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Mercoledì, 30 Luglio 2014 10:26

Possibili itinerari di santità

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A luglio una schiera di santi della prima ora

di Mario Carrera

Abbiamo ancora negli occhi le immagini della canonizzazione dei due pontefici, i santi Angelo Giuseppe Roncalli e Carlo Wojtyla; due santi cresciuti nella santità all’ombra di san Giuseppe e nella devozione alla Vergine Maria. Nel mese di luglio la liturgia celebra la memoria di un drappello di santi che ci invitano a visitare le radici della nostra redenzione. Tra i personaggi sulla frontiera dell’Antico Testamento, il 26 luglio abbiamo i suoceri di san Giuseppe, i genitori di Maria, Gioacchino e Anna. Dopo di loro, accanto a Maria - festeggiata il 16 come Madonna del Carmelo -, incontriamo delle donne che hanno avuto un ruolo interessante nei giorni drammatici antecedenti la Pasqua e nel giorno stesso della risurrezione di Gesù.

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Trasmissione di Radio Mater condotta da don Mario Carrera, ogni 1° mercoledì del mese

Un cordiale ben trovati al nostro appuntamento mensile, per una preghiera, una riflessione, una contemplazione alla luce dell’esempio di san Giuseppe, vogliamo iniziare preparando il nostro animo in un clima di tranquilla preghiera.

Abbiamo scollinato il mese di maggio, dedicato dalla pietà cristiana alla venerazione della dolce sposa di san Giuseppe, Maria.

Da quattro giorni abbiamo iniziato il mese di giugno, il mese della mietitura e dei frutti della terra.

Nella nostra contemplazione, giugno avrà il suo centro di attrazione domenica prossima la solennità della Pentecoste, il compleanno della Chiesa. Questa nascita verso la fine del mese, il 27 giugno, ci farà approdare alla solennità del Sacro Cuore di Gesù, il focolare della carità divina che attira come una calamità le qualità positive della nostra esistenza cristiana e anche il rottame, le scorie dei nostri peccati per bruciarli al fuoco del suo amore.

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Lunedì, 16 Giugno 2014 13:41

Buono a sapersi - Giugno 2014

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La talpa e i conigli

In una splendida notte di luna diversi conigli si divertivano in uno spiazzo erboso giocando a mosca cieca. Il coniglio con gli occhi bendati si pose al centro. Gli altri gli saltavano e danzavano d’intorno; ora fuggivano ora si avvicinavano, ora gli tiravano orecchie e coda. Il povero coniglio si volta d’un tratto, allunga a caso le zampe, ma i compagni veloci indietreggiano ed egli afferra solo aria. Una stupida talpa, avendo sentito tutto quel baccano dalla sua tana sottoterra, si unì alla compagnia e, cieca com’era, fu subito acchiappata. «Signori», disse il coniglio, «non sarebbe leale bendare questa nostra sorella. Dobbiamo lasciarla andare, non ha vista e non può darsi aiuto». «Nient’affatto» rimbeccò la talpa, «sono stata presa secondo le regole del gioco; bendatemi!». «Volentieri, ecco la benda. Non credo che sia necessario annodarla strettamente». «Scusate» replicò la talpa indispettita, «legatela ben stretta. Vedo benissimo! Ancora più stretta, ancora posso vedere!».
Florian (1735-1794)
 
Lo scrittore francese commenta: molti di noi sono consci dei propri difetti, ma il confessarli è un’altra cosa; preferiamo dei veri malanni, pur di non riconoscere che ne siamo afflitti.

 


Contro le tarme 

In alternativa alla canfora, è utile disporre nell’armadio tamponi imbevuti di essenza di lavanda o di citronella. Al posto di queste sostanze una volta si usava spargere pepe macinato o semi di carota. In mezzo ai maglioni di lana si possono infilare sacchettini di tela contenenti chiodi di garofano, castagne d’India e alloro. Oppure si può preparare un miscuglio con scorze essiccate di mandarino o di limone, erba cedrina, menta ed eucalipto.
 

Formiche in vista?

Un buon rimedio il sale da cucina, il borotalco profumato, i fondi di caffé, la cenere e la canfora, sparpagliati in prossimità del formicaio e lungo il percorso seguito dalle sgradite ospiti. Oppure fate mazzetti di cerfoglio, una pianta erbacea molto comune, lavateli con aceto e poi disponeteli nei punti strategici, in modo che l’odore sgradevole respinga l’invasione. 
 
