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di Mario Carrera

L’acqua della storia passa voluminosa e imponente, sedimentando sul letto del fiume schegge del metallo prezioso. L’abilità del ricercatore consiste nell’individuare nella sabbia del setaccio quel luccichio d’oro, frammento di una possibile fortuna

La nostra epoca tecnologica vive in simbiosi con il computer, tuffata nella sua oceanica memoria. In quel serbatoio di notizie troviamo tutto. In questa navigazione, però, è indispensabile una guida, infatti «se non c’è una mente che seleziona, elabora, interpreta, e comprende, quell’immensa massa di dati può solo creare l’illusione di sapere».  Senza un «maestro» questo sapere è volatile come fumo, nebbia, rugiada evaporata al primo sole.

Ogni nostra conoscenza ha bisogno dell’aiuto della memoria; senza la memoria ogni acquisizione svanisce. Coltivare la memoria, però, non significa soltanto mettere nella mente situazioni, fatti, avvenimenti, ma saper cogliere in questi avvenimenti germi per costruire un futuro migliore. Come un fiore, pur sventagliando i suoi colori in superficie, non può dimenticare che il suo splendore nasce dalle radici.
Coltivare la memoria degli avvenimenti, quindi, è come cercare frammenti d’oro nei greti dei fiumi: l’acqua della storia passa voluminosa e imponente, sedimentando sul letto del fiume schegge del metallo prezioso. L’abilità del ricercatore consiste nell’individuare nella sabbia del setaccio quel luccichio d’oro, frammento di una possibile fortuna.
Per noi, discepoli del carisma di carità, don Guanella traccia la rotta del viaggio nel lago della memoria quando scriveva che «il nostro futuro ha le radici nel passato».
Raccontare la storia non consiste nell’esposizione in una galleria di avvenimenti e fatti del passato, ma nell’individuare negli accadimenti passati i germi di un futuro possibile: intuizioni e anticipazioni che la Provvidenza ha seminato nelle pieghe delle vicende.
In quest’anno 2012 con l’aiuto di Dio, di nostri amici, confratelli e consorelle la nostra rivista, «La Santa Crociata in onore di San Giuseppe» - voluta e fondata da don Guanella - percorrerà accadimenti centenari per cogliere pagliuzze di profezia e tentare di far convergere per la nostra vita le coordinate tracciate cento anni fa dalla divina Provvidenza.
Come introduzione al grande tema della presenza di don Guanella a Roma, pubblichiamo questo primo inserto, redatto dal nostro confratello don Fabio Pallotta. L’autore del testo vuole illustrare il grande attaccamento di don Guanella al romano Pontefice, che chiamava «dolce Cristo in terra», «stella polare» nel nostro cammino di cristiani verso il panorama promesso dell’eternità.
I numeri successivi dell’inserto avranno, ovviamente, come argomento gli avvenimenti del Centenario della basilica di San Giuseppe al Trionfale; saranno narrati e illustrati fatti, personaggi, programmi, risposte di carità alle aspettative delle persone, come pure la presenza di santi religiosi e laici, umili e silenziosi costruttori del regno del Padre in questa porzione della città di Roma.

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