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Nella catechesi di mercoledì 13 novembre scorso Papa Francesco ha parlato degli Atti degli Apostoli come "corsa del Vangelo nel mondo" con l’apostolo Paolo primo esempio di grande annunciatore.

Rileggendo il capitolo 18, Francesco ha evidenziato l'evangelizzazione "infaticabile” dell’apostolo  nella allora cosmopolita città di Corinto, dove trova ospitalità presso la casa di Aquila e Priscilla, coniugi giudei anche loro   “forestieri”. Prendendo lo spunto dalla vicenda dei due sposi e allargando lo sguardo alla condizione degli ebrei oggi, il Papa ha proseguito parlando a braccio: “Il popolo ebraico ha sofferto tanto nella storia. È stato cacciato via, perseguitato … Anche loro, no? E, nel secolo scorso, abbiamo visto tante, tante brutalità che hanno fatto al popolo ebraico e tutti eravamo convinti che questo fosse finito. Ma oggi, incomincia a rinascere qua, là, là, l’abitudine di perseguitare gli ebrei. Fratelli e sorelle, questo non è né umano né cristiano. Gli ebrei sono fratelli nostri! E non vanno perseguitati. Capito?”.

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