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In Romania con le suore guanelliane ora anche i Servi della Carità. Continuano il prezioso servizio ai disabili iniziato da Madre Teresa di Calcutta. Per un investimento di mezzi bussano alla porta della Pia Unione.

di p. Gabriele Cantaluppi

Scriveva don Guanella che “fare del bene ai sacerdoti vecchi e di buona volontà, per la Casa della Provvidenza è sempre stata una fonte di benedizione”, perché grazie a loro aveva potuto estendere la sua opera in luoghi dove mai avrebbe immaginato. Su invito di un sacerdote rumeno, ospite della Casa Santa Maria della Provvidenza a Roma, le suore guanelliane aprirono un’ opera caritativa in Romania, che da poco era stata liberata dal regime comunista di Nicolae Ceauşescu.

Era il 1993 e la scelta cadde su Iaşi, una città universitaria di circa mezzo milione di abitanti nella Romania nord orientale, al confine con la Moldavia. L’opera delle suore gestisce attualmente una casa di riposo per anziani, una mensa per i poveri e uno studentato per ragazze; in Romania vi sono poi altre due presenze guanelliane femminili, a Sagna e a Scheia, con attività di promozione dei bambini e impegno pastorale. E alcune giovani rumene hanno anche abbracciato la vita religiosa tra le Figlie di santa Maria della Provvidenza.

Nel 2015, anno centenario della morte di don Guanella, in alcuni locali ceduti dalle suore i Servi della Carità hanno iniziato un centro di formazione per giovani che si preparano alla vita consacrata guanelliana. Il 21 settembre del 2017 in una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo diocesano monsignor Petru Gherghel, cinque di loro hanno ricevuto un crocifisso in segno di accoglienza nella “Casa di Discernimento vocazionale San Luigi Guanella”. Negli anni seguenti una trentina di giovani sono stati aiutati a confrontarsi sul progetto futuro della loro vita: alcuni hanno deciso di scegliere la vita religiosa. Nell’ottobre del 2021 due giovani, Andrew e Josif hanno iniziato il noviziato a Bucarest, guidati dal confratello indiano padre Sebasthiyan Arockianathan maestro dei novizi. Buone promesse dunque!

Bisogna infine aggiungere che il 22 giugno 2019 sedici laici di Sagna, Scheia e Iasi, hanno fatto la prima promessa nell’Associazione dei Guanelliani Cooperatori: è nato anche in terra rumena il terzo ramo della nostra grande Famiglia Guanelliana. 

A Iaşi, come in altre città rumene, vive un rilevante numero di persone senza fissa dimora, che si sono ritrovate senza lavoro dopo la chiusura delle grandi industrie sostenute dal  regime comunista.  Inoltre anche molti giovani, al compimento del diciottesimo anno, vengano dimessi dagli orfanotrofi e si trovano senza appoggio, per cui  dopo poco tempo si ritrovano sulla strada. I seminaristi collaborano attivamente a “toccarli per mano”, cioè con attività di aiuto e sostegno. Nel recente periodo di pandemia, pur con tutte le precauzioni, non è venuta meno quella “fantasia della carità” alla quale ci sollecita papa Francesco. Ecco che allora, ai gesti solidali concreti come la distribuzione di generi alimentari, pasti caldi e vestiario, si è aggiunta la vicinanza tramite telefonate o messaggi, che in qualche modo intendono aiutare i più deboli.

Don Guanella amava particolarmente alcuni ospiti delle sue case, che sull’esempio del Cottolengo chiamava “buoni figli”. Proprio vicino a Bucarest, in località Chitila, le suore di Madre Teresa di Calcutta avevano aperto un centro per loro: li avevano accolti quando erano piccoli bambini ed ora hanno dai 30 ai 45 anni; la loro età adulta costituisce una difficoltà non piccola. Dallo scorso 2021 i Servi della Carità si sono sobbarcati la missione delle suore di Madre Teresa e hanno così aperto una seconda casa in Romania, avvalendosi dell’aiuto dei novizi. Si realizza così il proposito di don Guanella,  che cioè ai novizi «sarebbero non solo da consigliare, ma da comandare i lavori ed esercizi di carità, come sarebbe assistere gli ammalati, il catechismo dei vecchi cronici e simili. Anzi e specialmente la cura degli ammalati è obbligo di Regola; perché niente è meglio di questi esercizi per informare il novizio allo spirito di fede e di carità» (Regolamento 1910). Quanto siano stati cari al Fondatore questi poveri lo esprimono le sue parole, che in un vocabolario per noi desueto riflettono grande rispetto e affetto: «Se è vero che ogni uomo ha un’anima, anche costoro meritano i nostri riguardi, dovrei dire la nostra riverenza, perché l’anima incosciente di costoro riflette qualche cosa dell’innocenza infantile. Fra di loro raggia sovente un baleno d’intelligenza, e anche quando questa si nasconde, il cuore raro è che non si riveli dolce e sensibile, ed in generale può ben dirsi che i “buoni figli” – come sono chiamati fra noi – sono pieni di affetto per chiunque fa loro del bene».

Con l’entrata della Romania nella Comunità Europea, ci si è dovuti adeguare alle normative riguardanti le opere di assistenza e di educazione; così anche quest’opera di Bucarest, per potere continuare la sua missione, deve intraprendere lavori di totale ristrutturazione e di miglioramento. Si tratta di una impresa superiore alle forze delle piccola comunità guanelliana rumena in tempi normali; ora poi le difficoltà sono enormemente accresciute in conseguenza dell’aggressione russa alla Ucraina. 

La Pia Unione del Transito di San Giuseppe, mediante l’aiuto di tanti benefattori,  vuole diventare canale di Provvidenza perché una nuova profezia di carità possa illuminare la capitale rumena. Nei prossimi numeri de La Santa Crociata continueremo ad informare i nostri Lettori di come prosegue quest’opera.

21 settembre 2015, a Iasi, benedizione del Vescovo delle dipendenze della Casa di formazione, ceduta in
comodato dalle Figlie di Santa Maria dlla Provvidenza ai Servi della Carità. 

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