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Come Maria chi cerciamo veramente?

di Gianni Gennari

Il pianto di Maria di Magdala al sepolcro vuoto... «Mentre Maria parlava si voltò e vide Gesù in piedi, ma non si avvide che era lui. Gesù non le disse: «Donna, perché piangi?», ma: «Chi cerchi?». (cf. Gv 20, 14)


Gli angeli glielo avevano già chiesto a Maria del “perché” piangesse e ora Gesù stesso raddoppia la domanda, però non ripete «Perché piangi?», ma precisa: «Chi cerchi?».  È importante per l'interpretazione autentica di ogni pianto umano degno di questo nome. Il pianto non può essere puramente e semplicemente il rimpianto del passato; il pianto, degno di avere cittadinanza nella storia, è ricerca: il piangere senza cercare il motivo infatti è distruggersi, mentre piangere cercando è voler ricostruire un mondo diverso, un mondo in cui sia possibile non piangere più. 

Ecco perché la dignità importante non è di chi piange soltanto, ma di chi piange cercando, di chi cerca piangendo la vita non è semplicemente di chi muore ponendo la parola fine all'esistenza ma di chi muore cercando il fine dell'esistenza. 

Sembra un gioco di parole, eppure è ciò che distingue i credenti da coloro che non credono in niente e non parlo in questo momento esclusivamente di fede religiosa; si piange per nascere. Sono nato! Anche il pianto è per la vita. Non basta piangere, bisogna creare. Non basta nascere, bisogna vivere.

Ecco perché Gesù non chiede a Maria soltanto perché piange, ma le chiede anche «Chi cerca». Non basta cercare, infatti. Si può cercare con il cuore traditore, si può cercare con il cuore di chi vuole mettere le mani sopra l'oggetto della ricerca per violentarlo, per ucciderlo, per impedire che esso venga in pericolo, per il potere.  I soldati di Erode hanno cercato a Betlemme tutti nati negli ultimi due anni. Maria cerca soltanto per amare. Maria cerca soltanto per consolare. Maria cerca soltanto per partecipare al dolore del suo Signore, del suo maestro semplicemente mettendosi accanto al suo cadavere ormai muto. E il premio di questa ricerca è di avere ritrovato il suo maestro vivo in questo momento meraviglioso. Già ogni autentico pianto, che non è nostalgia ma ricerca, trova una risposta straordinariamente pacificante, straordinariamente esultante nel dono del Signore. È parola di fede: nessun occhio ha mai visto, nessun orecchio mai ascoltato, nessun cuore ha mai potuto presagire quello che Dio ha preparato per coloro che lo amano, per coloro che «cercano» davvero. E qui dentro ci stanno tutti credenti e non credenti uomini di buona volontà, donna di buona volontà che non si rassegnano né a godersi una vita, in cui c'è ben poco da godere in assoluto, né piangere una vita in cui c'è ben poco da costruire, se si piange soltanto.  Piangere cercando!

Siamo come Maria che cerchiamo Lui?

Se siamo come Maria che davvero cerchiamo Qualcuno che dia pienezza a tutti i sogni, a tutti i pianti, a tutte le lacrime, a tutti i desideri, a tutte le aspirazioni di tutti gli uomini di tutti i tempi.

Se siamo come Maria, l’incontro con lui è sicuro, quale sia la nostra convinzione, quali che siano i nostri peccati, quali siano le nostre convinzioni presenti...

Allora, chi cerchiamo davvero?

Questo è il compito di chi fa la storia. «Donna, perché piangi?». Ridiciamocelo: perché piangi tu che mi leggi? Perché piango io, che scrivo? E poi non è solo questa la domanda che il Signore oggi fa, a me e a te. Chiede anche «Chi cerchi?».

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