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Una testimonianza edificante

di p. Camillo Maccise

Quando, poco più di un anno fa, mi hanno scoperto il tumore, la prima cosa che ho fatto è stata di ringraziare Dio per i 73 anni di salute che mi aveva concesso e quindi mi sono messo nelle sue mani. Un nostro religioso mi chiese se vivevo in una notte oscura questa prova che il Signore mi aveva mandato. Gli risposi… della notte oscura, niente. Piuttosto, che avevo una specie di assenza di sentimenti e l’impressione di un vuoto, ma nella pace. Inoltre è cresciuta in me la convinzione che la cosa migliore, come diceva Edith Stein, è di lasciarci guidare dal Signore.   Dai nostri santi ho imparato molte cose, e soprattutto dalla parola di Dio. La parola di Dio, che è Gesù Cristo, che mi ha guidato durante i 50 anni di sacerdozio. Non so tuttavia se potrò celebrarli in questo mondo, o già in cielo. Il 29 aprile si compiono i 50 anni della mia ordinazione sacerdotale. Ci sono dei testi biblici che esprimono la mia esperienza spirituale: «Le vie di Dio non sono le nostre vie, né i suoi pensieri sono i nostri pensieri». «Tutte le vie di Dio sono misericordia e fedeltà». «Tutto coopera al bene di coloro che amano Dio», anche i peccati. «Se uno si sente stanco, venga a me e io gli darò sollievo». Cristo non ci toglie la croce, ma ci aiuta a portarla. «Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione! Egli ci consola in ogni nostra tribolazione, perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione con la consolazione con cui noi stessi siamo consolati da Dio». «Getta nel Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno» «In Dio viviamo, ci muoviamo ed esistiamo».
Dai nostri santi ho imparato tante cose: dalla nostra Santa Madre (Teresa d’Avila) ho imparato: «Niente ti turbi, niente ti spaventi»; dalla stessa Madre ho imparato ciò che dice il libro della sua vita, al capitolo 19: «Dio non si stanca di dare, noi non stanchiamoci di ricevere». Dal nostro Padre san Giovanni della Croce ho imparato il cammino della fede e che «lo sguardo di Dio verso di noi è amore» e «dove non c’è amore, metti amore e nascerà amore». Da Teresa di Lisieux ho imparato: «Più sarai tra i poveri e più il Signore ti amerà». Da Edith Stein ho imparato ciò che significa la ricerca della verità e che ciò che non era nei miei piani era nei piani di Dio.
Al termine della mia vita, ciò che ho sperimentato è stato soprattutto la gratuità di Dio: gratuità di Dio che mi ha dato la vita; gratuità di Dio che mi ha fatto nascere in una famiglia molto buona, una famiglia integra, una famiglia unita; gratuità di Dio che mi ha chiamato al Carmelo; gratuità di Dio che mi ha guidato nel cammino della mia preparazione all’ordinazione sacerdotale e alla vita religiosa; gratuità di Dio adesso nella mia malattia, in cui fin i più piccoli dettagli sono pensati da lui ed egli va ad essi incontro. Fratelli e sorelle: poi arriva certamente il momento in cui ci troveremo tutti lassù nel Carmelo del cielo, nel frattempo, continuiamo a camminare e a mettere al servizio di Dio e della Chiesa questo carisma così stupendo che ci hanno dato santa Teresa di Gesù e san Giovanni della croce.

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