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Un anno dedicato alla vita consacrata chiamata a conversione

Nel novembre dello scorso anno il Santo Padre Francesco in un incontro con i superiori generali dei religiosi ha annunciato il desiderio di dedicare il 2015 alla riflessione e alla preghiera di lode a Dio per la luce donata dallo Spirito nel Decreto conciliare Perfectae caritatis sul Rinnovamento della vita religiosa e per chiedere un supplemento di generosità agli stessi religiosi nel Cinquantesimo anniversario della sua promulgazione. 
Quest’anno particolare, che si apre il 30 novembre di quest’anno e si chiuderà il 2 febbraio 2016, vuol essere considerato un momento di grazia per un aggiornamento dell’impegno dei consacrati all’interno della vita di tutta la Chiesa.
Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha rappresentato un soffio dello Spirito non soltanto per l’intera comunità ecclesiale ma anche senza dubbio per la vita consacrata.  Allora il Decreto conciliare ha invitato tutti i consacrati a una maggiore fedeltà alle promesse fatte a Dio, a se stessi e alla Chiesa: Le congregazioni religiose furono invitate a rileggere le loro Costituzione alla luce delle intuizioni carismatiche dei decreti conciliari. Questo formidabile impegno assai laborioso ha ridato un’anima giovane alle antiche Costituzioni, per questo la Congregazione della vita consacrata avverte la necessità di un evento solenne per rendere grazie a Dio e far memoria di un passato ricco di entusiasmo, di grazia, come pure di peccati di omissione. 
Questo Anno servirà a riconoscere e confessare la debolezza dei consacrati ma anche a “gridare” al mondo, con forza e con gioia, la santità e la vitalità che sono presenti nella vita consacrata.  Il prefetto della Congregazione della vita consacrata, nel presentare questa iniziativa, ha ricordato la necessità di saper guardare «la santità, tante volte nascosta, ma non per questo meno feconda, nei monasteri, nei conventi, nelle case dei consacrati, che porta questi uomini e donne a essere “icone viventi” del Dio “tre volte santo”!».
Il cardinal João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione vaticana ha invitato a spingere lo sguardo verso il futuro e «abbracciarlo con speranza». «Siamo consapevoli che il momento presente è “delicato e faticoso”, la crisi, che attraversa la società e la stessa Chiesa, tocca pienamente la vita consacrata. Ma vogliamo assumere questa crisi non come l’anticamera della morte, ma come un kairos, (una grazia), un’occasione favorevole per la crescita in profondità, per alimentare la linfa divina della speranza, giustificata dalla certezza che la vita consacrata non potrà mai sparire nella Chiesa». 
Un terzo obiettivo nasce dalla fiducia di vivere questo «momento presente con passione». Una vita di consacrazione senza passione è come un matrimonio senza amore: una tomba vuota e angosciante.
Il cardinal João Braz de Aviz, alla presentazione nella Sala Stampa Vaticana ha affermato testualmente: «La passione parla di innamoramento, di vera amicizia, di profonda comunione. La vita consacrata è sorgente di bellezza per la vita di uomini e donne che professano i consigli evangelici e seguono “più da vicino” Cristo in questo stato di vita. L’Anno della vita consacrata sarà un momento importante per “evangelizzare” la propria vocazione e testimoniare la bellezza della sequela Christi nelle molteplici forme in cui si esprime la nostra vita». 
Anche la famiglia dei religiosi guanelliani, i preti e le suore, in quest’anno Centenario della morte del Fondatore sono chiamati a raccogliere il testimone, l’anima genuina del carisma lasciato da san Luigi per scrivere pagine belle di amore e di solidarietà con le povertà dai mille volti.
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