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Semi di misericordia da far fruttificare

Gent.mo Don Mario,

La nostra società odierna sta vivendo momenti difficili sotto diversi aspetti. Primo fra tutti la grande crisi di ideali che sembra sempre più caratterizzare il vivere quotidiano, come se fosse ormai normale non dare più il giusto peso a valori basilari lasciando spazio libero all’egoismo sia personale come socio-comunitario. Allora vediamo sempre più famiglie in difficoltà dove il dialogo non è più alla base della convivenza, dialogo assente e individualismo che portano solo alla progressiva paralisi dei rapporti tra moglie e con i figli. Stessa cosa si può affermare anche nella società dove chi ha maggiori possibilità, soprattutto economiche, può fare la voce grossa verso chi  vive ai margini della società. Lo vediamo ogni giorno. Si è da poco concluso l’anno della misericordia e ognuno di noi deve tirare le somme e fare i conti di quanta misericordia è stato capace  e dei propositi di bene per il futuro. Non possiamo chiedere la misericordia del cielo se non abbiamo donato misericordia su questa terra.

Francesca Moscatelli - Rimini

Cara e gentile signora Francesca,

le case costruite sulla roccia di cui parla l’evangelo di Gesù sembrano rimaste chiuse nei panorami della nostra memoria. La nostra società cammina troppo in fretta e non ha tempo di scavare  per fissare i grandi valori del vivere sulla roccia delle nostre responsabilità.  Poco tempo fa si parlava di una società  “liquida”, di valori fluttuanti su cui si poteva , se non camminare, almeno galleggiare; ora si parla di una società “gassosa” nella quale sono spariti agganci su cui fissare i valori e trovare dei punti solidi di riferimento.

È una stagione nebbiosa e solo con il ritorno a una coscienza educata, si riuscirà a rispondere personalmente dei doni di cui siamo stati forniti. Lo sfrenato individualismo ha messo al centro di ogni iniziativa l’interesse personale.   Don  Guanella diceva che «là dove c’è un povero da aiutare, non ci si può fermare».

Ma dalla sua lettera e dalla convinzione di chi tenta di vivere con responsabilità il dono della vita si ha l’impressione che si urla per spingere gli altri a fare quello che dovremmo fare tutti. Non sono le leggi che cambiano il cuore delle persone, ma l’educazione a fare in modo che non si può essere felici da soli e che, là dove c’è un disagio, siamo tutti responsabili per la nostra fragilità umana, e, comunque, colpevoli  per non aver vinto la nostra pigrizia ad intervenire. In una notte buia e senza stelle anche un cerino acceso rischiara il cammino.

A tutti l’augurio per un cammino solidale verso la conquista di valori da vivere con solidarietà e perseveranza. 


La rivista «Santa Crociata»: uno scrigno per valorizzare la vita

Caro Direttore,

sono associata alla Pia Unione dal 1975 e da ben 41 anni ricevo il periodico “La Santa Crociata”. Da quell’ormai lontano 1975 si sono succeduti diversi direttori, da Don Ezio a Don Giulio e da alcuni anni Lei, caro don Mario. Nonostante il lungo periodo non ho visto mai affievolirsi e venir meno la grande devozione verso San Giuseppe, comun denominatore che ha accomunato e motivato chi è stato chiamato alla guida della Pia Unione. Nel corso degli anni il periodico voluto da San Luigi Guanella è andato crescendo sempre più e dopo oltre 100 anni è ancora un valido supporto e un aiuto alla crescita spirituale dei tantissimi abbonati alla Pia Unione. 

Grazie per i bellissimi articoli e per gli spunti che vengono offerti, utili per alimentare la nostra fede nel Signore e la nostra devozione verso il caro e amato San Giuseppe.  

Mariella Luciani - Civita Castellana

Cara gentile Mariella,

le sono grato per la sua fedeltà che meriterebbe un attestato di stima e di fedeltà, ma noi questo diploma di benemerenza lo rimandiamo alla bontà misericordiosa di Dio. In questi lunghi anni, c’è stato un passaggio della fiaccola luminosa  dell’impegno a mantenere vivo il culto di san Giuseppe sia tra i sacerdoti responsabili della Pia Unione, come dei collaboratori che mantengono abitualmente i contatti con i nostri associati.

Davvero dobbiamo ringraziare Dio per essere stati strumenti di speranza, di consolazione, di fiducia nel futuro. Attraverso le preghiere e l’assistenza di san Giuseppe abbiamo asciugato tante lacrime, lenite ferite e aiutato a  rielaborate tanti lutti e così accendere l’orizzonte della vita con la luce dell’immortalità in attesa di un incontro con Dio Padre, Gesù, avvolti dalla luce gioiosa dello Spirito Santo e nella cornice sorridente dei santi e dei nostri parenti.

Cara  Mariella, preghiamo e auguriamoci che le persone iscritte alla Pia Unione non solo ricevano la rivista, ma la leggano e ne facciano sorgente di vita buona. 

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