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Caro e stimato Direttore,

la mia devozione a san Giuseppe mi spinge a rendere testimonianza della sua potente intercessione, per una straordinaria conversione di un nostro parente, lontano da tanto tempo dalla pratica religiosa. Mi sono rivolto con molta fiducia a san Giuseppe e, inaspettatamente, questo mio parente ha chiesto il sacerdote.  Tutti noi di casa abbiamo ritenuto questo fatto una grazia grande, quasi un miracolo dal modo con cui egli si è riconciliato.

Abbiamo potuto godere di questa gioia a conclusione delle Sette domeniche in onore del grande Patriarca san Giuseppe.

La gioia di questa riconciliazione non la potevo tenere nascosta e mi sembrava doveroso farla conoscere.

Angela Rubianesi   

Reggio Emilia

Cara e stimata Angela,

narrare la fede mi sembra che sia un obbligo nel dare lode a Dio per il suo paziente ricamo di luce nel segreto delle nostre coscienze. Il Battesimo è l’essere innestati sul tronco in cui scorre la linfa divina che fa fruttificare i germi di bontà, generosità, di altruismo; tutto questo è un segno della fecondità alimentata dalla potenza di Gesù nostro salvatore. 

Questa vibrazione spirituale mantiene in circolo questa misteriosa potenza che dona ad ogni azione quella scintilla spirituale che illumina la nostra coscienza e la spinge a scegliere il bene. Il Battesimo ci rende partecipi di un organismo spirituale che possiede le stesse qualità di Cristo risorto da morte, per questo ogni battezzato vive come una cellula legate vicendevolmente dall’amore che si fa dono per il benessere di tutto l’organismo spirituale.

A volte può succedere una paralisi, alcune cellule si fanno autonome, vivono con disagio all’interno di un tessuto vitale - che è la Chiesa-, tuttavia, continuano a partecipare della vita stessa di Gesù risorto.  A volte le nostre cellule subiscono l’inquinamento del male che ci circonda, e a volte, qualcuna si fa cancerogena, rende la vita spirituale infiacchita, pigra, miope nei confronti del bene e la rende insensibile alla bellezza che avvolge la sua esistenza.

In questi casi la linfa divina della misericordia, anche se fin forma latente, come brace sotto la cenere, è viva e al momento opportuno rompe il velo della polvere e fa esplodere la nostalgia del soffio divino per il bene della sua anima e la consolazione di chi in vita ha sperato.

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