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 Un cordiale ben ritrovati in quest’oasi di riflessione, di preghiera e di aggiornamento nello spirito all’ombra del papà terreno di Gesù: il patriarca san Giuseppe.

Il caldo, le giornate lunghe, forse la stanchezza  ci creano un po’ di difficoltà a stare incollati alla radio per ascoltare, il nostro incontro è un invito a rilassarci e permettere allo Spirito di donarci un po’ di sollievo e occhi luminosi per guardare con fiducia il futuro. Noi che  molte volte viviamo  in difficoltà per la nostra povertà di salute, di compagnia, poveri della stima degli altri, poveri di rapporti con la gente,  siamo in una condizione privilegiata per la speranza. Le persone povere hanno il segreto della speranza, mangiano  ogni giorno dalla mano di Dio il pane della speranza. I poveri che si fidano di Dio hanno occhi buoni per osservare i fili luminosi che tessono le ore della giornata. Sanno che ieri è stato solo un sogno veloce, il domani è solo una visione, ma che il presente, l’oggi, se ben vissuto con sentimenti positivi, fa del nostro recente passato una bella pagina di serenità e del domani una visione di speranza. 

Per ricordare bene il passato e aprire gli occhi gioiosi sul futuro è necessario vivere bene il momento presente.

 Papa Francesco prima di invitarci a custodire la terra  e a lasciarla migliore per le generazioni futuro di quanto l’abbiamo trovata, per noi credenti  ha dettato nella Evangelii gaudium  una possibile sorgente di gioia del nostro vivere.

La fontana delle gioia è sognata da tutti. Un filosofo ha scritto che «tutta la terra è stata disegnata da Dio in modo che il viso dell’uomo si sollevi  lo sguardo, la mente e il cuore dell’uomo si domandino, il senso del vivere, se non si ha la grazia di incontrare tra i sentimenti nobili della nostra vita un senso, il peso del mondo e tutti i suoi problemi ci pesano sul cuore e lo soffocano.    

 La fede del nostro battesimo ci ha fatto incontrare Gesù e la sua buona notizia.  Per questo papa Francesco inizia la sua enciclica con queste parole: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia. In questa Esortazione desidero 

 

 indirizzarmi ai fedeli cristiani per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice marcata da questa gioia e  indicare vie per il cammino della chiesa per i prossimi anni»

Questa visione gioiosa sul mondo e sulla redenzione di Gesù non deve stare chiusa in una cassaforte come una perla di inestimabile valore, ma è chiamata a navigare nei mari dell’umanità.

Il papa dice che Gioia che si rinnova e si comunica e prosegue:

 «Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto.

3. Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore».  Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici». Ci fa tanto bene tornare a Lui quando ci siamo perduti! Insisto ancora una volta: Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia. Colui che ci ha invitato a perdonare «settanta volte sette» (Mt 18,22) ci dà l’esempio: Egli perdona settanta volte sette. Torna a caricarci sulle sue spalle una volta dopo l’altra. Nessuno potrà toglierci la dignità che ci conferisce 

questo amore infinito e incrollabile. Egli ci permette di alzare la testa e ricominciare, con una tenerezza che mai ci delude e che sempre può restituirci la gioia. Non fuggiamo dalla risurrezione di Gesù, non diamoci mai per vinti, accada quel che accada. Nulla possa più della sua vita che ci spinge in avanti!».

 Papa Francesco chiude la sua esortazione apostolica indicando in Maria «uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto. In lei vediamo che l’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti. Guardando a lei scopriamo che colei che lodava Dio perché «ha rovesciato i potenti dai troni» e « ha rimandato i ricchi a mani vuote» (Lc 1,52.53) è la stessa che assicura calore domestico alla nostra ricerca di giustizia. È anche colei che conserva premurosamente «tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19). Maria [e aggiungiamo noi anche san Giuseppe] hanno saputo riconoscere le orme dello Spirito di Dio nei grandi avvenimenti ed anche in quelli che sembrano impercettibili. Sono stati contemplativi del mistero di Dio nel mondo, nella storia e nella vita quotidiana di ciascuno e di tutti. La famiglia di Nazareth è stata esemplare: Maria donna orante e lavoratrice a Nazareth, ed è anche nostra Signora della premura, colei che parte dal suo villaggio per aiutare gli altri «senza indugio» (Lc 1,39) Giuseppe attento e premuroso sempre disponibile. Questa dinamica di giustizia e di tenerezza, di contemplazione e di cammino verso gli altri, è ciò che fa di loro fa un modello ecclesiale per l’evangelizzazione. 

A Maria  e a Giuseppe chiediamo che con la loro preghiera materna e paterna ci aiuti affinché la Chiesa diventi una casa per molti, una madre per tutti i popoli e renda possibile la nascita di un mondo nuovo.

 È il Risorto che ci dice, con una potenza che ci riempie di immensa fiducia e di fermissima speranza: «Io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21,5). Con Maria avanziamo fiduciosi verso questa promessa, e diciamole:

 

Vergine e Madre Maria,
tu che, mossa dallo Spirito,
hai accolto il Verbo della vita
nella profondità della tua umile fede, 
totalmente donata all’Eterno,
aiutaci a dire il nostro “sì”
nell’urgenza, più imperiosa che mai,
di far risuonare la Buona Notizia di Gesù.

Tu, ricolma della presenza di Cristo,
hai portato la gioia a Giovanni il Battista,
facendolo esultare nel seno di sua madre.
Tu, trasalendo di giubilo,
hai cantato le meraviglie del Signore.
Tu, che rimanesti ferma davanti alla Croce 
con una fede incrollabile,
e ricevesti la gioiosa consolazione della risurrezione,
hai radunato i discepoli nell’attesa dello Spirito
perché nascesse la Chiesa evangelizzatrice.

Ottienici ora un nuovo ardore di risorti
per portare a tutti il Vangelo della vita
che vince la morte.
Dacci la santa audacia di cercare nuove strade
perché giunga a tutti 
il dono della bellezza che non si spegne.

Tu, Vergine dell’ascolto e della contemplazione,
madre dell’amore, sposa delle nozze eterne,
intercedi per la Chiesa, della quale sei l’icona purissima,
perché mai si rinchiuda e mai si fermi 
nella sua passione per instaurare il Regno.

Stella della nuova evangelizzazione,
aiutaci a risplendere nella testimonianza della comunione,
del servizio, della fede ardente e generosa,
della giustizia e dell’amore verso i poveri,
perché la gioia del Vangelo
giunga sino ai confini della terra
e nessuna periferia sia priva della sua luce.

Madre del Vangelo vivente,
sorgente di gioia per i piccoli,
prega per noi.
Amen. Alleluia.

 

 

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