazione preziosa. Per servire il Signore, infatti, bisogna conoscere la sua volontà. E la si conosce, se si ascolta la sua Parola. Non possiamo vivere una vita di fede, se non ci nutriamo della Parola di Dio, se non viviamo nella Chiesa, se non impariamo umilmente da quanti ci hanno preceduto lasciandoci orme sicure per il nostro cammino. 
Ogni giorno siamo chiamati a discernere la volontà di Dio per servirlo; se abbiamo dentro di noi la luce della sua Parola e davanti a noi l’esempio dei santi, allora anche se attorno a noi c’è confusione di idee e di opinioni, troviamo sempre la forza dire a Dio con libera e gioiosa decisione: «Ecco, oggi faccio la scelta di servire Te, Signore, Te solo!».
 
 
Signore Gesù, 
Figlio dell’eterno Padre,
Tu sei venuto nell’oggi del tempo,
nascendo da Colei 
che si disse umile serva del Signore,
e ti sei fatto Servo sofferente
per salvare tutti gli uomini.
Fa’ che, sostenuti dalla tua grazia,
imitiamo costantemente 
il tuo esempio di umile amore 
e impariamo a rendere al Padre
il vero culto spirituale
facendo della nostra vita
un lieto e generoso servizio
con scelte decisive 
e sempre rinnovate
per il bene dei fratelli 
e la nostra santificazione
a lode della tua gloria.
Amen
 
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