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La santità non è contraria all’impegno nell’impresa o nel lavoro. Anzi, sono stelle che si accendono e che rendono più giusta la città degli uomini.

di Michele Gatta

La storia di questo mese è di uno di noi, per così dire di uno della “porta accanto”. Di un ingegnere idraulico che si occupa in particolare di depurazione delle acque in una regione del Sud Italia. Appena arrivato in azienda si rese conto che forse era l’unico a trovarsi lì non per raccomandazioni, ma per il curriculum.

Con grande impegno nei primi mesi riuscì ad avviare i cinquanta depuratori di cui si doveva occupare che fino ad allora era rimasti fermi. In seguito anche per altre ditte si era occupato delle acque da depurare. Racconta che «ovunque andavo mi rendevo conto che la gestione rigorosa delle acque pubbliche, la salute dei cittadini, il furuto dei nostri figli, il bene di una città erano valori di secon’ordine rispetto al profitto e agli interessi privati». Finché non gli fu proprio chiesto di mettere in second’ordine quei valori in cui aveva sempre creduto. Per creare profitti, in uno dei comuni, venivano scaricati i fanghi di depurazione nel torrente limitrofo che sfociava, dopo pochi chilometri, in mare. In seguito, a più di dieci anni, ci sono stati i primi arresti. 

«Non volevo essere il cristiano della domanica». è quello che si ripeteva in continuazione per non lasciarsi coinvolgere. La moglie e degli amici che con lui vivevano il Vangelo lo aiutavano a recuperare la gioia e la luce delle scelte controcorrenti. «La mia coscienza, la mia educazione, i miei ideali, mi richiedevano di andare contro queste pratiche». Roberto decise di licenziarsi, meglio essere povero che disonesto. 

Anche in seguito si è dovuto dimettere da altri incarichi. Ha fatto anche esperienze positive per quanto riguarda la gestione degli impianti di depurazione. In una di queste, una cooperativa sociale sul litorale, era assieme ad altri due. Lui ingegnere, un elettricista e un operaio con un passato di tossicodipendente, che grazie a questa opportunità ha potuto reinserirsi nel mondo del lavoro. I risultati sono stati eccezionali, tanto che un tecnico di laboratorio nel controllare non aveva mai visto l’acqua così pura, pensando ad una manomissione.

Attualmente gestiste una depuratore comunale e altre piccole realtà private. Quel tecnico che non credeva all’acqua così pura, adesso porta le scolaresche a visitare gli impianti che ha in gestione il nostro ingegnere.

Il prezzo della coerenza è alto. La sua situazione economica non è migliorata. Ma ha creduto all’amore di Dio anche se significa fare scelte controcorrente. «Questa mattina sono andato a camminare sulla spiaggia. Davanti allo spettacolo del mare e dei riflessi del sole sull’acqua, ho sentito la presenza di Dio che mi rassicurava: sono sulla strada giusta».

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