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Ascolta, ora!

Cari ascoltatori,

Come sempre all’inizio di questo appuntamento, voglio esprimere un cordiale saluto a tutti: alle ascoltatrice e agli ascoltatori, a chi ci ascolta in casa o per strada tornando dal lavoro, a chi sta preparando la cena, ma, in particolare modo, a chi è afflitto dalle molte contrarietà, avversità che sono la cattiva salute, il disagio interiore della depressione, l’insofferenza nei confronti della stessa vita. La difficoltà di rapporto con i condomini, e, ancora di più, il malessere nella vita familiare come rapporto marito e moglie e genitori e figli; là dove si è perso l’abitudine di dire – come spesso suggerisce papa Francesco – dire: “chiedere permesso”, domandare scusa, pronunciare un grazie sorridente. Ma anche un saluto particolare a chi è arrabbiato con la stessa esistenza, per chi ancora non ha trovato un motivo forte e valido per vivere. Un particolare abbraccio a chi si sente inutile, solo, a chi è senza amici, vorremmo con quieta preghiera essergli accanto con tanto calore amichevole e affetto fraterno.

 

preghiera

Gesù, Maria e Giuseppe, 

in voi contempliamo 
lo splendore dell’amore vero, 
a voi con fiducia ci rivolgiamo.

Santa Famiglia di Nazareth, 
rendi anche le nostre famiglie 
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, 
autentiche scuole del Vangelo 
e piccole Chiese domestiche.

Santa Famiglia di Nazareth, 
mai più nelle famiglie si faccia esperienza 
di violenza, chiusura e divisione: 
chiunque è stato ferito o scandalizzato 
conosca presto consolazione e guarigione.

Santa Famiglia di Nazareth, 
il prossimo Sinodo dei Vescovi 
possa ridestare in tutti la consapevolezza 
del carattere sacro e inviolabile della famiglia, 
la sua bellezza nel progetto di Dio.

Gesù, Maria e Giuseppe, 
ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

In questa preghiera, papa Francesco ci aiuta a contemplare nella casa di Nazareth lo splendore dell’amore vero, che per grazia divina sgorga come una sorgente di fiducia e di speranza per il futuro. Contemplare significa immedesimarsi in questa coppia di sposi che si amano, si aiutano, si vogliono bene e progettano il loro futuro sul fondamento della Provvidenza divina.

Tante volte la contemplazione di questa famiglia di Nazareth ci sgomenta per le notevoli distanze che separano la nostra vita dagli ideali sognati e contemplati.

Allora dal nostro disagio nasce  un grido di aiuto affinché la santa famiglia di Nazareth ci venga in aiuto e ridoni linfa vitale ai nostri rapporti umani, una rinnovata energia al difficile mestiere del vivere umano.

Quanto vorremmo che i nostri sentimenti fossero conformi ai sentimenti di Giuseppe e di Maria verso la missione che Dio gli aveva assegnato e come vorremmo che la Santa Famiglia di Nazareth, rendesse anche le nostre famiglieluoghi di comunione e cenacoli di preghiera,  e autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche.

Nel convegno delle famiglie  negli stati Uniti, a Filadelfia, papa Francesco ha ricordato Charles de Foucauld che dopo la sua conversione è stato per tre anni a Nazareth e proprio nel monastero delle clarisse dove oggi  c’è un affermato Centro di riabilitazione gestito dai sacerdoti dell’Opera don Guanella sulla via principale di Nazareth intitolata a Paolo VI.

Charles de Foucauld forse come pochi – detto il papa alle famiglie - ha intuito la portata della spiritualità che emana da Nazaret. Questo grande esploratore abbandonò in fretta la carriera militare, affascinato dal mistero della Santa Famiglia, del rapporto quotidiano di Gesù con i genitori e i vicini, del lavoro silenzioso, della preghiera umile.

 

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