Nell’antivigilia, vigilia e il giorno della memoria di San Pio X, il seminario omonimo di Tapiales, Argentina, ha vissuto momenti di gioia e di speranza. In effetti, alcuni di giovani confratelli hanno raggiunto diversi traguardi: c’era chi iniziava il percorso della teologia con la dichiarazione d’intenti, c’era chi riceveva il ministero del lettorato e del lettorato e c’era chi emetteva la sua professione in perpetuo e veniva ordinato diacono.
Si accendono nuove speranze! Ringraziamo Dio per il dono delle vocazioni!
Il viaggio che mi ha portato in Spagna nella settimana di Pasqua aveva uno scopo certamente ignoto ai viaggiatori che facevano con me lo stesso tragitto. Del resto non è facile da spiegare che si fa un Processo al fine di proclamare (speriamo in un tempo non troppo lontano!) la santità di un cristiano; i processi di solito hanno altre conclusioni!
Caro padre Alphonse, Lei è diventato sacerdote dieci anni fa. Da quanti anni si trova in Romania? Si è abituato a questo nuovo ambiente?
I miei primi dieci anni di sacerdozio sono stati “anni di grazia del Signore”. Devo dire che ho sempre mantenuto una grande gioia nel cuore e mi sono sempre sentito accompagnato dall’azione dello Spirito Santo e da Maria, mamma, amica e sorella nel cammino della fede. Sono arrivato in Romania l’1 marzo 2015 e ho cominciato l’apprendimento della lingua e il servizio pastorale tra gli anziani della casa delle suore guanelliane e la mensa dei poveri. Sono venuto con una grande fiducia nel Signore, anche se ci sono stati giorni difficili. Ma le difficoltà spesso sono segno che siamo sulla strada giusta, quella che il Signore vuole. So che posso contare sulla preghiera di tanti.