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di Mario Carrera

Scriveva Jean Vanier, l’animatore di tanti focolari della carità verso le persone handicappate, che «ogni comunità deve celebrare i suoi anniversari, rileggere la propria storia e rendere grazie per la maniera con la quale Dio ha vegliato su di loro nel corso degli anni». In questa memoria «si trovano la speranza e l’ardimento di cui abbiamo bisogno per affrontare nuovi rischi e accettare difficoltà e sofferenza con coraggio e perseveranza». Sulla scia di questi ammonimenti proseguiamo il nostro navigare sul lago della memoria alla ricerca di personaggi, avvenimenti e date che costituiscono lo specchio d’acqua sul quale leggere il patrimonio della storia.  
A proposito di memoria, in uno scritto di Joseph Ratzinger si legge una rievocazione che il celebre romanziere Goethe fa della celebrazione della festa di San Rocco a Bingen, manifestazione ripresa dopo la lunga interruzione delle guerre napoleoniche. «Il poeta osserva la folla che sfila compatta attraverso la chiesa, davanti all’immagine del santo, e ne studia i volti: quelli dei bambini e degli adulti sono raggianti e riflettono la gioia del giorno di festa.

“Ma per i giovani era diverso” racconta Goethe; “procedevano insensibili, indifferenti, annoiati”. La motivazione che ne dà è significativa: in tempi cattivi, questi giovani non avevano nulla di buono da ricordare e, quindi, niente neppure da sperare. Ciò significa che solo chi vuole ricordare, può anche sperare. Chi non ha mai sperimentato il bene e la bontà non può ricordarli». Ancorarsi alla memoria significa dare un’anima al presente. Per questo gli inserti della nostra rivista, che accompagneranno le celebrazioni del Centenario della parrocchia-basilica di San Giuseppe al Trionfale, desiderano riempire il presente non di nostalgia, ma di gesti eroici che hanno scritto pagine di storia vibrante di speranza anche per i nostri giorni.
Questo mese l’inserto è dedicato al genio femminile delle suore Figlie di Santa Maria della Provvidenza, donne eroiche, che hanno affiancato don Guanella nell’imprimere a queste pagine vive il sapore evangelico.
A una lettura attenta di queste pagine si potranno sentire i passi lenti di don Guanella sul selciato delle strade di Roma e sulle scale del potere, come pure il passo leggero delle suore nel preparare un nido accogliente per le povere donne emarginate. Tra le righe di questa storia traspare una testimonianza di eroismo così accentuato da renderlo una potente dimensione della carità verso il prossimo bisognoso.  Davvero di fronte a questi percorsi faticosi sentiamo riecheggiare l’espressione di San Paolo «la carità di Cristo ci spinge». Non era solo la potenza della volontà a spingere avanti l’impresa, ma la forza dall’Alto che rendeva ammirevole lo sforzo di queste fragili donne a costruire una casa accogliente per gracili creature amate da Dio.

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