Per evitare che la cera coli, lasciate la candela a bagno in acqua salata almeno 8 ore prima di accenderla.
 
Per eliminare macchie di bruciato sulla piastra del ferro usate un panno imbevuto di aceto caldo e sale fino.
 

Papavero amico

Bronchite o insonnia? Mettete un cucchiaio di petali essiccati in mezzo litro di acqua bollente. Dopo una ventina di minuti filtrate. Bevetene durante la giornata.
 

I consigli DALLA NATURA

 

Il tiglio

E' un albero dall’alto fusto, comunissimo nei viali e nei parchi. I suoi fiori emanano un piacevolissimo odore e sono molto apprezzati dalla medicina popolare. L’infuso preparato mettendo un cucchiaino di fiori secchi in una tazza di acqua bollente è un ottimo tonico del sistema nervoso, inoltre vi aiuterà a risolvere raffreddori e catarro bronchiale, a calmare dolori e vomito, a facilitare il sonno e a favorire la diuresi. Il decotto di fiori, 50 gr. in un litro d’acqua, da bollire per 15 minuti, è impiegato nella cosmesi in lozioni atte a nutrire e ammorbidire la pelle troppo secca.
 

Limone amico

Per prevenire e curare il raffreddore, spremete un limone e al succo ottenuto aggiungete il bianco di un uovo. Sbattete bene con un cucchiaio, aggiungendo poco zucchero. Bevetene piccole dosi più volte durante il giorno.
 

L’utilità del sedano

Preparate un decotto utilizzando 10 gr. di foglie in 500 gr. di acqua da bollire per 5 minuti. Mescolatelo con del latte e bevetelo a digiuno per liberare i bronchi dal catarro e per curare le infiammazioni della gola. Lo stesso decotto è utile come diuretico e nei casi di reumatismi, gotta e acidi urici.
 

Risotto d’estate

Con verdure di stagione potrete preparare questo risotto in ogni periodo dell’anno

 
Ingredienti per 4 persone:
Riso 350 g, olio d’oliva extravergine 4 cucchiai, una cipolla piccola, 2 scalogni, una piccola rapa, 2 zucchine, mezzo peperone, una carota, 2 gambi di sedano, 3 cucchiai di piselli sgranati, un ciuffo di prezzemolo, un ciuffo di basilico, 8 dl di brodo vegetale, sale e pepe q.b.
 
1. Mondate le verdure, lavatele e tritatele grossolanamente. Fatele dolcemente appassire in un tegame, preferibilmente di terracotta, insiene con l’olio.
 
2. Quando le verdure saranno a metà cottura aggiungete il riso, mescolate più volte con un cucchiaio di legno, conditelo con sale e pepe macinato al momento e lasciatelo ben intridere nel condimento per 5 minuti circa.
 
3. Ricopritelo quindi con il brodo bollente e, senza rimescolare ulteriormente, fatelo cuocere coperto a calore molto lento per 15 minuti circa, poi unite il prezzemolo e il basilico tritati mescolate bene e servite in tavola.

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di Papa Francesco

Gli auguri del Papa ai padri di tutto il mondo nella festa di San Giuseppe, modello dell'educatore: “siate sempre molto vicini ai vostri figli!”.

 
«Giuseppe non era il padre di Gesù – ha detto il Papa - il padre di Gesù era Dio, ma lui faceva da papà a Gesù, faceva da padre a Gesù per farlo crescere. E come lo ha fatto crescere? In sapienza, età e grazia. Partiamo dall’età – ha proseguito - che è la dimensione più naturale, la crescita fisica e psicologica. Giuseppe, insieme con Maria, si è preso cura di Gesù anzitutto da questo punto di vista, cioè lo ha ‘allevato’, preoccupandosi che non gli mancasse il necessario per un sano sviluppo. Non dimentichiamo che la custodia premurosa della vita del Bambino ha comportato anche la fuga in Egitto, la dura esperienza di vivere come rifugiati – eh, Giuseppe è stato un rifugiato, con Maria e Gesù – per scampare alla minaccia di Erode. Poi, una volta tornati in patria e stabilitisi a Nazareth, c’è tutto il lungo periodo della vita di Gesù nella sua famiglia. In quegli anni Giuseppe insegnò a Gesù anche il suo lavoro, e Gesù ha imparato a fare il falegname con suo padre Giuseppe. Così Giuseppe ha allevato Gesù».

