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La Chiesa cattolica in Thailandia dove si è recato il Papa (19-26 novembre), pur essendo minoranza, è in prima linea per combattere le malattie endemiche che hanno contagiato la società thailandese: droga e prostituzione.

La cartina di tornasole - ha spiegato a Vatican News padre Alessio Crippa, missionario saveriano - è proprio la sua baraccopoli. “Molte persone di tutto il Paese ma anche da nazioni confinanti sono attratte dal miraggio economico della megalopoli, che inganna. Una volta arrivati vanno ad ingrossare le baraccopoli e la criminalità”. Unico aiuto concreto arriva dai sacerdoti e dai missionari:” Pur essendo buddisti mi dicono: padre, vada a trovare il padre di quel ragazzo che è in carcere o ad accudire quel bambino che è senza genitori. Noi missionari entriamo nelle case per portare conforto ed instaurare buone relazioni”.

La forza della piccola comunità cattolica (meno dell’1% della popolazione) è quella di essere una delle prime agenzie d’istruzione nel Paese. Conferma padre Crippa: “Il nostro compito di missionari è quello di aprire le porte anche ai più poveri. Nella mia baraccopoli c’è una scuola cattolica molto buona in cui operano suore di una congregazione locale. E poi le élite si formano nei nostri istituti. Anche molti re lo hanno fatto. La visita del Papa ci confermerà in tutto questo e smuoverà le nostre coscienze in senso missionario”.

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