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di Angelo Forti

19 dicembre 1842

 

Nei sogni di Dio non esistono periferie e davanti a Lui nessuno rimane orfano.
Nel tempo fa abitare negli accampamenti dei poveri uomini e donne capaci di seminare amore e solidarietà tra le piaghe dell’emarginazione.
La nascita di don Guanella è il segno dell’attenzione di Dio per i suoi figli.

E' sempre piacevole sfogliare l’albo delle foto di famiglia. Quelle pagine sembrano emanare la fragranza dei ricordi e risvegliare piacevoli reminiscenze nella nostra memoria. Più la foto è espressiva e lontana nel tempo, più gioia fa nascere nell’anima.
Questo avviene per il compleanno del nostro Fondatore Luigi Guanella.
Era il 19 dicembre di 171 anni fa. Fraciscio era coperta di neve e già nelle povere case i bambini aspettavano di preparare il presepe.
A pochi giorni dal Natale, la famiglia Guanella festeggia un’altra nascita. Maria Guanella dona alla luce il suo nono figlio. A Fraciscio le famiglie non erano molte, ma le nascite erano tante. Pa’ Lorenzo, all’indomani del parto, avvolge in una calda pelle di pecora questo batuffolo di carne e lo porta al fonte battesimale perché possa da subito respirare con il respiro stesso di Dio. In quei panorami immacolati, la neve custodiva e proteggeva la vita della natura e rendeva attuale la parola di Isaia, quando afferma che la Parola di Dio scende come neve, germoglia nel segreto e si fa vita e pane. Così la Parola dello Spirito è scesa con la potenza creatrice che si librava sulle acque della Genesi e ha seminato in quell’anima un patrimonio di santità che è andato crescendo sino ad arrivare ai confini della perfezione umana.
La santità nella carne degli uomini ha un ventaglio di sensibilità da rendere singolare la fioritura della santità. Benedetto XVI ha scritto che «il mondo della santità ci appare come un “giardino”, dove lo Spirito di Dio ha suscitato con mirabile fantasia una moltitudine di santi e sante di ogni età e di condizione sociale, di ogni lingua, popolo e cultura. Ognuno diverso dall’altro, con la singolarità della propria personalità umana e del proprio carisma spirituale. Tutti però recano impresso il “sigillo” di Gesù, cioè l’impronta del suo amore, testimoniato attraverso la croce».
Nel suo lungo itinerario tra gli accampamenti dei poveri, don Guanella accendeva fiaccole di luce per illuminare i sentieri della vita e invitava a vivere in pienezza la fede nel Dio dell’amore, respirando a due polmoni: il polmone della preghiera e il polmone della sofferenza che nasce dalla dedizione agli ideali evangelici e che s’incamminano sul sentiero obbligato della croce. «Pregare e patire» è stato anche il suo testamento per coloro che Dio avrebbe chiamati a proseguire e a sviluppare nel tempo il suo carisma di «buon samaritano» a favore dei feriti della vita.
Da poco più di due anni la Chiesa ha riconosciuto davanti al mondo la santità luminosa di don Guanella e l’ha indicato a tutti i fedeli come modello infallibile di santità e come intercessore, nostro intermediario presso Dio per ottenere l’energia necessaria per compiere gioiosamente la sua volontà.
La tentazione è di guardare al santo solo con simpatia impetrandone l’intercessione presso Dio per ottenere benessere fisico, ma il «santo» è proposto come maestro di santità affinché sappiamo cogliere dalla sua cattedra gli stimoli e le sollecitazioni del mondo presente per appianare la strada dei poveri, per essere compagni di viaggio, fonte di consolazione e solidali nel disagio.
Guardando negli occhi azzurri di don Guanella possiamo cogliere la felicità stessa di Dio. Una felicità che egli ha pregustato anche su questa terra nella preghiera, davanti a Gesù nel tabernacolo, poiché quello spazio era vissuto da don Guanella come «paradiso in terra».
Un regalo che possiamo fare a don Guanella per il suo compleanno è domandargli la grazia di imitarlo nella santità quotidiana nel fare il bene possibile e di pregare per quel mondo di bene che rimane da compiere.
Augurare buon compleanno a don Guanella non è possibile: meglio di così come può stare? Il buon compleanno è indirizzato a noi perché possiamo sentirci nascere nell’anima quella nostalgia di santità che lo Spirito di Dio ha innestato nella nostra anima nel giorno del Battesimo.

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