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di Maria Gloria Riva

Lo sguardo indagatore di Robert Campin

Entriamo nella bottega di San Giuseppe grazie allo sguardo indagatore di Robert Campin, artista fiammingo del XV secolo. La bottega è ritratta nello sportello di destra del suo Trittico di Mérode. Il desco appare così inclinato, nella sua prospettiva, da dare l'impressione di volersi rovesciare. Siamo così costretti a guardare gli strumenti da lavoro di san Giuseppe: tenaglie, martello, chiodi. Sono chiari riferimenti alla croce, supplizio sopra il quale morirà quel Figlio che sta per essergli dato. Nel pannello centrale del Trittico, infatti, è raffigurata l’Annunciazione della Vergine. Sul desco di Giuseppe, però, c'è un oggetto, che pur riconoscendolo, fatichiamo a comprenderne il senso. Si tratta di una trappola per topi.
Lunedì, 16 Giugno 2014 13:13

Giancarlo Rastelli accanto al malato

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di Gabriele Cantaluppi

"Con la carità della scienza"

La sorella Rosangela, giornalista e scrittrice, è oggi l’unica superstite della famiglia Rastelli, in seno alla quale  a Pescara il 25 giugno 1933 ha visto la luce Giancarlo. 

Il padre e la madre erano di origini parmensi: giornalista lui, maestra lei, fu proprio l’attività del padre a spostare la famiglia a Roma e a Sondrio fino a stabilirsi definitivamente a Parma, dopo la guerra. La direzione spirituale di Padre Molin Mosé Pradel, presso i gesuiti di San Rocco, convinse  Giancarlo a iscriversi nella Congregazione Mariana, incontrando un cristianesimo che dona amore gratuito senza chiedere nulla in cambio, così che potrà affermare: “Sapere senza saper amare è nulla. è meno di nulla. Alla fine della vita l’importante è avere amato. Sarete giudicati sull’amore e non sulla fede”. Si formò all’apostolato verso quelli che papa Francesco ha definito “gli scarti” dell’umanità, acquisendo nei loro confronti quella sensibilità che nel corso della sua professione gli farà ritenere l’ammalato appartenente alla categoria dei “nuovi poveri”, vedendovi riflesso il volto di Cristo. 
Lunedì, 16 Giugno 2014 13:09

Le perle di Giovanni Paolo II

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di Angelo Sceppacerca

Sempre in vista del prossimo Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, ma con ancora negli occhi le immagini della canonizzazione di Papa Giovanni Paolo II (27 aprile), vogliamo offrire ai nostri lettori alcune perle del suo vastissimo magistero sulla famiglia e alcuni flash di personalità che non solo lo hanno conosciuto, ma che furono proprio da lui scelti e per lunghi anni sono stati suoi esperti collaboratori in Istituzioni accademiche sui temi della famiglia
 
La Familiaris Consortio attribuisce alla famiglia un ruolo di primissimo piano nella missione della Chiesa. “La futura evangelizzazione dipende in gran parte dalla chiesa domestica” (FC 65). Questa dichiarazione è una autocitazione dal discorso tenuto all’Episcopato latino americano a Puebla il 28.1.1979.
“Chiesa santa di Dio, tu non puoi fare la tua missione, non puoi compiere la tua missione nel mondo, se non attraverso la famiglia e la sua missione”  (Discorso tenuto alle famiglie neocatecumenali, 30.12.1988).

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Domenica dell’ASCENSIONE

Anno A 1° Giugno
Salterio: Proprio 
Lezionario: At 1,1-11; Sal 46; Ef 1,17-23; Mt 28,16-20
 
Ascende il Signore tra canti di gloria
«E Gesù, avvicinatosi, parlò loro, dicendo: «Ogni potere mi è stato dato in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente».
Gesù è il figlio al quale è stato dato tutto ciò che è del Padre, ha il suo stesso potere. Chi ascolta Gesù vede e adora il Padre e diventa come lui, figlio, e quindi inviato ai fratelli affinché tutti diventino fratelli e sorelle.
 

Domenica:  PENTECOSTE  

Anno A – 8 giugno
Salterio:  Proprio
Lezionario: At 2,1-11.30-31; Sal 103; Cor 12,3b-7.12-13; Gv 20,19-23 
 
Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra
Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».
Il soffiare ricorda l’alito vitale che nel libro della Genesi crea l’uomo e ricorda anche la visione di Ezechiele che rianima le ossa aride. Gesù dona lo Spirito della Nuova Alleanza che ci dona un cuore nuovo capace di vivere secondo la Parola.
 
