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Una volpe, adocchiato uno splendido vigneto, pensò di farsi una bella scorpacciata d’uva.

Ma il vigneto era ben difeso: un recinto lo circondava completamente.

Dopo lunga perlustrazione, la volpe scoprì un varco; ma questo era molto stretto, e gli sforzi dell’animale risultarono vani. Allora la volpe ebbe un’idea: avrebbe digiunato sino a che non fosse riuscita a infilarsi nel varco.

Tentò dopo tre giorni, ma invano; dopo sei, ma con esito eguale; finalmente, dopo nove giorni, quando, macerata dai sacrifici, era allo stremo delle forze, riuscì ad infilarsi nella stretta fessura.

Che mangiata, che soddisfazione, che gaudio. Un’uva di tal fatta aveva ben meritato tante privazioni, pensò la volpe.

Ma, mentre satolla e panciuta si apprestava ad uscire, ogni entusiasmo svanì: come avrebbe fatto ad uscire, piena com’era? Si trovò infatti nella stessa situazione di prima, con l’aggravante che - se voleva riacquistare la libertà - non doveva toccare neppure un chicco di quell’uva che occhieggiava tentatrice da ogni parte.

Trascorsi i nove gioni di digiuno, la volte uscì dal recinto. Ma da quel giorno si tenne ben lontana da quei piaceri che, annebbiando i sensi, annebbiano la mente.

Storia rabbinica


Calendario

Dicembre

«Per San Silvestro, ogni oliva nel canestro»

Alla fine del mese anche la raccolta delle olive è terminata e con essa gran parte dei lavori da eseguire all’aperto. Le giornate sono infatti brevi e molto fredde, le semine sono perlopiù terminate. Se il tempo lo consente si controllano fossati e scoline per il deflusso delle acque e si eseguono arature.

Frutteto. Si rincalzano le piante da frutto poste da poco a dimora. Si concimano i terreni con perfosfato minerale e solfato potassico. Tempo permettendo ci ci può dedicare alla piantagione di nuovi impianti.

Cantina. Si controlla la limpidezza e la stabilità del vino, intervenendo se fosse necessario con filtraggi e chiarificanti.

Orto. Si arieggiano i tunnel e gli altri tipi di protezione per evitare la condensa, che potrebbe gelare durante la notte. Si iniziano a preparare i terreni per le colture primaverili. Nei terreni ben esposti all’aperto si seminano: aglio, bulbilli di cipolle, fave e piselli si piantano le “zampe” degli asparagi e si rincalzano i carciofi. In coltura riscaldata si possono seminare: lattughe cappucce e da taglio, bietolina, cicoria catalogna, radicchi, ravanelli, rucola ecc.

Giardino. Si vangano le aiuole destinate alle nuove colture, interrando concimi organici e terricci. Si ripristinano bordure, roccaglie, vialetti e drenaggi. Ci si dedica all’accurata pulizia di vasche e laghetti. Si eliminano i nidi della “processionaria” del pino. Proseguono le potature di alberi, arbusti e cespugliose da siepe e da fiore. Si arieggiano le serre e si eseguono trattamenti anticrittogamici.


Cicci di Santa Lucia

100 g. di grano tenero, 100 g. di mais, 200 g. di ceci, 200 g. fagiolini, 4 cucchiai di olio d’oliva extravergine, 6 papaccelle ben sode (peperoni tondi sott’aceto), prezzemolo, sale

Lessate separatamente in 4 pentolini con acqua salata il grano, il mais, i ceci e i fagiolini. In una padella fate soffriggere nell’olio 3 papacelle private dei semi interi e della calotta superiore e sminuzzare. Scolate i 4 ingredienti lessati e fateli saltare in padella.

Dopo 10 minuti circa di cottura versate la minestra in piatti fondi e servitela guarnendo ogni porzione con le altre 3 papaccelle tagliate a listarelle sottili e il prezzeomolo tritato. Santa Lucia, santa siciliana, è sicuramente una delle sante più seguite al mondo. Non potendo esimersi dall’entrare nell’universo della tradizione gastronomica, ecco che gli occhi della santa diventano i tarallucci piccoli, mentre la cuccìa, che è un particolare piatto a base di granelli di frumento, ricorda un avvenimento importante avvenuto nel 1646, quando al porto di Catanai arrivò una nave carica di frumento, salvando così la città dalla carestia


Stili di vita

Esercizio fisico Otto-dieci minuti alla volta possono bastare

Un’indagine condotta su circa 4.500 uomini e donne adulti, i cui partecipanti hanno indossato un accelerometro per sette giorni consecutivi, così da raccogliere informazioni sul livello di attività fisica.

I ricercatori si sono resi conto che ogni minuto di attività fisica conta, letteralmente. Per ciascun minuto speso in attività fisica di intensità elevata si registra una riduzione di 0,7 del valore di indice di massa corporea; detta in altri termini, ogni minuto di esercizio fisico intenso corrisponde a una perdita di calorie pari a circa 200 grammi.

C’è di più: per ciascun minuto di movimento “energico” il rischio di obesità si riduce del 5 per cento nelle donne, del 2 per cento negli uomini. Questo significa che l’intensità del moto conta più della durata: un minuto di attività intensa incide sempre sul peso corporeo, che sia inserito in un allenamento prolungato o entro un breve episodio di moto, come potrebbe essere salire le scale a piedi o raggiungere la macchina in un parcheggio più distante camminando a velocità sostenuta.

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