Click to listen highlighted text! Powered By GSpeech
Super User

Super User

Monday, 02 March 2020 10:46

Da Cento anni affiliata alla Pia Unione

Condividi i nostri contenuti!

Caro e stimato don Mario,

le scrivo in occasione del santo Natale per godere insieme a lei della luce della fede accesa da Gesù in quella notte a Betlemme e per augurare a lei e ai suoi collaboratori la grazia dall’alto. Inoltre approfitto per inviarle il nome dei defunti da scrivere al Suffragio perpetuo della nostra Associazione, alla quale siamo iscritti da 100 anni.

Condividi i nostri contenuti!

Entusiasmo nell’apprezzare un dono da “scartare” come un regalo

 

Stimato Direttore,

invio a lei e ai collaboratori della Pia Unione Transito di san Giuseppe vivissimi auguri. Vi auguro che Dio consolidi l’impegno ed accresca la catena umana di adesione alla Vostra azione apostolica perché il Regno di Dio possa essere accolto e dimorare in ogni cuore.

Condividi i nostri contenuti!

Caro e stimato Direttore,

la mia devozione a san Giuseppe mi spinge a rendere testimonianza della sua potente intercessione, per una straordinaria conversione di un nostro parente, lontano da tanto tempo dalla pratica religiosa. Mi sono rivolto con molta fiducia a san Giuseppe e, inaspettatamente, questo mio parente ha chiesto il sacerdote.  Tutti noi di casa abbiamo ritenuto questo fatto una grazia grande, quasi un miracolo dal modo con cui egli si è riconciliato.

Saturday, 30 May 2020 12:39

Maestri di “realtà”

Condividi i nostri contenuti!

di Eraldo Affinati

Credo che l’essenza del maestro sia la sua consapevolezza di finitudine. Sapere che ogni essere umano occupa un piccolo segmento nella grande Storia produce in certi individui la spinta necessaria a consegnare il testimone. Ciò comporta due fasi esistenziali: la prima è assorbire la tradizione, la seconda è trasmetterla. Nel momento in cui ciò accade, le generazioni si incontrano. Il punto di saldatura della civiltà s’identifica nella famiglia e nella scuola.

Condividi i nostri contenuti!

di Eraldo Affinati

Siamo tutti ossessionati dal risultato. E invece ogni vero percorso educativo non dico che dovrebbe prescinderne, perché in realtà resta fondamentale sapere dove siamo diretti e in quale luogo vogliamo andare, ma avrebbe bisogno di elaborare passioni in grado di sostenere il cammino, prima di condurci al traguardo. Saper restare nel fuoco della battaglia, senza illuderci di potersene affrancare, rappresenta il coraggio pedagogico più distintivo.

Condividi i nostri contenuti!

di Eraldo Affinati

Basta guardare nel volto il prossimo per accendere la luce dei riflettori sulla vera strada.
Non muoversi come se fossimo una palla di biliardo schizzata chissà dove

Condividi i nostri contenuti!

di Eraldo Affinati

Essere presenti là dove siamo: sembra banale, quasi un ossimoro, eppure oggi bisogna conquistare tale centralità. Dal momento che abbiamo innumerevoli possibilità informative, rischiamo di perdere di vista la posizione in cui gli altri ci vedono. Tenere le radici ben salde potrebbe aiutarci a superare la frammentazione, uno dei peggiori mali contemporanei. Vivere a compartimenti stagni, da una parte il lavoro, dall’altra lo svago, qua i figli, là gli amici, dentro di noi i sogni, fuori di noi quella che Pavese definiva “la rugosa realtà”: credo sia questa la palude in cui stiamo sprofondando.

Thursday, 02 January 2020 14:20

Una vita responsabile

Condividi i nostri contenuti!

Dio non ti chiede di più

di Eraldo Affinati

Una vita responsabile dovrebbe essere la base del patto pedagogico. La fondazione di qualsiasi legame educativo. Il traguardo da raggiungere per ogni genitore. Altrimenti la relazione dell’adulto con il giovane può ridursi a un discorso professionale, privo di densità emotiva, povero di emozioni. In questa prospettiva la semplice lezione o spiegazione del programma da svolgere è un misero scampolo di ciò che dovremmo aspettarci dalla scuola. Un’appendice che nessuno legge. è necessario evitare ogni voce microfonica. Quello che diciamo e facciamo dev’essere il frutto della nostra vita. Soltanto così potremo essere credibili.

Condividi i nostri contenuti!

di Rosanna Virgili

Giuseppe era stato costretto a lasciare la sua terra, spinto dalla paura e dalla preoccupazione per il suo figlioletto ricercato da Erode. 

Per ben quattro volte un angelo appare a Giuseppe di notte. Siamo arrivati alla terza “irruzione” celeste nel cuore dei sogni di Giuseppe. Ci troviamo in Egitto e possiamo immaginare come lì Giuseppe avesse, magari, trovato un’occupazione che gli permettesse di provvedere alla sua famiglia, mentre Maria era intenta ad accudire il neonato Gesù. Ma il desiderio di tornare in patria doveva tener sempre sveglio il cuore del padre.

Thursday, 09 April 2020 12:57

Giuseppe un padre a tempo pieno

Condividi i nostri contenuti!

di Rosanna Virgili

«Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: Dall’Egitto ho chiamato mio figlio» (Mt 2,14-15).

Suggestiva e toccante la scena in cui volge il Vangelo di Matteo nel prosieguo del racconto della nascita di Gesù. Giuseppe, ormai divenuto per scelta e vocazione, il padre terreno di Gesù, inizia davvero il suo cammino verso il figlio. Nella notte il suo sonno è leggero e nervoso a causa di ciò che i Magi gli hanno fatto intuire.

Page 6 of 233
Click to listen highlighted text! Powered By GSpeech