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La Quaresima

di Angelo Forti

Misericordia: è la parola che rivela il mistero della SS. Trinità. Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato». Il cammino quaresimale è la ricerca del volto di Dio che, troppe volte, la cataratta del nostro orgoglio impedisce di vederlo; infatti, la quaresima è un sacramento che abbraccia quaranta giorni in cui tutto quello che Gesù ha compiuto nella sua vita terrena passa per osmosi, come una trasfusione nella nostra vita. Il sacramento è un segno visibile in cui noi possiamo esperimentare la presenza concreta di Cristo Gesù che sana, perdona, ci nutre, fortifica la nostra vita e soprattutto ci rende capaci di amare.

La liturgia, durante questo periodo quaresimale, favorisce alcuni aspetti fondamentali della nostra fede cristiana in cui emerge la persona di Gesù come «volto della misericordia del Padre». La Quaresima inizia con il deserto. Nel deserto del Sinai è chiamato Mosè a divenire il liberatore del suo popolo dalla schiavitù dell’Egitto. A Mosè è rivelato il nome di Dio come « Dio misericordioso e pietoso, lento all’ira e ricco di amore e di fedeltà » (Es 34,6). Le parole dell’esodo e la grammatica dell’evangelo di Gesù rivelano il cammino del popolo cristiano verso la sorgente della risurrezione operata da Dio nella notte di Pasqua. Il Papa suggerisce che il tempo quaresimale, in questo Giubileo Straordinario della Misericordia, «divenga più che mai un tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. Ci sono momenti nei quali, in modo ancora più forte, siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre».

Gli elementi che in questo sacramento quaresimale rendono visibile i segni efficaci della grazia divina sono il numero quaranta, l’atto penitenziale delle ceneri, il deserto e la presenza negativa del male nella nostra vita. Il numero quaranta, che in molte circostanze è spalmato nelle pagine della Bibbia, di solito indica una fase critica che precede una trasformazione, un cammino di chiarificazione della propria coscienza, il compimento di un ciclo e un passaggio a una fase differente della vita. Un momento particolarmente significativo di congiunzione tra il cielo e la terra. Le ceneri come elemento simbolico della creazione dell’uomo segnano l’inizio del sacramento della quaresima. Le ceneri d’ulivo ricordano l’agonia di Gesù tra le piante di ulivo al Getsemani.

L’ulivo cresce e si sviluppa tra le petraie e dona nutrimento, medicina, alimenta la luce. La cenere sparsa sul capo non è un segno di cordoglio o di morte, ma l’auspicio di una rianimazione che ci rende simili a Gesù vincitore del male della morte. Il deserto è il luogo dove Gesù inizia la sua vita pubblica ed è anche la situazione in cui ogni persona viene a trovarsi nel cammino della vita. Il deserto nel panorama delle Bibbia è il luogo prescelto da Dio sia per provare la fedeltà dell’uomo nei suoi confronti sia per donare quella vigoria divina necessaria per raggiungere quella perfezione alla quale Dio ci chiama. Il deserto è il momento del risveglio completo della fiducia in Dio. Nel deserto la persona è spogliata da tutte le sue sicurezze umane e si trova solo di fronte a Dio. Il diavolo, il tentatore è menzognero sin dall’inizio della creazione, è una potenza misteriosa che si mette di traverso sul cammino della libertà impedendo l’incontro completo con Dio. Da sempre «nell’anima i due grandi avversari si fronteggiano, ma l’arbitro è l’uomo: è lui che deve scegliere a fianco di chi vuole schierarsi».

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