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di Andrea Ciucci

Uno degli scopi principali delle vacanze è quello di cambiare il ritmo delle giornate, per trovare tempi di riposo e fare cose che normalmente la vita quotidiana non permettono, a partire da uno stare insieme in famiglia più disteso e rilassato. Insieme all’orario giornaliero, alla residenza, alle compagnie e ai menù, anche la preghiera può cambiare durante le vacanze, anzi tale mutamento costituisce un arricchimento fecondo che merita di essere gustato fino in fondo.

Immersi nella meraviglia della natura

Spesso durante le vacanze si visitano posti particolarmente belli e ci si immerge nella natura. Basta fermarsi un attimo e la maestosità di certi panorami ci toglie il respiro, ci dona pace, produce stupore e talvolta commozione. Facilmente si è portati a ringraziare il Signore per le meraviglie del creato e a riflettere sulla nostra piccolezza. Sono questi i momenti giusti per piccoli ma intensi momenti di preghiera con tutta la famiglia radunata. Sotto una magnifica stellata diciamo al Signore quanto è grande e, se abbiamo imparato a pregare con i salmi, prima di andare a dormire leggiamo il salmo 8 che narra lo stupore dell’uomo davanti a un mistero grande quanto l’universo. Durante una gita in montagna possiamo ripetere il versetto del salmo 18 che recita “Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo”. E se abbiamo la grazia di assistere a un’alba o a un tramonto possiamo fare nostre le parole del salmo 113 “Dal sorgere del sole al suo tramonto sia lodato il nome del Signore”.
Se non abbiamo dimestichezza con i salmi possiamo comunque fermarci con tutta la famiglia per un momento di silenzio davanti alla bellezza incomparabile della natura e lodare il Signore per tutte le cose belle. Sicuramente qualche figlio ricorderà una frase del Cantico delle Creature di San Francesco: “Laudato sii, mi Signore, per…”.

Davanti alla bellezza dell’arte

Le vacanze, insieme al riposo, offrono spesso l’occasione per visitare piccoli e grandi capolavori, che impreziosiscono il nostro paese. Buona parte dell’arte italiana ed europea è legata all’esperienza cristiana: chiese, monasteri, quadri, statue, affreschi… ogni episodio della Bibbia è stato dipinto e raffigurato!
Perché non concludere una visita artistica con un piccolo momento di preghiera che prende spunto dalla scena evangelica che abbiamo visto raffigurata e che proviamo a ricordare nei diversi particolari? Perché non dare voce alla commozione che nasce alla vista di certi crocifissi che rappresentano tutto il dolore sofferto da Gesù per noi? Perché non dire ad alta voce il nostro desiderio di partecipare anche noi alla schiera dei santi che vediamo raffigurata in certi affreschi? Perché non recitare un Ave Maria davanti a una bellissima raffigurazione della Vergine?
Ci vuole davvero poco, basta un minuto di raccoglimento e qualche semplice parola. L’arte sacra è nata non per riempire i musei ma per aiutare i cristiani a ricordare le meraviglie operate per noi dal Signore e lodarlo, ringraziarlo, pregarlo. E se il momento non lo consente, basterà fermarsi a fine giornata e invitare tutti, piccoli e grandi, a ricordare quali episodi della vita di Gesù abbiamo rivisto nelle opere d’arte osservate e dire una preghiera insieme.

Dentro una storia intensa e vera

Non poche famiglie sfruttano le vacanze per tornare nei paesi di origine, o mandano i bambini dai nonni in campagna. Sono queste occasioni preziose per trasmettere la storia di fede delle nostre famiglie. Basta non fermarsi all’aspetto folkloristico di feste patronali e processioni e invitare soprattutto le giovani generazioni a entrare in una storia millenaria. Una storia che va anzitutto raccontata, come i fioretti di San Francesco. Probabilmente i più giovani non capiranno gesti e tradizioni secolari e rifiuteranno pratiche a loro assai lontane, ma il fascino del racconto dei nonni saprà certamente incuriosirli e interrogarli.
Naturalmente lo stesso vale anche per una visita in un santuario o in un monastero: non fermiamoci all’aspetto artistico o turistico. Chiediamo informazioni sulla storia del posto, dei santi che lo hanno abitato, dei messaggi evangelici ivi risuonati con forza per secoli. Se possibile partecipiamo a qualche momento di preghiera, per condividere con le persone che abitano e animano il posto la nostra comune fede.
Quest’ultima indicazione vale anche per la Messa domenicale durante le vacanze, che talvolta si rischia di perdere proprio a causa del cambio di ritmo che fa perdere le buone abitudini. Il modo peggiore per vivere la Messa è quello di parteciparvi in modo anonimo. Vale invece il contrario: quando andiamo a Messa in una chiesa nuova, arriviamo con qualche minuto di anticipo, presentiamoci al sacerdote, prendiamo il tempo di leggere gli avvisi parrocchiali e sfogliare il libretto dei canti per scoprire come quella comunità vive e canta il Vangelo. E se uno dei figli a casa fa il chierichetto invitiamolo a servire messa anche in trasferta. Si sentirà, ci sentiremo parte di una grande famiglia.

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