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di Stefania Severi
Disegni di Alfredo Brasioli

Per seguire, in un percorso storico-artistico, le tracce della diffusione del Cristianesimo a Roma, iniziamo dal primo dato storicamente incontrovertibile, il principato di Ottaviano Augusto sotto il quale, “toto orbe in pace composito”, come si legge nel Martyrologium Romanum, ebbe luogo il censimento in tutto l’Impero.

A tale censimento non si sottrasse neppure Giuseppe della stirpe di Davide, che si recò a tal fine a Nazareth con la sposa in attesa di un figlio… Il resto della storia è noto. E’ da sottolineare che il censimento di tutti i popoli soggetti a Roma avveniva con la ritrovata pace, infatti Ottaviano era giunto al potere dopo anni di guerra civile scatenata dall’uccisione di Giulio Cesare.

La celebre battaglia navale di Azio, in cui Ottaviano aveva sconfitto Antonio, l’ultimo suo antagonista alleatosi con Cleopatra dei Tolomei d’Egitto, aveva decretato la fine della guerra. E da quel 31 a.C., per gli storici, termina l’Ellenismo, cioè la supremazia linguistico culturale della Grecia, ed inizia l’Età romana. Ottaviano riconquistato stabilmente il potere si pose al riordino dell’Impero ed al riassetto urbanistico di Roma. Con una certa enfasi non priva di verità egli disse che aveva trovato una città di mattoni e l’aveva restituita in marmo.

Ottaviano, ricevuto il titolo di Augusto nel 27 a.C., volle, tra l’altro, che fosse costruito un altare pubblico per celebrare la ritrovata pace: l’Ara Pacis Augustae (13-9 a.C.). Eretta lungo il tratto urbano della Via Flaminia, verso il Campidoglio, l’ara finì sotto alcuni palazzi dell’odierna via del Corso. Scavi protrattisi fino ai primi del XIX secolo riportarono alla luce numerosissimi frammenti. Si pensò pertanto di ricostruirla verso il Lungotevere, presso il Mausoleo che Ottaviano aveva fatto erigere per sé e per la propria famiglia, al limite dell’antico Campo Marzio. Stiamo parlando di una zona che ora prende il nome di Piazza Augusto Imperatore e Lungotevere in Augusta. Ancora oggi il mausoleo è in restauro mentre è completato il nuovo edificio a protezione dell’ara, progettato dall’architetto statunitense Richard Meier, che ne consente una parziale visione anche dall’esterno grazie all’impiego di ampie vetrate.

L’ara è costituita da un podio rettangolare delimitato da un muro, con accesso, su un lato corto, attraverso una scalinata. All’interno è l’altare per i sacrifici. Splendidi sono i rilievi interni ed esterni. La zoccolatura è ornata con eleganti girali di foglie d’acanto. Sui lati lunghi è raffigurata la processione svoltasi in occasione dell’inaugurazione dell’ara con la presenza della Gens Iulia, la famiglia di Ottaviano. Nei lati corti sono figurazioni allegoriche tra le quali la Saturnia Tellus, l’Italia, simboleggiata da una donna giovane e fiera, circondata da animali e piante tipici della nostra penisola.

Ma a Roma c’è anche un luogo che lega specificamente Ottaviano a Gesù: la Chiesa di Santa Maria d’Aracoeli. Come indica il nome di questa Chiesa, essa sorge nel luogo in cui la Sibilla avrebbe predetto ad Ottaviano che sarebbe sorto un altare del Figlio di Dio. Non a caso la Chiesa è sull’arce, la cima più alta del Campidoglio, il colle sacro dell’antica Roma.

Ancora un edificio congiunge Roma alla nascita di Gesù, la Basilica di Santa Maria Maggiore. Ma questa è un’altra storia.

 

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