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Chiusura dell’Anno giuseppino

Il Simposio, organizzato dalle comunità "giuseppine", si è protratto per due giornate impegnative ma proficue. Ne sono scaturite prospettive per il cammino futuro «oltre il 2021» sotto il manto di san Giuseppe. 

di B. Capparoni

L’Anno di san Giuseppe, regalatoci da papa Francesco, si è concluso lo scorso 8 dicembre. Insieme ai membri delle Congregazioni giuseppine, anche noi della Pia Unione ci siamo interrogati sul prosieguo nella strada con san Giuseppe dopo la chiusura di questo “suo” anno. Dalla domanda è nato un “simposio”, un incontro fraterno per indirizzarci al futuro, nei due giorni precedenti all'Immacolata 2021. Il titolo Con san Giuseppe oltre il 2021... ad occhi aperti ne dichiara il contenuto. 

All'inizio lo si desiderava con modalità in presenza, ma con il ritorno del Covid-19 si è ripiegato sullo streaming con buoni risultati. Oltre un centinaio di collegamenti hanno seguito le conferenze organizzate, con ascolti non solo dall' Italia, ma anche dal Brasile, Perù e Canada... Ne diamo velocemente conto.

Martedì 6 dicembre il professor Johnny Dotti ha parlato sul tema Padre davvero! Alla scuola di Giuseppe di Nazareth per una paternità generativa. Lo stile appassionato del relatore e la sua esperienza di vita hanno reso avvincente l'esposizione. Nella figura di Giuseppe abbiamo colto il “simbolo” (che è realtà superiore ai fatti) della paternità, per chi è chiamato alla generazione naturale, ma anche per chi educa e fra crescere attraverso l'amore.

Subito dopo suor Sara Nicolini, delle Suore Carmelitane, ha trattato il tema Giuseppe uomo che insegna ad essere uomini. Con la scorta del libro La strada dello scrittore americano Cormac McCarthy, ha parlato di come Gesù ha interiorizzato la figura di Dio Padre attraverso la vicinanza di san Giuseppe e questi a sua volta ha imparato da Gesù ad essere padre.

Nel pomeriggio padre Davide Michele Semeraro, benedettino dell'abbazia della Novalesa, ha tenuto una appassionata conferenza prendendo il via dalla considerazione che san Giuseppe periodicamente “torna di moda”; grande però è la diversità tra le circostanze del 1870, quando il papa Pio IX lo proclamò patrono universale della Chiesa, e il momento attuale di papa Francesco e del suo anno giuseppino. Oggi la Chiesa, aperta all'uomo contemporaneo, apprende da san Giuseppe la profezia di un mondo nuovo secondo il Vangelo e a vivere le conseguenze dell'Amore.

Sono seguiti poi tre videos. Il primo della dott.ssa Stefania Colafranceschi ha spiegato l'evolversi della figura di san Giuseppe nel presepio lungo i secoli dell'arte cristiana; di seguito suor Chiara delle Suore di san Giuseppe di Torino ha offerto una panoramica statistica della presenza di san Giuseppe nelle diocesi d'Italia; infine un breve video ha fatto conoscere la nuova comunità monastica maschile e femminile, detta di Saint Joseph de Montrouge à Puimisson (Francia).

Martedì 7 dicembre al mattino il primo intervento è stato guidato da don Cesare Pagazzi, direttore della ricerca nel Pontificio Istituto Giovanni Paolo II (Pontificia Università Lateranense) e consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede. Partendo dal suo recente lavoro In pace mi corico. Il sonno e la fede, ha sviluppato la tematica dell'abbandono in Dio, rappresentato dall'immagine evangelica di Giuseppe che nel sonno riceve la volontà di Dio. Don Pagazzi ci ha condotti dalla considerazione del sonno a quella della morte e della risurrezione dai morti come tema centrale della rivelazione cristiana. Ha concluso affermando che occorre arricchire la cristologia con la figura di san Giuseppe.

Subito dopo è intervenuta suor Daniela del Gaudio, delle Suore Francescane Immacolatine e docente di teologia dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana, che ha preso il via dalla esortazione apostolica Patris corde nel capitolo su san Giuseppe come padre nell'accoglienza, per interpretare la figura del padre putativo di Gesù come chiave di lettura di una spiritualità cristiana e religiosa.

Il pomeriggio di martedì 7 dicembre ha visto gli ultimi due interventi. Il primo, fittissimo di idee, è stato guidato da don Giuseppe De Virgilio, professore straordinario di Nuovo Testamento e Teologia Biblica presso l'Università romana della Santa Croce. Con il tema San Giuseppe, un’obbedienza responsabile. Aspetti biblico-teologici, ha offerto un denso saggio su san Giuseppe a partire dal Vangelo di Matteo, proponendo la rinnovata lettura della sua nuzialità e della sua paternità verso il Verbo di Dio.

Di seguito è intervenuto il professor Gianni La Bella, professore associato di Storia Contemporanea e di Teoria e Metodi della Mediazione interculturale presso l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, che ha sostituito il professor Andrea Riccardi, impossibilitato per impegni sopravvenuti. Il professor La  Bella appartiene alla Comunità di Sant'Egidio, a tutti nota, e a partire da questa angolatura ha parlato di San Giuseppe custode del Salvatore-Sguardo ecumenico e interreligioso, offrendo ardite prospettive sul cammino nuovo della Chiesa sotto la guida di papa Francesco.

Nella solennità dell'Immacolata il Simposio si è concluso nella chiesa parrocchiale di San Giuseppe all'Aurelio con una solenne concelebrazione presieduta dal  cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere maggiore di Santa Chiesa.

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