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«I genitori non soltanto comunicano ai figli il Vangelo, ma possono riceverlo da loro profondamente vissuto»

di Michele Gatta

Uln dato che continua a sorprendere è che nonostante le varie difficoltà che ne condizionano il funzionamento, la famiglia risulta in cima alle preferenze come fattore di felicità. Nel disegno di Dio, la famiglia è il luogo in cui l’amore è di casa. Nient’altro costituisce, lega, fa essere la famiglia se non l’amore. Per sua natura l’amore familiare è caratterizzato da gratuità, donazione autentica, piena reciprocità, rispetto per la persona.

«Sandra, fin da piccola, ha sempre mostrato una grande apertura verso gli altri. Glielo avevamo insegnato noi, suoi genitori, eppure quando un giorno ci chiese di ospitare una sua amica con delle difficoltà, rimanemmo un po’ perplessi. Questa ragazza, sentendosi amata, pian piano cominciò a rivelarci i suoi problemi familiari. Dopo pochi giorni partì e ci ringraziò molto. In realtà, eravamo noi a ringraziare nostra figlia, che ci aveva dato modo di aprire il nostro cuore e di creare un rapporto profondo con la sua amica. In seguito poi insieme hanno organizzato delle raccolte a favore dei terremotati»

A raccontarci questo spaccato di famiglia è una coppia italiana, Maria Luisa e Giovanni, che senza darsi delle grosse metodolgie educative, ma la semplice testimonianza hanno innescato una modo di agire nei loro figli aderente alla parola del Vangelo.

«Nostro figlio Massimo, divenuto grande, ci è sembrato vederlo allontarnasi da noi, indifferente a quanto gli dicevamo, insoffernte alla nostra disponibilità verso gli altri. Come genitori sapevamo di non doverlo assillare con prediche, sicuri che Dio avrebbe continuato a indicargli la giusta strada. 

Quando è arrivato poi il momento di imbarcarsi sull’aereo che lo avrebbe portato all’estero per un periodo di studio, ci ha consegnato una lettera per i suoi amici, dicendoci che potevamo leggerla anche noi. Era un modo per rivelarci i tesori del suo animo che non avevamo saputo vedere. Un dono inaspettato che colmava un vuoto nei nostri cuori». 

I figli di questa coppia hanno assistito sin da piccoli del rapporto che i genitori hanno costruito con Joe, un giovane nigeriano che voleva vendere qualche oggettino. Lo avevano poi inviato ad un incontro in parrocchia e così negli anni lo hanno aiutato a trovare lavoro, casa, e poi a mettere su famiglia. Fin quando ha chiesto alla nostra coppia di fare da padrini al battesimo del suo piccolo. Una amicizia nata “aprendo la porta di casa».

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