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Trasmissione di Radio Mater condotta da don Mario Carrera, ogni 1° mercoledì del mese

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Caro San Giuseppe, all’inizio di questo mese in cui nel ricordo dei nostri cari defunti abbiamo bisogno non solo di tanta, ma di tutta la gioia dei santi per riuscire ad affrontare il doloroso tema della morte che tu, o caro San Giuseppe, hai sostenuto con il conforto e con la presenza di Gesù e della tua dolce e affezionata sposa, Maria santissima. In questo momento di preghiera, di riflessione vogliamo squarciare il cielo e alla luce del Vangelo delle parole del tuo figlio Gesù, alla luce dello Spirito Santo e con l’aiuto anche dei nostri cari defunti vorremmo che questi momenti così dolorosi e drammatici, divenissero luminosi e considerare come verità di fede che la morte è il sonno che ci risveglia in Dio.

 In questi nostri tempi avendo la scienza allungate le stagioni della vita, siamo tentati di vivere un’eterna giovinezza.

 In un secolo la vita media ha raddoppiato gli anni, se cento anni, fa la vita media era di 40 anni, oggi, la vita media sembra assestata sugli ottant’anni.
 Per questo motivo, in questa nostra misteriosa e schizofrenica stagione della storia si parla poco e male della morte.

 Chi per un lutto recente ha conosciuto la morte, e anche noi che abbiamo visto persone amate passare il guado della vita terrena verso l’eternità, prendiamo molto sul serio la morte, anzi la risposta al dilemma della morte, in realtà, dona significato alla nostra vita. 

 Don Guanella nei suoi scritti parlando della morte la chiamava «madre» perché ci partorisce all’eternità e da quell’eternità prendiamo il senso del vivere.  San Luigi Guanella scrive testualmente: «Non dite mai male della morte. È madre che si abbraccia al figlio... è consigliera che guida... è amica che accompagna...».

 

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