 

Domenica: SS. TRINITà

Anno A – 15 giugno 
Salterio: Proprio
Lezionario: Es 34,4b-6.8-9; Cant Dn 3,52-56;
2Cor 13,11-13; Gv 3,16-18
 
A te la lode e la gloria nei secoli
«Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Dio da sempre ama il mondo anche se il mondo lo rifiuta. L’amore del Padre è gratuito e senza riserve. Gesù che lo conosce lo vive e lo testimonia morendo in croce. Questo versetto è il cuore dell’evangelo di Giovanni che ci porta a confessare: «noi abbiamo riconosciuto e crediamo all’amore che Dio ha per noi».
 

Celebrazione: 

CORPO E SANGUE DI CRISTO

Anno A – 22 giugno

Salterio: Proprio
Lezionario: Dt 8,2-3.14b-16a; Sal 147; 1Cor 10,16-17; Gv 6,51-58
 
Loda il Signore, Gerusalemme
«Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò per la vita del mondo è la mia carne».
Gesù è pane «vivente» capace di donare la vita. Chi ne mangia vive da figlio e parteciperà alla risurrezione. La vita eterna, che già è donata a chi mangia di lui, è una comunione di amore con lui e la nostra morte non la interromperà, ma raggiungerà la sua pienezza.
 
 

Celebrazione: 

Santi PIETRO e PAOLO

Domenica  29 giugno
Salterio: Proprio
Lezionario: At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19
 
Il Signore mi ha liberato da ogni paura
«Poi Gesù, giunto nei dintorni di Cesarea di Filippo, domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?».
Il problema non è interrogarci su Dio, ma lasciarci interrogare da lui. Ogni domanda contiene la sua risposta.  Ogni domanda si apre al mistero e la fede ci abilita a rispondere al Signore che ci interpella. Lasciarci interrogare e rispondere è l’arte dell’avventura umana nei confronti di Dio.
 
Lunedì, 16 Giugno 2014 12:58

Invito a riguardare la fotografia!

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La Cresima per riscoprire un dono. La vita umana segnata dall’abbraccio di Gesù è profumata e tale fragranza si sente nel mondo

di Andrea Ciucci

Quasi tutte le fotografie della Cresima raffigurano il Vescovo che unge il cresimato sulla cui spalla si posa la mano del padrino. Questa immagine racchiude in sé tutti i simboli della Confermazione.
Il meno visibile di tutti è certamente il crisma, l’olio profumato usato per l’unzione. L’olio è il terrore di tutte le mamme: esso macchia, unge, non viene mai via. Proprio come l’amore di Dio nei confronti di ogni uomo: lo segna, lo macchia, non viene mai meno. Come ogni sacramento, all’opera nei segni c’è anzitutto e primariamente il Signore: è lui che segna e conferma la sua scelta di amore, la sua predilezione, la sua chiamata. Egli è il Dio fedele che mantiene fede alla sua promessa e nella cui fedeltà possiamo diventare a nostra volta affidabili e fiduciosi. 

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di Tarcisio Stramare

«La figura di san Giuseppe acquista una rinnovata attualità per la Chiesa del nostro tempo, in relazione al nuovo millennio cristiano». Venticinque anni fa, il 15 agosto 1989, Papa Giovanni Paolo II scriveva l’esortazione apostolica Redemptoris custos «sulla figura e la missione di san Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa», perché «l’intero popolo cristiano invochi fiduciosamente il suo patrocinio e tenga sempre dinanzi agli occhi il suo umile, maturo modo di servire e di partecipare all’economia della salvezza». Un’attualità poi sottolineata anche nel 2011 da una giornata di studi a Viterbo organizzata dalla congregazione dei giuseppini del Murialdo. Di quel convegno sono stati pubblicati gli Atti (Attualità del nostro santo, Roma, Edizioni Ocd, 2013, pagine 155, euro 13) in un piccolo volume che risulta utile per riconsiderare, alla luce della figura di san Giuseppe, alcune tematiche che caratterizzano oggi la riflessione della comunità cristiana. Pensiamo ad esempio al tema della paternità. La famiglia e le sue dinamiche sono al centro di svariati dibattiti, confronti, anche scontri.
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