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Spunti per l’ora santa di febbraio

di Ottavio De Bertolis

Questo mese inizia con la festa della presentazione di Gesù al Tempio; in questo inizio d’anno possiamo prendere spunto proprio dal Vangelo di questa festa per la nostra Ora Santa, ricordando che questa pia pratica viene fatta proprio per offrire al Cuore di Gesù amore e riparazione per i peccati commessi dalle anime consacrate, secondo la sua precisa richiesta a santa Margherita Maria.

Possiamo dunque iniziare il nostro tempo di preghiera invocando come di consueto la luce e la grazia dello Spirito Santo, esplicitando il nostro desiderio di offrire a Gesù amore e gratitudine in riparazione delle tante ingratitudini con le quali è offeso, da tutti noi e in particolare da coloro che più dovrebbero essergli fedeli, appunto le anime a lui consacrate. Quindi leggiamo e rileggiamo il testo del Vangelo: qui sarà Lc 2, 22-40, la storia della presentazione di Gesù al Tempio. Alla scuola di sant’Ignazio, dopo avere letto e riletto più volte la storia, mi fermerò contemplando la scena, e quasi entrando in essa: osservo le persone, i fatti che si svolgono, ascolto quel che dicono o che potrebbero ancora dire, noto nei dettagli quanto accade. Cerco di entrare io stesso nel quadro, di modo che quello che vedo o sento non sia solamente esterno a me, ma, in qualche modo, mi coinvolga come qualcosa che è a me contemporaneo, che sta accadendo anche a me, che chiede una mia partecipazione e una mia risposta. Qui mi soffermerò, e farò un colloquio con Gesù, secondo quanto in me sento di dovere o potere dire. Dal colloquio poi posso anche ritornare a considerare i fatti narrati, a comprenderli nel loro significato o parte di significato che ora mi interpella, a osservare quel che fanno e ascoltare quel che dicono, e di nuovo ritornare al colloquio, di modo che ci siano come dei continui rimendi tra il testo da me meditato o immaginato e il colloquio che faccio io personalmente con Gesù o con le altre persone lì presenti. Il tutto durerà un’ora intera e continua, terminando con un Padre nostro.

In questo mese, vorrei in particolare sottolineare come Gesù viene offerto per adempiere quella Scrittura che dice “Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore”. Ma Gesù non ha in effetti bisogno di quel rito, perché  è consacrato a Dio da sempre, e la sua consacrazione è talmente forte che rende anche noi consacrati a Lui. Infatti nel Vangelo Gesù afferma che “per loro consacro me stesso”. Anche san Paolo dice che Cristo Gesù è diventato per noi “sapienza, giustizia, santificazione (cioè: consacrazione), e redenzione”. Il suo Cuore è consacrato al Padre perché solo in Lui si può dire che si adempie quanto sta scritto: “amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze”. Gesù dunque ci dona il suo cuore perché anche noi possiamo amare il padre suo e nostro come Lui stesso lo ama, aderire a Lui con tutto noi stessi: Gesù è il fondamento e l’origine di ogni consacrazione, poiché ci dona il suo Spirito. E “l’amore di Dio è stato effuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato”. Contempliamo dunque in questo passo o scena che Gesù offre se stesso, ma in Lui, per Lui e con Lui tutti noi siamo offerti e presentati al padre in un solo Spirito con Lui, e diventiamo consacrati al Padre insieme a Lui. Chiediamo quindi la grazia di scegliere e desiderare per noi quello che Lui ha scelto e desiderato per sé.

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