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«Un angelo tutto per me»

L'Ora di Compieta è il nostro inno di lode per il giorno trascorso e il consegnare a Dio il nostro sonno perché sia generatore di nuove e fresche energia per l’indomani. Nell’orazione finale, prima di recitare la preghiera finale, diciamo: «Il Signore ci conceda una notte serena e un riposo tranquillo». E prima c’è l'orazione finale: «Visita, o Signore, questa tua abitazione, e allontana le insidie degli spiriti cattivi; i tuoi

Angeli abitino in essa, e la custodiscano in pace». In quel momento, nel silenzio della nostra camera o sotto le volte solenni di un’abbazia come nel sogno di Giacobbe, descritto nel libro della Genesi, ci sembra di vedere tanti Angeli che, scendendo dall'alto popolano il cielo di benedizioni che scendono su tutte le famiglie come l'ultima benedizione della giornata.

In questo giorno dedicato dalla liturgia alla memoria degli angeli non possiamo sorvolare le prime pagine dell’evangelista Matteo che nella fase del fidanzamento e dei primi mesi delle vita di Gesù popola  i sogni di Giuseppe con la presenza degli angeli che gli indicano la strada da percorrere e i misteri da accettare  e il compito di custodire la sua sposa Maria a Nazareth, e poi la famiglia a Betlemme e poi in Egitto.

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La presenza degli angerli nella bibbia rende più familiare a noi l’infinita e onnipotente di Dio: si pensi solo a Raffaele, l'angelo che accompagna Tobia nelle sue avventure o all'espressione del salmo 91: «Il Signore darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi; sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede».

Abbiamo detto della vita di San Giuseppe La stessa vita di Cristo è accompagnata dagli angeli. Scriveva il famoso teologo H.U. von Balthasar: «Gli angeli circondano l'intera vita del Cristo; appaiono sul presepe come splendore della discesa di Dio in mezzo a noi; riappaiono nell'Ascensione come splendore della nostra ascesa in Dio». Essi sono come un indice puntato verso il mistero in Dio, ci guidano verso di lui, scendendo al nostro livello. Per sentirne la presenza bisogna avere occhi puri, come quelli dei bambini i cui angeli contemplano il Padre che è nei cieli (Matteo 18,10).

 

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