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Il tempo sempre in fuga da noi e non ci aiuta a ricordare che siamo ospiti della vita e, quando termina la concessione dell’usufrutto, dobbiamo traslocare altrove. Il trasloco comporta il distacco dalla cose, ma soprattutto dalle persone, dagli affetti, dalle relazioni e dalla memoria. Inizia così un capitolo senza fine da scrivere con la luce della speranza.

Il far le valige per traghettare troppe volte è uno spazio da vivere in solitudine. È  un parto inesplorato per un  nuovo modo di esistere. È per questo che don Guanella ha chiamato la morte “madre”. Questa morte, dal volto pauroso, tuttavia nasconde nella sua fisionomia i sentimenti di una mamma la quale garantisce che in quel momento saremo circondati non solo dai volti dei nostri amici, ma anche dal sorriso accogliente dei battezzati che già vivono nella luce di Dio.

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Tra le pratiche religiose, riguardanti san Giuseppe, troviamo anche «Le sette domeniche in onore di san Giuseppe». Questa devozione fu introdotta all’inizio del 1800, in un momento in cui la Chiesa subiva una costante lotta alla fede. Queste turbolenze partite dalla Rivoluzione francese, proseguite con Napoleone, costringendo persino il Papa a lasciare Roma, provocarono mali così gravi da far ritenere ai miscredenti che fosse giunta l’agonia dell’opera salvifica di Gesù!  Ma sappiamo che ancora una volta «il desiderio degli empi è fallito»; anzi il popolo di Dio si rivolse con maggior fervore al Signore e nel supplemento di grazia crebbe la devozione alla Vergine Maria ed ebbe un rapido sviluppo anche quella in onore di San Giuseppe. L’amore verso di lui, tanto coltivato da Gregorio XVI, il 22  gennaio 1836 ebbe l’approvazione della pratica delle Sette Domeniche, anche in conseguenza dell’eccezionale protezione concessa dal nostro Patriarca al Santo Padre, Pio VII, liberato dalla prigionia e dall’esilio proprio nella festa di San Giuseppe.  

Anche quest’anno terremo in basilica del Trionfale questa pratica. Inizieremo il 28 gennaio 2018, alle ore 16.00 avremo un’ora di spiritualità in onore di san Giuseppe e poi la celebrazione della Santa messa.

Le 7 domeniche sono una bella opportunità per prepararci alla solennità di san Giuseppe. La scia luminosa di queste domeniche ci porterà proprio alla vigilia della solennità, inoltre ridonerà «un’anima alla domenica e la domenica all’anima». Per i lettori della nostra rivista che abitano a Roma l’invito è a partecipare fisicamente e alle migliaia di iscritti alla Pia Unione di unirsi al coro della nostra preghiera. 

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Una tradizione da rinverdire

di Angelo Forti

Il numero “sette” e i suoi multipli fanno parte del pentagramma musicale dei numeri simbolici delle Bibbia. Sette sono i giorni della creazione e questa settimana fa del numero sette la radice di ogni realtà perfetta. Infatti al settimo giorno Dio si compiacque della creazione, la trovò «assai buona». Scorgiamo nel numero sette la cifra del perdono a Caino dopo l’uccisione del fratello Abele. A Noè Dio ordina di portare nell’Arca «sette paia di animali». Sette sono le lampade che devono ardere nel primo santuario costruito in onore di Jaweh.

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