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Un affettuoso saluto a tutti, a chi si trova a casa, a chi è in macchina, in viaggio, a chi soggiorna nei luoghi di villeggiatura, ma in particolare alle persone in difficoltà per tante ragioni, per la salute sia fisica che morale, per i disagi dell’incomprensione, anche una carezza ai bambini e a tutti un incoraggiamento affinché il Dio della vita con l’intercessione potente di San Giuseppe ci possa donare gioia di vivere e la forza per affrontare senza paura le difficoltà che incontriamo nel sentiero della nostra esistenza. Oggi la chiesa celebra la memoria di San Alfonso Maria dei Liguori, fondatore dell’ordine dei Redentoristi.
Questo santo che dopo aver esercitato la professione di avvocato, si è fatto prete, ha fondato appunto l’ordine dei  Redentoristi e fu vescovo nella regione campana a Sant’Agata dei Goti in Campania, Sant’Alfonso è stato un grande devoto di San Giuseppe.
Innanzitutto ha  consacrato il suo ordine alla protezione di San Giuseppe.
Era una grande intelligenza ed è stato paragonato a San Tommaso. Ha scritto libri di teologia morale he hanno formato nei seminari generazioni e generazioni di giovani preti.
Uomo di grande capacità comunicativa, sapeva parlare ai dotti e alle gente semplice; ha scritto un libro di novene a San Giuseppe. Nei suoi scritti di morale e nella preghiera cita spesso San Giuseppe come patrono dei morenti e il santo della buona morte.
Ma tutti noi  ricordiamo Sant’Alfonso perché è l’autore del canto natalizio:  «Tu scendi dalla stelle, o re del cielo e vieni in una grotta al freddo e al gelo». Vogliamo come sempre iniziare la nostra trasmissione rivolgendo una preghiera a San Giuseppe con molta confidenza e fiducia.
In questa calura estiva, carissimo San Giuseppe, idealmente ci mettiamo davanti a te per confidarti un sentimento di gioia, per l’impulso che ha indotto il Papa Benedetto a indire un anno dedicato alla fede per recuperare la nostra identità cristiana, sorgente della nostra gioia che nasce dal nostro cordiale rapporto con Gesù, passando dalla nostra confidenza fiduciosa in San Giuseppe.
Vorrei iniziare questo momento di preghiera, di riflessione, di dialogo sulla figura di san Giuseppe citando una frase di Santa Teresa d’Avila che fu una grande devota di San Giuseppe e la chiesa ce la indica come dottore, cioè maestra di vita spirituale.
La frase dice: «Le parole conducono ai fatti. Preparano l’anima, la rendono pronta e la commuovono sino alla tenerezza» e, in altra parte della sua autobiografia, oltre a raccomandare la lettura di qualche buon libro per meglio raccogliersi in Dio, di lei stessa diceva: «Per me bastava anche la vista dei campi, dell’acqua, dei fiori: cose che mi ricordavano il Creatore, mi scuotevano, mi raccoglievano e mi servivano da libro». Tutto questo mi pare che possa  valere anche per noi oggi: leggere un buon libro e ammirare la natura come splendido mosaico della fantasia creatrice di Dio.
Ma per tornare a noi, ricordiamo la citazione di Santa Teresa: «Le parole conducono ai fatti. Preparano l’anima, la rendono pronta e la commuovono sino alla tenerezza». Insiste sulle due parole: anima e tenerezza.
Per rendere la nostra anima pronta, attenta e disponibile all’azione della grazia di Dio, che è sempre tenerezza, abbiamo bisogno di parole efficaci che sappiano entrare nella fortilizio  del nostro spirito, troppo spesso chiuso ed inviolabile alle sollecitazioni esterne, e refrattario a lasciarsi impastare  con la forza del lievito evangelico della parola.
Noi  guardiamo a San Giuseppe che è un libro vivente nel quale vediamo praticate le stesse virtù che desideriamo sentire cantare  nel cielo della nostra anima.
Benedetto XVI, che in questo periodo sta preparando il terzo volume su Gesù di Nazareth, che riguarderà la prima fase della vita di Gesù, dalla nascita all’inizio della sua vita pubblica, ai giovani diceva: «la preghiera non distoglie dalla vita, ma aiuta ad essere veramente se stessi in ogni ambiente, fedeli alla voce di Dio che parla alla coscienza». E ancora: « Cari amici, la fede e la preghiera non risolvono i problemi, ma permettono di affrontarli con una luce e una forza nuova , in modo degno dell’uomo, anche in un modo più sereno ed efficace.
Se guardiamo alla storia della chiesa vedremo che è ricca di santi e beati  che, proprio partendo da un intenso e costante dialogo con Dio, illuminati dalla fede, hanno saputo trovare soluzione creative, sempre nuove, per rispondere a bisogni umani concreti in tutti i secoli: la salute, l’istruzione, il lavoro. La loro intraprendenza era illuminata dallo Spirito Santo e da un amore forte e generoso per i fratelli, specialmente per quelli  più deboli e svantaggiati».


Ascolta!

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