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Con Cristo dalla morte alla vita

di don Ferdinando Fodaro

Il Vangelo è l’annunzio di Gesù Cristo, il Figlio del Dio vivente, morto e risorto. Il Mistero pasquale, ovvero la sua passione, morte, risurrezione e glorificazione, è il centro della fede cristiana; esso rivela il disegno salvifico del Padre manifestato nel Figlio. Nella Pasqua di Gesù si ha il compimento della Legge, che è il comandamento dell’amore per Dio e i fratelli. Facendo dono di se stesso, Cristo ottiene la redenzione, ovvero il perdono dei peccati e la riconciliazione tra l’uomo e Dio. Gesù ha liberamente offerto la sua vita in sacrificio per noi e facendosi obbediente fino alla morte ha rivelato al mondo il volto di Dio che è padre ed è amore.

Il cuore di tutto l’anno liturgico è il Triduo pasquale, che segna la fine della quaresima. Ha inizio con i vespri del giovedì santo e la celebrazione della “Cena del Signore” e si conclude con i vespri del giorno di Pasqua, in cui, la Chiesa fa memoriale di Gesù Cristo morto e risorto. La celebrazione del Triduo racchiude l’essenza e il fondamento della fede cristiana: Cristo il crocefisso è risorto! Con la sua Pasqua, Cristo realizza la redenzione dell’umanità dal peccato, distruggendo la morte e aprendoci la strada verso la vita eterna. Alla vita del credente ciò porta la salvezza; il cristiano infatti è il discepolo del crocefisso – risorto. Questo gli dona la forza di poter andare oltre ogni situazione di peccato e di morte per vivere in pienezza la nostra dignità di figli amati nel Figlio amato.

Il Mistero pasquale, che la Chiesa celebra ogni domenica e a cui rinnova la sua adesione con la professione del Credo, costituisce la chiave di volta del cristianesimo; ed è a partire da esso che si comprende l’unicità della nostra fede.

Il “terzo giorno” è quello della nostra salvezza; è il compimento delle profezie, quelle di Isaia, di Geremia e degli altri profeti, che spronavano il popolo a rimanere fedele a Dio. Il “terzo giorno” è la realizzazione delle promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza. Si tratta, come abbiamo detto, della verità fondamentale della nostra fede che richiede l’adesione del cuore e della mente a Cristo morto e risorto. Questa verità ci salva! Essa ha un valore esistenziale, se da noi viene accolta, se incide sulla nostra vita al punto da illuminarla e orientarla.

Gesù che muore in croce è rivelazione dell’amore del Padre; anche questo viene confermato nella risurrezione. Nel Mistero pasquale Dio si fa prossimo all’uomo, ne condivide la natura e permette a questi d’incontrarlo e vivere con lui una relazione unica e definitiva, la figliolanza. Gesù, il crocefisso è risorto, è il vivente e noi lo possiamo incontrare. 

Come le donne al mattino del terzo giorno e i discepoli, durante tutto il tempo del loro camminare dietro a lui, anche noi siamo chiamati a riconoscere che “il Signore è con noi… fino alla fine dei tempi”, rimane fedele alle sue promesse facendo dono di se stesso sulla croce, per ottenere la nostra liberazione dal potere del male, della morte e del demonio. Il Signore è con noi, ci mostra la vera via, quella dell’obbedienza al progetto del Padre e del dono di se stessi che realizza in pienezza il precetto della carità.
Il Triduo fa dunque memoria di un unico evento,  della passione, morte e resurrezione del Signore; per questo, pur essendo scandito in tre giorni distinti, esso è un’unica grande celebrazione. 

L’unità del Triduo pasquale ci permette di cogliere l’agire di Dio davanti al dono della vita, compiuto dal Figlio Gesù, obbediente fino alla morte di croce. Culmine del Triduo è il Sabato Santo, giorno “a-liturgico”, cioè privo di liturgie. Nella notte, la grande Veglia pasquale celebra la risurrezione di Cristo che è anche la nostra per il dono del battesimo. Essa celebra la Pasqua intesa come passaggio dalla morte alla vita. 

Ciò è raffigurato dai simboli che si susseguono nella liturgia: dal buio alla luce (benedizione del fuoco e accensione del cero), dal silenzio alla Parola (liturgia della Parola), dall’attesa alla festa (canto dell’Exsultet o preconio, Gloria e Alleluia), dalla vita del peccato alla vita nuova di figli di Dio (liturgia battesimale) e infine dal digiuno alla celebrazione dell’Eucarestia.

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